mercoledì 25 febbraio 2009

L'ultima notte capitolo 2

Pairing: David Boreanaz – James Marsters
Rating; NC 17
I personaggi non sono di mia proprietà e la storia narrata è solo frutto della mia invenzione.

Summary: Durante una Convention a Londra David e James si rendono conto di non essere solo colleghi di lavoro, ma qualcosa di più.

Capitolo II

Una volta tornati a Los Angeles si erano rituffati nella routine e non c’era stato tempo per altro tanto che per mesi non avevano avuto contatti. James aveva ricevuto una proposta per girare un film in Canada e poi, si era rinchiuso in sala di registrazione per incidere il suo primo cd da solista, mentre David era stato impegnato sul set di tre film e qualche mese dopo si era visto recapitare a casa la sceneggiatura di un nuovo telefilm, nel quale avrebbe dovuto interpretare un agente dell’F.B.I.
il rapporto tra David e la moglie si era raffreddato, l’uomo non riusciva a togliersi dalla mente e dal cuore James e l’unica notte trascorsa insieme. Il viaggio di ritorno da Londra era stato intenso, avevano trascorso ore a parlare, a ridere e scherzare, senza pensare che forse sarebbero state le ultime che avrebbero trascorso insieme, da soli. Scesi dall’aereo erano stati separati, Steve aveva trascinato via James e da quel momento non lo aveva più visto, tra loro c’erano state solo due telefonate e numerosi messaggi, gli mancava e ogni volta che squillava il telefono scattava come una molla soprattutto quando rispondeva Jamie. Era terrorizzato all’idea che lei potesse scoprirlo, gli avrebbe portato via suo figlio e gli avrebbe impedito di vederlo.
Mesi dopo, David e Jamie chiesero il divorzio, la loro convivenza era diventata insopportabile, ma in futuro avrebbero cercato di andare d’accordo, per il bene del piccolo Jaden. La notizia fu tenuta segreta, perché non avrebbe di certo giovato alla sua carriera, ma lui era felice, ne avrebbe voluto rendere partecipe anche James, ma il giovane sembrava irraggiungibile. Il cellulare risultava staccato e a casa non rispondeva che la segreteria, era disperato. Decise di recarsi da lui, quella sera stessa. Lo avrebbe atteso, fino a quando non fosse tornato.
Giunse davanti la villa di James e spense il motore, il desiderio di vederlo lo stava lacerando, gli mancava talmente che non riusciva quasi a ragionare. Era ancora immerso nei suoi pensieri quando vide la jeep metallizzata entrare nel garage. Prese coraggio e scese dall’auto.
“James?”lo chiamò quando vide la sua testa scura uscire dal garage, aveva lasciato crescere i capelli e dei ricci scuri gli ricadevano sulla fronte. David sospirò, era anche più bello di come lo ricordasse.
L’altro si voltò e gli occhi azzurri allargarono nel riconoscere il suo ex collega e amante “Dave?”era incredulo di vederlo lì.
“Ciao”lo abbracciò con trasporto e affondò il viso nel suo collo “finalmente, sapessi quante volte ti ho chiamato, ma il cellulare risultava staccato.”
“Davvero? Mi spiace, ma ho perso il cellulare, ho dovuto cambiare numero”replicò sgusciando via dal suo abbraccio.
“Ah, capisco”si rattristò, dal suo atteggiamento distaccato non sembrava felice di rivederlo, ma per quale motivo? “Non importa, volevo solo…”scosse la testa e non concluse la frase
“Devo darti il nuovo numero”
“Certo”mormorò con la testa sovrappensiero.
“Come mai sei qui?”appoggiò la custodia della chitarra sulla spalla.
“Volevo rivederti, sai, sono trascorsi quasi sei mesi e poi, c’è qualcosa che desideravo sapessi” David non riusciva a comprendere il suo atteggiamento, sembrava quasi non fosse felice di averlo lì accanto a sé.
“Entriamo”lo invitò James, percorrendo il vialetto fino alla porta di casa.
Aprì e lo introdusse nel corridoio, ormai impraticabile per i numerosi bagagli che vi erano accatastati. David fremette a quella vista, stava forse per cambiare casa oppure stava partendo per un lungo viaggio?
“James, stai traslocando?”gli domandò con il cuore in subbuglio.
“Ah, queste?”si grattò la testa “Devo partire domani, per una tournee”
“Tournee?”gli si bloccò il respiro, si sarebbe allontanato di nuovo da lui, ma che poteva pretendere? Aveva la sua carriera a cui pensare, la sua vita da vivere e lui non ne faceva parte.
“Sì, di promozione per il mio disco”ridacchiò.
“Congratulazioni, James, mi compiaccio”lo abbracciò con trasporto e un’ondata di calore lo avvolse.
“Sì, parto per l’Inghilterra domani mattina”aggiunse, si sentiva stranamente a disagio in sua compagnia “A te, invece, come vanno le cose? Ho letto che sarai il protagonista di un nuovo telefilm”
“Sì, ne sono entusiasta, spero di esserne all’altezza”
“Lo sarai di certo”gli sorrise con dolcezza.
David ricambiò il sorrise che gli riscaldò il cuore, ma lo sentiva distante, forse la sua era stata solo una scappatella? Forse quello che c’era stato tra loro non aveva avuto per James la stessa importanza che aveva avuto per lui. Fremeva all’idea di conoscere la verità, ma non osava parlare, né introdurre quell’argomento così spinoso, ma forse, temeva solo che una sua risposta gli confermasse i suoi dubbi.
La sua voce lo riportò alla realtà “Hai detto che c’era qualcosa di cui desiderami parlarmi, di che si tratta?”lo introdusse nel grande salone e gli indicò il divano.
Prese posto di fronte a lui, quasi come se non volesse essergli troppo vicino e la cosa gli provocò una fitta in pieno petto.
“Ti vedo bene, sono ricresciuti”indicò i capelli scuri che cominciavano a fare capolino sulla sua testa.
“Sì, credo li lascerò crescere”e lo fissò con i suoi grandi occhi azzurri in attesa.
“Mi piacciono”si asciugò le mani sudate sui jeans, perché era così nervoso? In fondo si trattava di James “senti, è meglio che vada”e si alzò.
“Capisco”si rattristò pensando dovesse tornare dalla sua adorata mogliettina “vai pure, non vorrei che Jaime ti desse per disperso”
Dave si lasciò sfuggire un sorriso “Non sai quello che dici”
“Come?”alzò un sopracciglio.
“Ho detto che non sai quello che dici, io e Jaime stiamo divorziando, non riusciamo neanche a stare nella stessa stanza senza litigare”gli confessò fissandolo con quelle pozze scure che tanto amava.
“Non riesco a crederci, ma credevo che tu…”balbettò sconvolto, ma anche felice a quella notizia.
David volse lo sguardo verso di lui “L’amassi?”concluse al suo posto “Non lo so neanche io, si è accorta che qualcosa è cambiato”
“Le hai detto di…?”balbettò ancora incredulo.
“No”scosse la testa, poi sospirò “James, ora devo andare”e si alzò avviandosi verso la porta.
James lo raggiunse e lo bloccò per un braccio “Era questo che volevi dirmi?”era felice, forse ora avrebbero potuto….no, non poteva pensarlo. Non avrebbe mai accettato di vivere nella menzogna, Jamie gli avrebbe impedito di vedere il figlio se avesse saputo e non poteva permettere che David perdesse il diritto di stare con Jaden, non se lo sarebbe mai perdonato.
“Sì”sussurrò David perdendosi in quelle pozze azzurre che tanto amava e che gli erano così mancate in quei mesi di lontananza.
“David, io …”
“Meglio che vada perché altrimenti…”mormorò poco convinto, era l’ultima cosa che voleva allontanarsi da lui e da quella casa, ma non era il suo posto, James non lo voleva.
“No”strinse la presa “non andartene, ti prego”la sua voce fu quasi una supplica.
“James, tutto questo è stato un errore, non sarei dovuto venire”scosse la testa “hai la tua vita, devi partire, io non ne faccio e mai ne farò parte”
“Non dire così, io…”lo attirò leggermente a sé e lo costrinse a guardarlo “non è vero che non ne fai parte”
David gli sfiorò il viso con l’altra mano “Se solo sapessi…senza di te, mi sentivo come se mi mancasse l’aria”
“Dave, anche tu mi sei mancato, non sai che inferno è stato saperti con lei”
“Non è stato più lo stesso, non dopo quella notte”gli confidò, non aveva più fatto l’amore con Jaime, non aveva potuto.
“Sì, è vero, ha cambiato tutto”mormorò ad un soffio dal suo viso, non si era reso conto che fossero sul punto di sfiorarsi.
“Io ero geloso della tua ragazza, non sapevo se foste ancora insieme”
“No”scosse la testa “l’ho mandata via, quella stessa mattina, non volevo continuare a mentirle, non sarebbe stato giusto”
David sorrise felice e gli sfiorò delicatamente le labbra con le sue, ma quel tocco bastò ad infiammarli entrambi. James si lasciò sfuggire un sospiro e socchiuse la bocca lasciando libero accesso alla lingua del suo compagno che si spinse all’interno rendendo quel bacio appassionato. Si portarono sul divano, senza staccarsi e si stesero, David era su di lui, James poteva avvertire l’erezione contro la sua coscia e s’eccitò a sua volta, desiderava solo averlo in sé, essere circondato dal suo calore, sfiorare il suo corpo possente ed essere posseduto come solo lui sapeva fare.
David continuò a baciarlo, esplorando ogni angolo della sua bocca, succhiando la lingua e sfiorandogli il corpo fin troppo vestito con una mano, gli insinuò una mano sotto la maglia per sfiorare la sua pelle liscia, il ventre piatto e il bordo dei jeans.
Lo sentì fremere e sbottonò i primi due bottoni, le dita si insinuarono nella biancheria costringendolo ad inarcare la schiena.
James si staccò per un istante per respirare e lo fissò con gli occhi colmi di desiderio “Mi è mancato tutto questo”
Si tuffò nuovamente su di lui dando inizio alla loro danza d’amore.


Il mattino seguente David si svegliò intorpidito, ma felice, aveva trascorso la notte con James, si erano amati come se non si fossero mai separati.
Sfiorò il materasso nel punto in cui dormiva, ma era vuoto, si era già alzato. Sedette e si guardò intorno, sentì l’acqua della doccia e si alzò intenzionato a raggiungerlo sotto il getto.
Aprì la porta del bagno ed entrò, la sagoma di James era visibile dietro la cabina opaca e si eccitò. Fece due passi in avanti e con una mano aprì la cabina, l’acqua lambiva il corpo pressoché perfetto dell’occupante, tra le mani una spugna gialla insaponata. Si voltò e sorrise “Ce ne hai messo di tempo a svegliarti, cominciavo a temere di dover fare la doccia tutto solo”
“Ero stremato, non ho dormito molto”le parole suonarono quasi come un rimprovero.
“Povero piccolo, in effetti, hai due occhiaie profonde”lo prese in giro.
“Colpa tua”mise il broncio.
“Vediamo come posso farmi perdonare”e lo attirò sotto il getto.
“Cazzo”imprecò “è bollente”
“A me piace così”ridacchiò insaponandogli il ventre, ma David lo pressò contro la parete intrappolandogli le labbra in un bacio mozzafiato. La mano si mosse lungo il corpo del suo amante e gli circondò l’erezione. James gemette e alzò il bacino per assecondare i suoi movimenti che continuarono fino a quando non venne con un grido soffocato.
Sentì le gambe venirgli meno per l’orgasmo più potente di tutta la sua esistenza, si appoggiò pesantemente a lui e ansimò “Dave, potrei anche abituarmi a questo trattamento”
“Non mi dispiacerebbe affatto, ripeterlo ogni mattina”gli alzò la testa con un dito e lo fissò con i suoi grandi occhi scuri, sperava avrebbe colto cosa implicava questa affermazione.
“Davvero?”sogghignò l’altro “Interessante”
David lo insaponò con cura, poi lo sciacquò velocemente, desiderava tornare a letto per terminare quello che aveva cominciato. Aprì la porta della cabina e agguantò un asciugamano avvolgendoglielo intorno al corpo. Lo strofinò con forza per asciugarlo, senza staccare gli occhi dai suoi, sulle labbra un sorriso malizioso.
Ne prese un secondo e si avvolse a sua volta, poi, prendendo James per un lembo del suo asciugamano, lo trascinò in camera spingendolo sul letto “Sei così appetitoso, vorrei assaggiarti”
James ansimò e lo baciò con passione stringendosi a lui “Mio dio, Dave”
“Ho intenzione di recuperare il tempo perduto, dolcezza”gli sussurrò mordendogli il lobo dell’orecchio.
“Dave”lo rimproverò appoggiandogli le mani sul petto e allontanandolo leggermente “sei insaziabile, devo prepararmi, ho il volo alle 12”
Queste parole gli provocarono un colpo al cuore, aveva dimenticato che sarebbe partito e che sarebbero stati separati nuovamente. Si rattristò, ma non lo diede a vedere, non era giusto, sembrava così felice di andare in tour.
“Quanto starai via?”gli domandò perdendosi nelle sue pozze blu.
“Una decina di giorni”sospirò “ho concerti sparsi in varie città, Liverpool, Londra e ora neanche ricordo più dove”
“Capisco”
“Ti mancherò?”sostenne il suo sguardo.
“Certo, ma che domande mi fai?”era ferito che potesse dubitarne.
Si rese conto del suo cambiamento e si morse la lingua “Scusa, Dave, ho detto una stronzata”
“Non importa”
“Devo prepararmi, Steve sarà qui, tra mezz’ora e…”lo informò con un sospiro.
David sentì la terra franargli sotto i piedi, lo stava mandando via, non voleva che il suo manager lo trovasse lì con lui. Strinse la mascella e con un grande sforzo sibilò “Tolgo il disturbo, non sia mai che mi trovi qui, chissà cosa potrebbe dire”
Si alzò da lui e James sospirò tristemente per la perdita “Dave, scusa, non volevo mandarti via”
“Davvero? A me è sembrato proprio che volessi che me ne andassi perché ti vergogni di farti vedere qui con me”lo fissò con occhi di brace e si voltò per raccogliere gli abiti che giacevano sul pavimento.
“Non è come pensi”gli appoggiò una mano sulla spalla “dai, non fare così”
“Così come? Hai detto che devi prepararti, lo faccio anche io, così posso lasciarti partire in pace”la sua voce era fredda.
“Non arrabbiarti”
“Non sono arrabbiato”mentì indossando i jeans, sedette sul letto e s’infilò le scarpe.
“A me sembra che tu lo sia, invece”incrociò le braccia al petto.
“Pensala come ti pare, ora devo andare”
Terminò di vestirsi e si alzò dal letto “Buon viaggio, James”
Fece per uscire dalla stanza quando l’altro lo bloccò incredulo, perché stava andando via in quel modo?
“Che c’è?”gli domandò voltandosi a fissarlo.
“Come che c’è? Te ne vai così?”gli occhi blu erano spalancati.
David era arrabbiato, deluso e non vedeva l’ora di allontanarsi da quella casa, ma quando vide il suo sguardo non poté resistere, lo attirò a sé e lo strinse con forza tra le braccia “Mi mancherai, James, fatti valere, mi raccomando”
“Mi mancherai anche tu”affondò il viso nell’incavo del suo collo “Dave io …”s’interruppe senza riuscire a terminare quello che gli stava a cuore dirgli.
David lo fissò “Cosa?”
“Niente”scosse la testa e l’altro uscì senza dire altro.
In un attimo fu fuori dalla villa di James, la mano nei capelli e l’altra in una tasca alla ricerca delle chiavi. Voleva andarsene, tornare a casa e non pensare più a lui e alle sue parole. Gli faceva male pensare che potesse vergognarsi di quello che c’era stato tra in loro, ma in fondo, però, poteva capirlo, anche lui non avrebbe mai permesso a Jaime di vederlo con un uomo. Gli avrebbe portato via Jaden se solo lo avesse sospettato, sapeva quanto potesse vendicativa.
Rabbrividì al pensiero e quando ebbe raggiunto l’auto, infilò le chiavi nella portiera ed entrò, senza accorgersi che lui era dietro le tende e lo fissava con una strana luce negli occhi.
James vide la macchina allontanarsi e sospirò tristemente, che stupido era stato, non solo lo aveva offeso, ma non aveva avuto il coraggio di confessargli quello che provava. Era un codardo, non era riuscit a dirgli che lo amava e lo aveva lasciato andare via con la convinzione che lui si vergognasse della loro relazione. Come poteva pensarlo? Non si vergognava di quello che c’era stato, ma desiderava che fosse solo loro e di nessun altro. Tornò in camera e si vestì, ma la mente volò alla notte trascorsa e all’amore che ha percepito da ogni cellula del corpo di David rendendo quell’esperienza la più bella della sua esistenza. Era ancora perso nei suoi pensieri quando suonarono al campanello, si trattava del suo manager. Afferrò le valigie e uscì diretto verso l’auto che l’avrebbe accompagnati all’aeroporto.


David tornò a casa, o almeno, quella che ora era la sua nuova casa dopo la separazione. Era una villa che aveva comprato anni prima ma che lui e Jaime avevano utilizzato solo qualche volta per dei weekend romantici. Entrò e buttò le chiavi su una mensola, la sua vita era un vero disastro, sua moglie lo aveva lasciato, James si vergognava di quello che c’era stato tra loro e in poche ore sarebbe stato in volo per l’Europa. Sedette sul divano, appoggiò la schiena e si portò le mani dietro la nuca. Restò in quella stessa posizione per un tempo che parve infinito, poi riaprì gli occhi e lo sguardo cadde sull’orologio a muro, erano le 11.
Si morse il labbro inferiore, poi si alzò e passeggiò nervoso per la stanza. Il cellulare squillò da qualche parte, lo prese e lesse il numero sul display, era sconosciuto.
“Pronto?”
“Dave?”fece una voce maschile dall’altro capo della linea.
Impallidì, l’avrebbe riconosciuta tra mille “James?”replicò stupito di sentirlo.
“Scusa”mormorò solo.
“Cosa?”
“Non volevo che quella che è stata una delle notti più belle della mia vita terminasse in quel modo”gli spiegò agitato “vedi, io…”s’interruppe, poi si udì una voce di sottofondo “Andiamo, James”
“Cazzo”imprecò a bassa voce “devo andare, il mio volo parte tra un’ora, ma voglio che tu sappia che io non mi vergogno di quello che c’è stato tra noi, capito? Non devi pensarlo mai”
“James, aspetta”ma un clic dall’altra parte annunciò la fine della chiamata.
“Cazzo”afferrò la giacca e si precipitò fuori.
Mezz’ora dopo era imbottigliato nel traffico di Los Angeles, odiava quella città, con tutte quelle auto, lo smog e le file chilometriche per raggiungere la tangenziale. Suonò il clacson per la centesima volta, l’ansia lo stava uccidendo, non sarebbe mai giunto in tempo. Provò a contattarlo, ma il cellulare suonava a vuoto.
“Dannazione, James”mormorò.
In quel momento le auto cominciarono a scorrere e lui poté finalmente muoversi, l’aeroporto non era più molto distante, l’aereo per Londra sarebbe partito di li a mezz’ora. Sperò che non si fosse già imbarcato, ma non aveva molte speranze di fare in tempo, era tardi.
Quando giunse all’aeroporto lasciò l’auto davanti all’entrata, non gli importava che non si potesse parcheggiare, aveva solo una cosa in mente, arrivare in tempo da James per parlargli.
Corse, con tutto il fiato che aveva in corpo, sbatté contro un uomo che spingeva un carrello con una montagna di valigie, ma non si fermò.
I display lampeggiavano, cercò con lo sguardo il volo che gli interessava. Eccolo. Gate 10.
Corse ancora, ma lo bloccarono, non poteva oltrepassare, avrebbe dovuto rinunciare. Si avvicinò ad uno degli addetti “Mi scusi, il volo per Londra, dovrei parlare con una persona. È una questione importante”
“Biglietto?”replicò questi con voce inespressiva.
“Non ce l’ho, ma devo entrare, la prego”lo supplicò, ma l’uomo non sembrò propenso ad aiutarlo.
“E va bene”scattò verso un banco “Un biglietto, per una destinazione qualunque, basta che faccia presto”
“Come? Le va bene New York?”
“Certo, basta che mi faccia entrare nei Gate, ho molta fretta, c’è qualcuno che mi aspetta”sulle labbra apparve un sorriso.
Quando ebbe il sospirato biglietto tra le mani, poté passare ai controlli e finalmente fu dentro, cominciò a correre, il Gate 10 doveva essere vicino.
Era senza fiato, il fegato e il cuore stavano per cedere, ma lui non poteva fermarsi, non ora che era ad un passo dalla meta.
Lo vide in lontananza, il Gate 10 e aumentò il ritmo, ma quando lo ebbe raggiunto si rese conto che i passeggeri stavano già affluendo verso l’aereo.
“Dannazione”sibilò.
Lo cercò con gli occhi tra la folla e finalmente lo vide, era in un angolo, di certo stava attendendo che fossero andati via tutti prima di passare a sua volta. Steve, il suo manager era seduto poco distante con altre persone dello staff.
Si avvicinò e non fu che a pochi metri da lui lo chiamò “James”
L’uomo sentendosi chiamare alzò la testa e quando lo vide, a pochi metri sgranò gli occhi e lasciò cadere il giornale che stringeva tra le mani.
“Dave?”non riusciva a credere a quello che vedeva, il suo David era lì davanti a lui.
Con pochi passi lo raggiunse e lo accolse con un sorriso incredulo “Che fai qui?”
“Volevo parlarti, James, prima fosse tardi”
“Parlarmi? Di che cosa?”gli domandò “Se è per stamattina, ti chiedo scusa, non volevo cacciarti”
“Andiamo”gli sfiorò una braccio e gli fece segno di seguirlo in disparte.
Steve chiamò il suo cliente, ma i due non si voltarono e si allontanarono fino a quando non furono al riparo da sguardi indiscreti.
James si bloccò e appoggiò le mani sui fianchi, come era solito fare quando era in attesa.
“Sono stato un idiota, uno stronzo, James, scusami”lo supplicò quasi rivolgendogli uno sguardo disperato.
“Non sei stato l’unico, Dave”gli accarezzò una guancia “io ti ho pressoché cacciato di casa dopo quella notte così speciale, che bastardo che sono stato”
L’altro chiuse gli occhi godendo del calore della sua mano, poi lo guardò con amore “Abbiamo entrambi le nostre colpe, ora proviamo a cancellare tutto? Non voglio che parti essendo arrabbiato con me, James, io ti amo”
“Non sono arrabbiato con te, Dave”si mosse accorciando maggiormente le distanze tra loro “ti amo anche io e questa mattina, quando ti ho visto uscire mi sono sentito morire, credevo di averti perso per sempre. Eri così deluso, seccato che temevo di aver rovinato tutto”
“Io ho avuto paura ti vergognassi, che lo considerassi un sordido segreto”confessò David sentendosi in colpa anche solo di averlo pensato.
James sgranò gli occhi azzurri “No, non potrei mai, te l’ho detto, non me ne vergogno e, di certo, non lo considero un sordido segreto”
“Scusami per averlo pensato”scosse la testa “ma quando mi hai fatto capire di andarmene perché arrivava il tuo manager io…”
“No, non era per questo”lo corresse “conosco Steve, si sarebbe incazzato di non trovarmi pronto, ma non avrebbe giudicato, è molto aperto”
“Che stupido che sono”infilò una mano tra i capelli e si lasciò sfuggire una risatina nervosa.
“Sì, sei stupido per aver dubitato di me e del mio amore per te”lo afferrò per la maglia e lo costrinse ad abbassarsi fino a toccare le labbra con le sue “ma per tua fortuna ti amo troppo per tenerti il broncio”e lo baciò con trasporto.
David aprì la bocca e lo accolse allacciando la lingua alla sua e lasciandosi andare. Chiuse gli occhi e sospirò, non avrebbe mai potuto fare a meno dei suoi baci, del suo sapore, era perdutamente innamorato.
James si lasciò sfuggire un gemito e si staccò per riprendere fiato, poi si leccò le labbra “Dave, cazzo, ma perché devi essere così bello e sensuale? Come faccio a partire ora?”lo fissò con gli occhi che gli brillavano di desiderio.
“Se non fosse per Jaden manderei tutto a puttane e partirei con te”replicò pressandosi contro di lui facendogli sentire l’eccitazione costretta nei costosi pantaloni.
“Fallo!”esclamò “Parti con me”
“Non posso, Jaden, è troppo piccolo, non posso abbandonarlo e poi, cosa direbbe Jaime? Mi attaccherebbe, rischierei di perderlo e…”
“Scusami, non so cosa mi è preso”scosse la testa “come posso pretendere che abbandoni tutto per seguirmi?”
“Lo farei, James, se solo non fosse per questo dannato divorzio”l’espressione di David s’incupì “non voglio darle il pretesto di togliermi mio figlio”
“Certo, Dave, ti capisco, ma non importa ”gli sfiorò il collo con un dito “tra due settimane sarò di ritorno e…”si morse le labbra, avrebbe voluto aggiungere che sperava di trovarlo ad attenderlo, ma non osava chiederglielo.
“E…?”aggrottò la fronte.
“Spero tu sia qui ad attendermi”concluse
“Sì, mi troverai qui o se vuoi, anche a casa. Sai, ora abito altrove”
“Ah si? Interessante”ridacchiò “Una casa tutta per te?”
“Sì, l’abbiamo presa io e Jaime anni fa, ma non ci siamo stati pressoché mai”
“Ti raggiungerò li, allora, Dave”sussurrò avvicinando il viso al suo, ma in quel momento udì la voce di Steve alle sue spalle.
“James, hai deciso di perdere il volo?”era seccato.
L’attore sospirò rassegnato e si staccò dal suo amore “Arrivo, Steve”poi mormorò “Aspettami, capito?”
“Sì”gli rivolse un sorriso triste, non voleva lasciarlo andare, ma non aveva altra scelta.
“Ciao, Dave, a presto”avrebbe voluto baciarlo nuovamente, ma non erano più soli e non era prudente lasciarsi andare a effusioni.
“Ciao, James”sospirò tristemente e lo osservò dirigersi verso l’uscita del Gate, sorridere all’hostess e avviarsi verso l’aereo che lo avrebbe portato via da lui.
Restò li per qualche minuto, poi senza farsi notare sgattaiolò via, ma ben presto fu fermato da delle ragazzine che desideravano un autografo e la foto.
Si sforzò di sorridere, in fondo era il suo mestiere anche quello, accontentare le fan che desideravano ottenere almeno un pezzetto della sua vita e del suo tempo, ma la sua mente era altrove. Quando riuscì a liberarsi raggiunse l’auto e ritornò verso il centro, doveva andare a prendere suo figlio.

sabato 21 febbraio 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 11

L’oscurità era scesa sulla città da qualche ora, ma nella villa di William le luci erano soffuse e nella stanza risuonavano solo i gemiti e gli ansiti dei due amanti. Giacevano sul divano, semi nudi, le bocche unite in un bacio senza fine e le mani che sfioravano ogni lembo di pelle lasciata scoperta.
William ansimò per l‘intensità del piacere, quando la bocca scese a lambire il suo collo “Alex, mio dio”
“Will, ti voglio da morire”gli mordicchiò la gola, scendendo sempre più giù.
“Questa notte resta con me”
“Sì”sussurrò con gli occhi che gli brillavano “anche perché a casa mi toccherebbe il divano”aggiunse ridacchiando.
“Povero piccolo”
“Come mi detesto”Alex scosse la testa “avrei dovuto dirglielo subito che i miei sentimenti per lei erano cambiati”
“Non pensare a lei, sei qui tra le mie braccia e non mi va che pensi alla tua ex”gli fece il broncio geloso.
“Non lo faccio, Will, te lo garantisco”gli intrappolò il labbro inferiore tra i denti.
“Vogliamo andare di sopra?”gli propose fissandolo con lussuria.
“Sì, questo divano è un po’ scomodo, amore”si lamentò il moretto cercando di tirarsi su, ma William lo agguantò attirandolo nuovamente a sé “Non posso aspettare, ti voglio ora”
“Will”ansimò lasciandosi andare tra le sue braccia, ma in quel momento il campanello suonò facendoli scattare “Chi è a quest’ora?”
“Non ne ho idea”
Alex si mise seduto e William si alzò, aveva i capelli biondi spettinati, i pantaloni con la patta aperta e il torso nudo. Si chiuse i pantaloni, si infilò la maglia e si recò nell’altra stanza.
Aprì la porta e sgranò gli occhi, davanti a lui c’era Amber, con le lacrime agli occhi e le mani strette a pugno. William era senza parole, se solo fosse entrata avrebbe visto il suo ragazzo semi nudo e allora non sarebbe più stato possibile negare l’evidente.
“Amber”
“Ciao, Will, scusa se mi presento a casa tua a quest’ora, ma non sapevo dove andare”singhiozzò.
“Che hai?”le domandò fingendosi sorpreso del suo stato “Sembri sconvolta”
“Alex ha un’altra”rispose tutto d’un fiato “ci ha presi in giro entrambi, a quanto pare”
“Mi dispiace, piccola, non so che dire”socchiuse la porta per evitare che lei potesse sbirciare all’interno.
“Posso entrare?”
“Veramente, non è un buon momento, stavo per andare a letto”si morse le labbra, doveva mandarla via.
“Solo un attimo, ti prego”fece un passo avanti, ma lui la bloccò leggermente “Io non credo che…”
Questo suo atteggiamento la insospettì, perché cercava ad ogni costo di fermarla? “Sei in compagnia? Mi sembri strano”
“Amber, vedi…”non sapeva cosa inventare per dissuaderla.
Lei comprese il motivo per cui non voleva farla entrare e si arrabbiò “Alex è qui, vero?”spalancò la porta con una mano ed entrò “quel vigliacco, è scappato senza dirmi nulla”
“Amber, fermati”cercò di bloccarla, ma lei aveva già varcato l’ingresso e si era avviata verso il soggiorno.
La raggiunse e lei era ferma sulla soglia della camera con lo sguardo fisso verso l’interno “Posso spiegarti tutto”ma poi si bloccò quando si rese conto che Alex era seduto sul divano ed era completamente vestito con un falso sorriso sulle labbra.
“Che fai qui, Amber?”le domandò alzandosi.
“Io…”balbettò stupita di trovarselo davanti “desideravo parlare con William, ma ora credo che tornerò a casa”
“Amber, non devi andartene solo perché ci sono io”
“Lascia perdere, Alex”lo fissò adirata e si voltò per andarsene “Scusami per il disturbo, William”e si avviò verso l’ingresso.
William lanciò uno sguardo al compagno, poi corse a raggiungere la ragazza “Amber, fermati”
“Non importa, lo so che è tuo amico”gli rivolse un mezzo sorriso “ci vediamo, ciao”ed uscì.
William chiuse la porta e tornò dal giovane che lo stava aspettando nell’altra stanza.
“Ho avuto il terrore che ti scoprisse nudo”gli disse abbracciandolo.
“Ho sentito la sua voce e mi sono reso presentabile”ridacchiò “mi dispiace, mi sento il mostro della situazione”affondò il viso nel suo collo.“Non sei un mostro”gli accarezzò i capelli cercando di consolarlo “sei solo innamorato”
“Sì, pazzamente”sussurrò baciandolo dolcemente.
“Andiamo di sopra”gli ordinò afferrandolo per la maglia e inducendolo a seguirlo.
“Sì”sorrise.
William lo lasciò andare e si avviò su per la scala, seguito dall’altro.
Amber era all’esterno, appostata dietro la finestra, e si stupì nel vederli salire al piano di sopra, ma dove stavano andando? In quel momento Alex raggiunse William e gli strinse la mano intrecciando le dita tra le sue e tutto le fu chiaro. Era William colui di cui si era innamorato, non una donna.
Lacrime le sgorgarono dagli occhi, non riusciva a credere a quello che stava vedendo.
Si portò una mano sulla bocca e scappò via, non poteva resistere oltre, era troppo doloroso.
William entrò nella camera da letto e chiuse la porta fissando con desiderio il suo compagno che gli dava le spalle ed era intento a guardarsi intorno “Cavolo, è stupenda”
“Grazie, ma lo sai, cosa è stupendo? Tu”lo raggiunse e gli circondò i fianchi con le braccia.
Gli baciò il collo e gli si presso contro la schiena facendogli sentire la sua eccitazione.
“Will, mio dio”ansimò.
“Che aspetti?”gli mordicchiò il lobo dell’orecchio “Spogliati, voglio vederti senza niente addosso”
Il moro si voltò leggermente e si sfilò la maglia lasciandola cadere sul pavimento, William gli sfiorò il petto con il palmo della mano, scendendo lungo il ventre fino al bordo dei jeans, ma Alex gliela schiaffeggiò via, gli apparve un sorrisetto malizioso sulle labbra.
Slacciò la cinta e aprì un bottone alla volta, con estrema lentezza, voleva farlo soffrire prima di accontentarlo. I pantaloni scivolarono lungo le gambe e lui li calciò via.
Lo sguardo del biondo si focalizzò sull’erezione mal celata dai boxer e si leccò le labbra “Sei tutto da mangiare, Alex”
Si sfilò anche l’ultimo indumento e lo mandò a raggiungere gli altri vestiti sparsi per la stanza, poi si avvicinò al letto “Sei troppo vestito, Will”lo rimproverò con il broncio.
“Rimediamo subito a questo inconveniente”ridacchiò il biondo cominciando a spogliarsi.
Una volta che tutti gli indumenti ebbero raggiunto quelli di Alex sul pavimento, restò davanti al letto a fissarlo per qualche istante.
“Cosa fai li impalato?” lo invitò il moretto con un dito “Non mi raggiungi?”
William gli rivolse un sorriso malizioso e salì muovendosi a quattro zampe.
Alex lo attirò in un bacio mozzafiato allacciando la lingua alla sua.
“Alex”gli sussurrò “se sapessi quanto mi sei mancato”
“Siamo stati separati solo poche ore”replicò.
“Troppe per i miei gusti, non voglio restare lontano da te neanche un secondo”protestò reclamando nuovamente le sue labbra.
“Che vuoi dire con queste parole?”ansimò.
“Che non voglio separarmi da te, Alex”dichiarò scrutandolo con quelle pozze blu che tanto amava.
Il moretto sorrise felice e lo abbracciò sfiorandogli la schiena con la punta delle dita “Neanche io, amore”
Spinse William supino e continuò ad assaltare la sua bocca carnosa ormai gonfia per gli innumerevoli baci.
Il biondo lo allontanò leggermente e sorrise malizioso “Hai pensato a quello che ti ho detto?”
Alex alzò un sopracciglio “Eh? Di che parli?”
“Del mio desiderio di possederti, di farti mio”
“Io..:”balbettò arrossendo, non credeva dicesse sul serio.
“Non preoccuparti”sospirò “se non te la senti, non importa, non voglio forzarti a fare qualcosa che non vuoi”gli sfiorò una guancia, poteva avvertire il suo disagio.
Alex abbassò la testa e William gliela alzò con un dito “Che hai? Non è successo niente, amore”cercò di rassicurarlo.
“Voglio sentirti dentro di me, Will”dichiarò con il cuore che gli batteva all’impazzata.
“Sei sicuro?”
Annuì, le gote arrossate e le labbra socchiuse “Non mi forzi a fare nulla, Will”lo rassicurò.
Un lampo gli apparve negli occhi e si mosse verso il comodino, dal cassetto cacciò un tubo e glielo mostro ridacchiando “Ci sarà molto utile”
Il moro sorrise, ma in realtà, era nervoso, non sapeva cosa aspettarsi da quella esperienza. William lo spinse supino e lo sfiorò leggermente tra le natiche. Alex fremette irrigidendosi.
“Rilassati, Alex”gli sussurrò spingendo un dito all’interno.
Alex emise un gemito per quella penetrazione, ma cercò di obbedire ai suoi comandi. William aggiunse un secondo dito muovendole avanti e indietro.
“Sì, mio dio”ansimò chiudendo gli occhi “Will, ti voglio”
“Mi vuoi, piccolo?”gli domandò con voce piena di lussuria “quanto fortemente, mi vuoi?”
“Da impazzire, Will, ti prego, non farmi aspettare”lo supplicò.
William lo sdraiò a pancia in su e si stese su di lui baciandolo con passione, Alex allargò le gambe e lui si insinuò all’interno continuando a baciarlo fino a quando non furono costretti a separarsi per mancanza di aria.
“Alex”si lasciò scivolare lungo il corpo del suo compagno posando una serie di baci fino al ventre.
Il moro inarcò la schiena e gli intrappolò delle ciocche di capelli tra le dita spingendogli la testa verso il basso.
William si dedicò a compiacerlo, lappando il suo membro con la lingua lungo tutta la sua lunghezza e imprigionandolo poi tra le labbra.
Alex si lasciò sfuggire un grido soffocato e strinse la presa fino a fargli male, ma il suo amante non si fermo. Continuò a dargli piacere fino a quando non lo fece venire come un fiume in piena.
Si leccò le labbra e sorrise “Hai un buon sapore, piccolo”
L’altro ansimò, il cuore gli batteva come impazzito “Cazzo, Will”
“Sei soddisfatto del mio trattamento?”ridacchiò baciandolo facendogli gustare il suo stesso sapore.
“Sì, non avrei potuto chiedere di meglio, ma ora, che aspetti a scoparmi?”lo fissò con occhi colmi di passione.
William decise di accontentarlo, e svuotò gran parte del tubo sul suo membro, poi dal cassetto cacciò un pacchettino quadrato e lo scartò “Questa volta, usiamo una protezione, che ne dici?”
“Si, come vuoi”annuì, gli sarebbe piaciuto sentirlo dentro di sé senza ostacolo, ma forse era più saggio non rischiare.
Indossò il preservativo e gli s’insinuò tra le gambe “Sei pronto, tesoro?”
Si spinse leggermente in lui e Alex si morse le labbra per quell’intrusione, lamentandosi e William si bloccò preoccupato “Ti sto facendo male?”
“Non preoccuparti”scosse la testa, gli occhi erano lucidi come se stesse per piangere “Vai avanti”
William si sporse in avanti e lo baciò con dolcezza “Sei sicuro?”
“Sì”gli circondò la schiena con le braccia e lo attirò a sé “Voglio sentirti in me”
Il biondo lo accontentò e si incastrò completamente in lui, poi, attese che si abituasse a quell’invadenza e cominciò a muoversi lentamente.
Dalle labbra di Alex uscirono una serie di suoni indecifrabili, il piacere lo stava sovrastando, non avrebbe mai creduto di provare delle sensazioni del genere. Allacciò gli occhi del suo amante e sorrise, gli circondò la vita con le gambe per approfondire la penetrazione.
“Will”gemette “Ancora, più forte”
William aumentò il ritmo delle sue spinte pressandosi maggiormente e muovendosi implacabile “Alex, vieni con me”urlò circondando l’erezione del compagno con una mano.
Raggiunsero l’orgasmo insieme e William, ansimante, appoggiò la fronte sul suo torace. Uscì da lui e si sfilò il preservativo buttandolo sul pavimento, poi appoggiò la testa sul suo torace.
“Wow”fu l’unica cosa che Alex fu in grado di dire.
“Come ti senti?”gli domandò il suo amante ascoltando il battito del suo cuore.
“Un po’ dolorante, ma bene”rispose “Cazzo, Will, è stato grandioso”
“Decisamente, grandioso”ridacchiò “non credevo avrei mai provato qualcosa del genere, Alex”
Il moretto alzò leggermente la testa “Che intendi?”
“Dopo…”mormorò “quello che è accaduto con Ian temevo non avrei più amato, poi sei arrivato tu e…”lasciò scivolare la mano lungo il suo corpo “tutto è cambiato”
“Io invece non credevo avrei stravolto così tanto la mia vita da un giorno all’altro”gli accarezzò i folti capelli biondi “e soprattutto che avrei amato in questo modo”
“Mi dispiace di aver stravolto tutto il tuo mondo”
“A me no, ti amo, Will”lo costrinse a guardarlo “e non cambierei neanche un attimo di quello che è accaduto”gli rivolse un caldo sorriso e gli lambì le labbra con il pollice poi ci pensò su e aggiunse “forse solo la permanenza in galera si poteva evitare”
William rise “Sì, ma tutto questo ti rende più interessante”lo fissò con lussuria “sei un tipo pericoloso, devo ricordarmi di non farti mai arrabbiare”
“Stupido”lo rimproverò.
“Sai, Alex, non è da tutti stare con qualcuno che è finito dentro”
“Io non me ne vanterei se fossi in te”mise il broncio, non era fiero di quello che aveva fatto.
“Scusa, ma Amber lo sa?”si azzardò a domandare.
“Sì, è rimasta sconvolta, ma come darle torto, per lei sono un ingegnere tutto d’un pezzo”ridacchiò “Se mi vedesse ora”aggiunse.
“Hai intenzione di dirglielo?”
“Non lo so, non vorrei farla soffrire”sospirò tristemente, si sentiva già abbastanza in colpa.
“Prima o poi, lo scoprirà, visto che frequenterai questa casa piuttosto spesso”obiettò.
“Veramente…non credo sia un problema”
“Che intendi?”stupito, alzò un sopracciglio.
“Tornerà a New York domani”gli comunicò.
“Cosa?”sgranò gli occhi “Va via?”
“Sì, lei odia stare qui, ha resistito solo per amore mio, ma per lei è stato un sacrificio spostarsi, sai, per il lavoro e poi, la sua famiglia, è in città”spiegò.
“Capisco, ma forse è meglio così”alzò le spalle “almeno, potrà rifarsi una vita e tu sarai libero di…”si alzò leggermente e si insinuò nuovamente tra le sue gambe “amarmi come si deve”
“Avevo già in mente di farlo”
“Sì, ma ora, sarai solo mio, non dovrò temere che lei ti riconquisti e che ti impedisca di venire da me”gli posò una scia di baci che scendevano lungo il collo, lambivano la gola, la clavicola fino al petto. Con la lingua leccò un capezzolo facendolo gemere.
“Will, non pensare a questo, non accadrà mai”inarcò la schiena, lo stava facendo impazzire, il suo piccolo poeta biondo.
Si lasciò andare a quello che il suo amante aveva in mente di fargli.

L'ultima notte capitolo 1




Pairing: David Boreanaz – James Marsters
NC 17
I personaggi non sono di mia proprietà e gli eventi narrati sono solo frutto della mia invenzione.

Sommario: Durante una Convention a Londra David e James si rendono conto di non essere solo colleghi di lavoro, ma qualcosa di più.

Capitolo I

David era fuori la camera di James, ma non riusciva a trovare il coraggio di bussare. La giornata era stata lunga e stressante, ma con la sua compagnia tutto sembrava meno pesante: l’incontro con i fan, la sessione di domande, i centinaia di autografi firmati, le fotografie scattate. L’indomani avrebbe preso un aereo per gli Stati Uniti, sarebbe tornato alla sua vita, da sua moglie Jaimie e da Jaden e tutto avrebbe avuto fine. Doveva parlargli, rivelargli quello che provava, altrimenti se ne sarebbe pentito per tutta la vita. Fece un profondo sospiro e bussò. Un attimo dopo la porta si spalancò e lui apparve, indossava ancora la maglia bianca e i jeans strappati sulle ginocchia che aveva durante la sessione di domande del pomeriggio. Restò senza parole, riusciva a stento a respirare, la sola nota stonata era la mancanza dei capelli biondi che adorava tanto. Non riusciva ancora a abituarsi alla sua testa rasata, lo aveva fatto subito dopo la fine delle riprese di Angel, un mese prima per beneficenza. James lo fissò con i suoi favolosi occhi blu come l’oceano, doveva essere sorpreso di vederlo a quell’ora “David?”gli rivolse un sorriso dolcissimo “Che bella sorpresa”“Ciao, James”lo salutò leggermente imbarazzato, forse la sua ragazza era con lui “Sei solo?”“Certo.”sorrise malizioso e gli fece cenno di entrare “vieni, mi fa piacere un po’ di compagnia”“È stata una settimana stancante, vero?”cominciò David entrando e guardandosi intorno nervoso.“Decisamente!”replicò sedendo sul letto “Siediti!”Prese posto su una poltrona a debita distanza dal collega, si sentiva stranamente a disagio.“Sei pronto a tornare alla tua vita? A me un po’ dispiace sia finita, adoro il contatto con i fan e poi Londra mi piace”commentò James“Sono stati molto affettuosi, ho notato quanti regali ti hanno portato.”mormorò invidioso.James cacciò la lingua tra i denti “Mi amano e mi piace farli felici trascorrendo con loro un po’ del mio tempo. Sei geloso?”lo prese in giro.David lo guardò con intensità, adorava quel gesto, lo rendeva così sensuale e poi, le sue labbra erano così carnose che avrebbe tanto desiderato assaporarle. Quei giorni trascorsi in sua compagnia gli avevano aperto gli occhi sui sentimenti che provava, ma non sapeva che la stessa cosa era accaduta a James.“No, ma che dici?”scattò quasi.“Cosa ti turba, Dave?”gli domandò all’improvviso James vedendo che era diventato pensieroso, se solo avesse ricambiato i suoi sentimenti, ma era un uomo sposato, aveva una famiglia, un figlio. “Non è nulla!”mentì David abbassando lo sguardo.“Ti va un drink?”e si avviò verso il fornito frigo bar, era astemio da un paio di anni, ma quella sera doveva bere almeno un bicchierino per trovare il coraggio di dichiararsi all’amico“Certo, cosa hai di forte?”si avvicinò appoggiandogli una mano sulla spalla e facendolo fremere a quel contatto.“Un vodka martini?”si voltò perdendosi nelle sue pozze scureDavid annuì e attese che James gli preparasse il suo drink, poi insieme sedettero sul letto.“Credevo non bevessi più”osservò il bruno sorpreso“Infatti, da quando ho lasciato i Ghost ma…”si bloccò, non sapeva cosa dirgli “questa sera è speciale, non conta”concluse portandosi il bicchiere alle labbra.“Sì, è speciale”lo fissò “domani sarà tutto finito.”“È vero”mormorò rattristandosi “Sarà finito, purtroppo.”“Sai, James, in realtà, c’è un motivo per cui sono qui questa sera, volevo dirti qualcosa”annunciò all’improvviso.“Davvero?”era sorpreso “Anche io volevo parlarti, prima tu”
“Mi dispiace di non lavorare più con te, cominciavo a abituarmi alla tua presenza sul set.”cominciò a parlare David.James ridacchiò, gliene aveva fatti di scherzi con la complicità di Alexis e J. “Mi mancherai anche tu, eri un ottimo bersaglio per i miei scherzi.”“Lo sapevo che era opera tua!”sbottò con gli occhi fuori dalle orbite “Brutto…”gli fu addosso spingendolo supino sul letto e coprendolo con il suo corpo massiccio.James scoppiò a ridere, David era su di lui, poteva sentire il suo respiro sul viso. Si bloccò improvvisamente, cominciando a ansimare, era una posizione pericolosa.Si fissarono per istanti che sembrarono eterni, poi David gli accarezzò una guancia senza staccare gli occhi dai suoi e mormorò“James”“Dave”mormorò socchiudendo le labbra“Jamie”sussurrò prima di baciarlo con trasporto.Accese in entrambi la passione, David si spinse all’interno della sua bocca intrecciando la lingua con la sua, lo desiderava talmente da stare male. James gli portò la mano dietro la nuca attirandolo maggiormente a sé e gli strinse le gambe intorno la vita, l’erezione gli premeva dolorosamente contro i jeans. Dopo un attimo si staccarono per respirare “Jamie”“Sembra tu stia parlando con tua moglie”lo riprese seccato “Ti prego, non usare più quel nomignolo.”“Hai ragione, James, non lo farò più”gli promise sfiorandogli le labbra con un dito, erano gonfie per il bacio che si erano scambiati “Era da tanto che volevo baciarti”James lo lasciò scivolare in bocca succhiandolo “Anche io. Questi giorni con te sono stati favolosi, volevo dirtelo, ma ero terrorizzato all’idea che tu potessi respingermi”David lo baciò nuovamente, in modo più appassionato, prendendo il bordo della maglietta e sfilandogliela dalla testa “Sei bello come una statua, James.”gli ammirò il torace tornito.“Lo so, sono atletico e bello. Merito della palestra. Ero ingrassato durante la lavorazione dell’ultima stagione di Buffy”gli confessò “ma ora che guardo meglio, anche tu dovresti perdere qualche chiletto.”“Stupido”lo rimproverò facendo il broncio, adorava troppo cucinare e si era lasciato prendere la mano nella preparazione di succulenti piatti.“Sei troppo vestito, Dave”gli sbottonò la camicia lasciandola scivolare lungo le spalle.David gli posò una scia di baci fino al ventre strappandogli un gemito dopo l’altro, poi gli aprì i pantaloni liberando il membro già eccitato.Lo circondò con una mano cominciando a muoverla, James chiuse gli occhi e mosse i fianchi per indurlo a aumentare il ritmo, non avrebbe mai creduto che fosse così bravo. David lo lasciò scivolare tra le labbra cominciando a succhiarlo.“Non fermarti”ansimò fino a quando non raggiunse l’orgasmo spillando il suo seme caldo nella bocca del suo amante.“Dave”gemette “voglio fare l’amore con te, ora!”
“Sei sicuro?”gli mordicchiò il collo.“Sì, mio bel vampiro.”lo prese in giro “mai stato più sicuro di qualcosa”David sorrise e si tolse i pantaloni e li lanciò dall’altra parte della stanza, in un attimo gli si insinuò tra le gambe. “Cosa stai aspettando?”“Ti farà male, dobbiamo usare qualcosa per…”obiettòJames si divincolò leggermente dalla sua presa e cacciò un tubetto dal cassetto del comodino, era crema per le mani.“Che c’è?”domandò quando vide lo sguardo interrogativo di David “Mi si screpolano le mani con il freddo di Londra.”si giustificò cacciando la lingua.
Gli si posizionò tra le gambe e introdusse lentamente la punta nella fenditura sperando di renderlo il meno traumatico possibile, ma James desiderava di più, voleva sentirlo tutto dentro di sé “Più forte, ti prego”lo incitò ad aumentare la penetrazione attirandolo a sé portandogli le braccia sulle spalle.David cominciò a muoversi, spingendosi con forza e allacciando gli occhi ai suoi “Se sapessi, da quanto tempo desideravo fare l’amore con te.”gli succhiò il lobo dell’orecchio e continuò i suoi attacchi.“Anche io! Dalla prima volta che ti ho visto nei panni di Angelus.”gli rivelò sconvolgendolo “Eri così sexy vestito di pelle!”“Mai quanto lo eri tu con quello spolverino”continuò a conficcarsi sempre più profondamente e toccando punti che James non sapeva neanche di avere.Erano entrambi al culmine, mancava poco all’orgasmo, vennero insieme con un urlo, James mormorò qualcosa di incomprensibile, David si accasciò sul suo petto ansimando.“È stato…”mormorò felice“Favoloso”concluse stringendolo tra le braccia.
David gli si stese accanto “Non avrei immaginato di provare delle sensazioni simili.”confessò sospirando.“Neanche io, Dave.”socchiuse gli occhi e sospirò, era tra le braccia dell’uomo che amava, se solo avesse saputo quello che realmente provava.Ora cosa sarebbe accaduto? L’indomani David sarebbe tornato da sua moglie come se nulla fosse accaduto e non avrebbe mai saputo che lo amava. Si rattristò, non voleva perderlo, ma non avrebbe potuto fare nulla per cambiare le cose. Era sposato, aveva un figlio, non poteva di certo buttare tutto al vento solo per stare con lui. E poi, cosa gli faceva pensare che David avrebbe rinunciato a tutto se glielo avesse chiesto? Era un povero illuso.Cercò di scacciare dalla mente quei pensieri così tristi, ma David si rese conto che qualcosa lo turbava e provò una fitta in pieno petto “Che hai? Ti sei pentito?”“Cosa? No”replicò voltandosi di scatto “tu, invece?”
“No, James”gli sfiorò le labbra con un bacio.“Sei sicuro? Io penso a tua moglie, a…”il dolore che provava gli impedì di continuare.
David sgranò gli occhi a quelle parole, per qualche ora aveva dimenticato di essere sposato e di essere stato infedele, ma se doveva essere sincero non gli importava. Desiderava James, da sempre e ora che lo aveva finalmente avuto non poteva avere alcun ripensamento.
“Non sono pentito”
“Sai, vorrei che questa notte non avesse mai fine. Mi piacerebbe restare qui con te, per sempre”“Sarebbe bello, ma è un desiderio irrealizzabile”sussurrò David riportandolo con i piedi per terra.“Lo so, ma è bello sognare. Tu hai molte responsabilità”
“Anche tu.”replicò“Davvero? Io non ho una moglie che mi aspetta” si alzò dal letto senza guardarlo e si diresse verso il mobile bar. Si versò un bicchiere di vodka trangugiandolo con un solo sorso.“James, non reagire in questo modo!”lo raggiunse “Non bere!”“A te cosa importa?”lo aggredì voltandosi e fissandolo con occhi di brace.“Mi importa perché tengo a te”gli accarezzò una guancia “Non avrei fatto l’amore con te se non…”mormorò con gli occhi lucidi.“Se non, cosa, Dave?”“…se non ti amassi”concluse con un soffio.A quelle parole l’altro spalancò gli occhi incredulo “Tu cosa?”“Ti amo”ripeté sempre più serio, era terrorizzato all’idea che non ricambiasse i suoi sentimenti “Ero venuto per dirtelo, ma poi…”James si perse in quelle due pozze scure che erano gli occhi di David e sorrise, quello era, di certo, il momento più bello di tutta la sua esistenza.“Non sto scherzando, James.”“Lo spero, altrimenti dovrei ucciderti”e gli intrappolò la bocca in un bacio mozzafiato, era felice come non lo era mai stato “Anche io ti amo” “Davvero?”il cuore sembrava volergli esplodere nel petto dall’emozione.“Sì, ne dubitavi, forse?” lo spinse verso il letto e sedette su di lui “ora, basta parlare di queste cose tristi, ti voglio ancora, Dave”gli ordinò quasi e David scivolò in lui ricominciando la loro danza d’amore.Il mattino seguente James si risvegliò con un sorriso sulle labbra, aveva fatto l’amore con il suo adorato David. Volse lo sguardo e si rattristò vedendo che il posto accanto a lui era vuoto, aveva solo sognato quella notte di passione, oppure David era andato via? Sospirò, avrebbe tanto voluto dirgli addio, ma il vigliacco era scappato prima del suo risveglio. Strinse la mascella e scosse la testa stupito da quel comportamento. Si alzò dal letto e si diresse in bagno, avrebbe dovuto prendere l’aereo in poche ore, doveva prepararsi. Patricia sarebbe andata da lui e non poteva farsi trovare in quello stato. Come avrebbe reagito se avesse saputo che non solo l’aveva tradita, ma che era stato con un uomo?Probabilmente sarebbe tornata in Germania con il primo aereo. Alzò le spalle, non che sarebbe stato un danno, non era innamorato di lei, amava David e non poteva farci nulla. Le avrebbe raccontato che si era innamorato di qualcun altro e che non poteva continuare con quella farsa, avrebbe capito, ne era certo, in fondo, stavano insieme da poco.In quel momento notò un foglio di carta, appoggiato sul tavolino, alzò un sopracciglio e lo prese in mano, era suo, riconosceva la sua calligrafia.Caro James,Questa notte con te è stata molto importante, ti amo e voglio che tu non lo dimentichi mai.Spero mi perdonerai per averti lasciato questa mattina, ma detestavo doverti salutare.Non so come spiegare quello che ho provato a tenerti tra le braccia e a sfiorare il tuo corpo,non avrei mai creduto sarebbe accaduto. Pensavo non avresti mai ricambiato i sentimenti che provavo per te, ma a quanto pare sbagliavo.Dannazione James! Perché la vita deve essere così complicata?Perché non posso restare con te e fare come se al mondo non ci fosse nessuno tranne noi?Purtroppo la realtà è ben diversa, non esistiamo solo noi.Ci sono altre persone alle quali dobbiamo entrambi pensare e non posso fare nulla per cambiare questa triste realtà.Quando torni a Los Angeles, fammi avere tue notizie.Con amore David.James lasciò scivolare il foglio al suolo, era finita. David era sposato, aveva una famiglia avrebbe dovuto dimenticarlo e continuare con la sua vita come se quella notte insieme non fosse mai esistita. Si infilò nella doccia e ripensò agli eventi della notte precedente, a quando si erano amati.Calde lacrime cominciarono a scendere e questa volte non cercò né di fermarle, né di trattenerle, non gli importava più di nulla.Qualche ora dopo era nella hall dell’albergo, attendeva Steve per poter lasciare finalmente quella città e tornare a Santa Monica. Gli mancava il sole della California, a Londra pioveva sempre e cominciava a non sopportarlo più.Patricia era partita, aveva lasciato l’albergo per andare all’aeroporto, si erano detti addio, detestava doverle mentire e aveva preferito troncare sul nascere quella relazione che non li avrebbe mai portati da nessuna parte.Sospirò pensando a David, in quel momento stava sorvolando l’Atlantico, ma perché non erano partiti insieme? Avrebbe potuto trascorrere altre ore con lui. Si pentì di aver lasciato Steve a occuparsi di tutto, a questa ora avrebbero potuto essere sullo stesso aereo a conversare e magari anche a fare altro. Quanto avrebbe voluto fumare!
Gli mancavano le sigarette, ma ormai ne era fuori, aveva smesso da un anno e non poteva mandare tutto a puttane solo perché era nervoso.Stava quasi per perdere la pazienza e dire all’uomo dietro al banco della reception di chiamare la sua stanza quando sentì qualcuno che lo chiamava.“James?”Impallidì e si irrigidì, non poteva essere lui, doveva essere solo frutto della sua immaginazione. Desiderava che fosse lì e la sua mente gli giocava brutti scherzi.“James”ripeté la voce.Si voltò e lui era lì, con le valigie in mano e lo sguardo fisso sul suo viso.James spalancò gli occhi, ma che faceva ancora a Londra? Lo credeva ormai lontano.“Dave?mormorò mentre il cuore si fermava per l’emozione“Non potevo partire!”gli spiegò avvicinandosi“Mio dio! Allora è vero! Sei qui! Non lo sto immaginando”balbettò con gli occhi lucidi“Sì, sono qui!”confermò con un sorriso dolcissimo che lo intenerì, lo amava talmente che il cuore sembrava esplodergli nel petto.Lo abbracciò con trasporto, poi si rese conto che erano nella hall e gli fece cenno di seguirlo in un posto più appartato. Si diressero verso un salottino vuoto e si abbracciarono di nuovo e si baciarono con passione.James gli divorò la bocca, mordicchiandogli il labbro inferiore.“Amore, non credevo di rivederti.”gli sussurrò ansimando, tra un bacio e l’altro“Mi dispiace di averti lasciato, io…”“Non importa. Ora sei qui con me!”mormorò James accarezzandogli una guancia“Pensavo di non trovarti più! Ho temuto fossi già partito.”“Hai rischiato. Aspettavo Steve, per questo ero nella hall.”gli spiegò con sollievo.“Amore”lo attirò in un abbraccio “Non so che avrei fatto se non ti avessi trovato più.”"Non è accaduto.”“Non avrei dovuto andarmene. Ero all’aeroporto e ho capito che non potevo partire, non senza di te.”gli rivelò David con gli occhi che gli brillavano.“Ora cosa accadrà?”domandò James con angoscia“Non voglio pensarci.”scosse la testa “Andiamo, il tuo aereo parte tra due ore. Ho preso un biglietto anche io. Viaggeremo insieme.”L’altro sorrise e lo prese per mano e insieme si diressero verso l’auto che li attendeva all’esterno.

Destiny capitolo 10

Coppia: Angel - Spike
Rating: NC-17
Spoiler: 5 stagione di ATS
Summary : Destiny come avrei voluto fosse andata realmente.
Disclaymer: I personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joss Whedon
Contiene scene di sesso omosessuali e violenza.


Spike pov

Torno nell’edificio della Wolfram & Hart.
È deserto.
Sono quasi le due di notte.
Mi piace questo luogo quando non c’è nessuno in giro.
Quando ero un fantasma vagavo per i corridoi…era quasi come se mi appartenessero.
Percorro il corridoio che porta agli ascensori
Spingo il pulsante e attendo.
Le porte si aprono, entro nella cabina e spingo il pulsante che porta all’attico.
Sono più di 20 piani.
Non credevo fosse così lento questo aggeggio.
Dannazione! Sono impaziente.
Guardo il segnale in alto, mi sto avvicinando alla meta finale.
Finalmente le porte si aprono…
Sono nel lussuoso appartamento del mio Sire.
Non lo vedo
Entro nella camera da letto, lui non c’è, ma vedo sul letto matrimoniale il suo pigiama grigio.
Mi avvicino…
Lo sfioro con le dita…seta.
Adoro la seta…la immagino addosso a lui e sento che mi sto eccitando.
Sento il rumore dell’acqua.
È nella doccia.
Ecco ora ha smesso.
Respiro a fondo.
Ma perché sono così nervoso?
Sto diventando un vero rammollito.
Sento la sua presenza.
Eccolo! Deglutisco…porta solo un asciugamano legato sui fianchi.
Non mi ha ancora visto…sono celato dall’oscurità della stanza, ma…
Sono certo che ha percepito la mia presenza.
Sospira…si avvicina al letto…
Il suo corpo!
Non mi stancherei mai di contemplarlo.
“Spike!”esclama, ma non sembra seccato, anzi…sembra quasi che aspettasse di trovarmi lì “Che fai qui?”
Che idiota! Secondo lui? Che potrei mai fare nella sua camera nel cuore della notte?
“Dobbiamo parlare!”
Sospira. Sento che anche lui desidera chiarire le cose.
Siede sul letto.
“Spike…”
Io tremo…sento di sapere cosa sta per dirmi.
Stringo i pugni e lo blocco “Senti, Angel…quello che è accaduto…”ma non riesco a continuare.
Vorrei mentirgli…affermare che quelle parole sono state dettate dalla passione e che non le pensavo, ma…
Mi blocco.
Alza la testa…mi fissa con quei suoi occhi di brace.
Distolgo lo sguardo e decido di mentirgli, non posso rivelargli che lo amo, non dopo aver visto la sua reazione.
“Quello che è accaduto non ha nessuna importanza. Tu mi disprezzi e io…”deglutisco con forza e concludo “…io disprezzo te”
Angel si avvicina continuando a scrutare la mia espressione…
“Mi disprezzi?”mi domanda mentre un lieve sorriso gli increspa le labbra, non mi crede.
In fondo… ha sempre capito quando mentivo.
“Sì e lo sai”la mia voce trema.
“Allora ho immaginato tutto quello che mi hai detto nel tempio? È stato solo un frutto della mia mente?”
“Dovresti saperlo, durante l’orgasmo…si dicono molte cose. Accade lo stesso anche a te, vero?”continuo a mentire.
Si pianta davanti a me, è arrabbiato “Sei davvero incredibile. Se solo sapessi”mormora quasi a sé stesso, ma il mio udito di vampiro riesce a percepirle.
“Che cosa? Se solo sapessi…cosa? Angel, è stato solo sesso…puro…selvaggio e animalesco.”
“Forse per te”mi confessa tristemente, ma che sta blaterando?
Se non fossi certo che non ha toccato neanche un goccio direi che è ubriaco.
Sta delirando. Immagino che tutta questa storia dello Shan-su lo abbia sfinito.
“Angel, ma di che stai parlando”
Scuote la testa e sospira “Vai via, lasciami solo”
“Voglio sapere cosa ti sta accadendo. Non riesci a sopportare che sia più forte di te, vero?”
“Sei il solito idiota, Spike”mi dice arrabbiato “Non hai mai capito nulla! Testone!”
“Cosa dovrei capire?”
“Niente, non importa”mormora alzando la testa e fissandomi.
Nei suoi occhi vedo una luce che da tempo non scorgevo e capisco.
“Non riesco a crederci…”balbetto incredulo, se il cuore potesse ancora battere si fermerebbe in questo istante
Si volta come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo indagatore
“Guardami!”gli ordino “Angel, voglio che tu sia sincero. Ne abbiamo passate tante.”
Il mio Sire si volta e mi perdo nei suoi occhi scuri “Ho provato qualcosa di inaspettato questa notte, nel tempio, Spike”mi confessa e io sento il mio cuore ormai morto esplodere dalla felicità.
Sta forse dicendo che ricambia i miei sentimenti?
“Qualcosa che credevo non avrei mai più provato. Per la prima volta dopo anni ero felice, in pace. Ho temuto di perdere nuovamente la mia anima.”
Lo fisso con la bocca aperta, non avrei mai creduto di udire queste parole dalle sue labbra.
“Stai mentendo”lo accuso, ma nel mio cuore spero sia sincero.
“Vorrei fosse così. Spike, credi sia facile, per me rivelarti tutto questo?”
“Angel…Liam…non credevo che…”balbetto sfiorandogli una guancia, lottando con il desiderio di stringerlo a me.
Che idiota sono! L’ho trattato malissimo.
Si ritrae, ma io insisto, voglio che sappia che capisco cosa sta provando in questo momento “Liam…”
“Non ho bisogno della tua pietà”sibila con gli occhi fiammeggianti.
Stringo i pugni, mentre gli occhi mi diventano due fessure. Pietà? Ma che diavolo…? Lo colpisco prima che possa riflettere. Un pugno in pieno viso.
“Sei un brutto bastardo”gli urlo furioso “Davvero pensi che possa provare pietà per te? Non mi conosci, se credi questo, idiota che non sei altro”e mi volto per celare le lacrime che lottano per uscire.
Angel si porta una mano al naso sanguinante, sento il suo sguardo bruciante sulla mia schiena “Perché lo hai fatto?”mi domanda
Scuoto la testa, lo sapevo che non avrebbe capito “Ti saluto, Angel. Domani prendo la prima nave per l’Europa. Non ho più nulla che mi trattiene a Los Angeles.”sussurro
“Torni da Buffy?”mi domanda, nella sua voce un tocco di gelosia.
“Ne dubiti?”mento, non provo più nulla per la Cacciatrice, ma ormai che differenza fa?
Non replica. Stranamente non inveisce contro di me minacciandomi di stare alla larga dalla sua ex. La sconfitta deve averlo demoralizzato più di quanto pensassi.
Mi avvio verso l’uscita ma lui mi urla “Spike! Non lasciarmi!”
Mi blocco nel sentire quelle parole, vuole che resti, ma perché? Non credo di farcela a stargli accanto senza dimostrargli quanto lo amo “Non posso, Angel.”
“Perché? Ma certo, che domande sono. Vuoi tornare dalla persona che ami”mi dice con uno strano tono di voce
Un sorriso nervoso mi increspa le labbra. Io sono già con colui che amo e vorrei restarci per l’eternità, ma non sempre riusciamo ad ottenere quello che vorremmo.
“Spero che Buffy ti renda felice”mi confessa.
“Angel, prima che vada via per sempre...”comincio sempre senza voltarmi
“Si, Will?”adoro quando pronuncia il mio nome umano
“Puoi dirmi quello che hai provato questa notte? È vero quello che hai confessato prima? Hai davvero temuto di perdere l’anima perché eri felice?”
Il mio Sire sospira, poi si avvicina, mi afferra per un braccio e mi costringe a voltarmi “Piccolo, ancora non hai capito che ti amo?”
Le sue parole mi rimbombano nelle orecchie “Mi ami? Angel, ma…”
“Ti prego, non dire nulla. Volevo confessartelo da tanto, ma non ne ho mai avuto il coraggio.”
Sulle mie labbra appare un sorriso, non riesco a credere a quello che mi sta dicendo. Il mio cuore trabocca di gioia.
“Liam, sono stordito. Se penso a quante volte ho desiderato udire queste parole dalle tue labbra”
“Davvero? Credevo di aver capito che mi odi”mi dice
“Non potrei mai odiarti. Sei il mio Sire…il mio amore…il mio tutto”gli confesso perso nel nero dei suoi occhi
Anche lui sorride e mi attira a sé “Sei un piccolo bugiardo, Will. Avrei dovuto saperlo che avevi detto la verità questa notte nel tempio. Non hai mai mentito in quelle circostanze.”
“Perché non hai risposto che mi amavi anche tu? Quando ho visto allontanarti il mio cuore si è spezzato in mille pezzi.”non ho mai parlato in questo modo, sembro una femminuccia al suo primo amore, ma non mi importa. Angel mi ama e solo questo conta.
“Ho visto la tua espressione, ho creduto ti fossi pentito e che non pensassi davvero quello che mi avevi confessato.”
Sorrido e scuoto la testa, si è trattato solo di stupide incomprensioni, che hanno rischiato di lacerare sul nascere questa storia “Ora basta. È tutto finito, ormai.”gli dico accarezzandogli una guancia “Siamo insieme e questo è l’importante, Liam.”
“Will, sapessi quanto ti ho odiato quando sei andato via con Harmony.”
“E tu con Eve? Avrei voluto strapparle il cuore. Credevo l’amassi.”replico pensando a quanto ero stato male dopo averli sorpresi a fare sesso selvaggio sul divano.
“Era stata colpa di Lorne”si giustificò “Aveva detto che tra noi c’era tensione sessuale e senza che me ne rendessi conto la stavo baciando e trascinando sul divano.”
“Le cose stanno davvero così? Non mi stai mentendo?”non voglio confessarlo, ma sono ancora geloso quando ci ripenso.
“Non potrei mai mentirti, amore. Non pensiamo più a Eve o a Harm”mi sussurra avvicinando le labbra al mio viso.
La sua mano è dietro la mia nuca, mi sfiora leggermente con la lingua assaporando il mio sapore. Socchiudo gli occhi, questo è il vero paradiso. Ansimo e lui si spinge nella mia bocca rendendo questo bacio appassionato e rovente.
“Ti amo, Liam, da morire"gli dico quando ci stacchiamo per un istante, poi mi rituffo sulle sue labbra carnose e invitanti.
Assaporo fino in fondo i baci che ci scambiamo come se si trattasse del nutrimento più dolce. Il sapore del mio Sire, non me ne stancherei mai.
Una mano scioglie l’asciugamano, che cade sul pavimento con un leggero tonfo. Ora è nudo tra le mie braccia, finalmente sento di appartenere davvero a qualcuno.
Vorrei fare l’amore con lui…sentirlo mio…
Angel sembra leggermi nella mente perché mi fissa con una strana luce negli occhi…
È desiderio…
Mi vuole…mi desidera proprio come io desidero lui
Sento il cuore esplodermi in petto.
Lo attiro a me, sento la sua virilità premermi sulla coscia ancora fasciata dai jeans.
Sono eccitato e sento che lo è anche lui.
“Will”il suo è solo un sussurro, ma basta ad infiammarmi.
Mi perdo nei suoi occhi brucianti di passione e sorrido.
Lo spingo supino sul letto e mi siedo a cavalcioni su di lui.
“Sei solo mio”affermo
Sorride cacciando poi la lingua tra i denti “Lo sono sempre stato.”
Queste sue parole mi riempiono di felicità, da quanto tempo speravo di sentirgliele dire.
Ho sempre saputo che il suo vero amore era Buffy e ora sentire dalle sue stesse labbra che anche in quei momenti mi apparteneva mi fa esplodere di gioia.
“Anche io sono sempre stato tuo, Sire.”
“Per te sono solo Liam.”mi corregge
Annuisco e mi sporgo verso di lui intrappolando la sua bocca in un altro bacio.
Angel capovolge le posizioni e mi spinge contro il materasso con il suo corpo massiccio.
Mi rivolge un sorrisetto maligno “Ora sei nelle mie mani, piccolo Will. Posso farti tutto quello che voglio.”
“E cosa stai aspettando? Un invito scritto?”lo prendo in giro
Lui non se lo fa ripetere e mi sfila lo spolverino dalle spalle, lo lancia lontano.
“Ehi! Guarda che si rovina!”mi arrabbio, sa quanto tenga a quella giacca.
“Va in pezzi, tesoro. Dovresti cambiare abbigliamento. Sono trent’anni che la indossi.”
Alzo un sopracciglio, proprio lui viene a parlare di moda con me? Lui che ha buon gusto solo quando diventa Angelus? Preferisco non infierire e taccio lasciando che mi sfili anche la maglia nera.
Ora sono a torso nudo, sento il tocco delle sue dita gelide.
Un brivido mi percorre “Liam”gemo impaziente, ma ha deciso di farmi soffrire.
Sghignazza e mi fa cenno di tacere.
Ora lo riconosco. Sa come farmi impazzire, anche solo sfiorandomi, per ore e sembra averne tutte le intenzioni.
Obbedisco e mi abbandono tra le sue mani.
“Bravo, il mio piccolo”sussurra mentre mi slaccia la cintura e mi abbassa in jeans.
Niente intimo.
Si lecca le labbra alla vista del mio membro eretto e io sento che sto per esplodere.
Voglio che mi tocchi, che sfiori la mia pelle ormai in fiamme.
“Liam, toccami, non resisto”lo supplico.
“Così?”mi domanda quando la mano gelida si posa su di me e percorre tutta la lunghezza.
Ansimo, sento che non resisterò a lungo a questa tortura.
“Piccolo, sei così perfetto! Non mi stancherei mai di osservarti e sfiorarti”mi dice con gli occhi che gli brillavano.
Si stende su di me e mi bacia trascinandomi in un abisso di emozioni.
Mi lascio andare e lo attiro maggiormente a me mettendogli una mano dietro la nuca.
La sua mano continua a accarezzarmi fino a farmi perdere la ragione.
Vengo con un urlo.
Apro gli occhi, lui sorride e si porta le dita alle labbra.
Assapora il gusto del mio seme “Delizioso”
Gli prendo la mano, me la porto alla bocca. Lecco anche io.
“Will, sei così…”si blocca, il desiderio gli impedisce di continuare.
“Così come?”lo provoco e gli afferro le natiche con le mani per attirarlo maggiormente a me.
Geme…il suo è quasi un ringhio.
Musica per le mie orecchie.
“Ti desidero…così tanto”mi confessa infilandomi un dito tra le natiche e spingendo a fondo.
Chiudo gli occhi, mi godo quella intrusione così piacevole “Ancora…di più!”
Aggiunge un secondo e poi un terzo dito.
Inarco la schiena, ma voglio sentirlo.
Angel mi legge nella mente e senza attendere oltre con una spinta si fa strada dentro di me.
Stringo le labbra per reprimere un grido per l’intrusione poi lui comincia a muoversi.
Si spinge in profondità aumentando il ritmo dei suoi movimenti.
Le mie gambe sono ormai sulle sue spalle.
“Liam”continuo a mormorare senza sosta mentre sento arrivare l’orgasmo che mi travolge con tutta la sua forza.
Urlo e raggiungo l’apice seguito da lui che si riversa dentro di me.
“Will”mi accarezza il viso “Ti amo. Avei voluto dirtelo la prima volta.”
“Sì, ma dato che sei il solito zuccone hai deciso di farmi faticare, non è vero?”lo prendo in giro ansimando.
Credo che non mi riprenderò molto presto dall’orgasmo stellare che mi ha travolto pochi istanti fa.
Anche Liam sembra molto provato.
Si accascia accanto a me e appoggia la testa sul mio petto.
In questo momento vorrei che il mio cuore potesse battere. Credo che palpiterebbe con ferocia per l’intensità delle emozioni che sto provando tra le sue braccia.
Faccio per muovermi, ma lui mi blocca stringendo un braccio intorno alla vita, credo abbia intenzione di tenermi in questo letto per tutta la notte.
Non che la cosa mi dispiacerebbe. Anzi…resterei per l’eternità tra le sue braccia.
Il mio Sire mi stringe con possessione e io sorrido “Non volevo scappare via da te”preciso
“Non te lo avrei permesso, piccolo.”
Mi volto e lo fisso con un sorrisetto malizioso sulle labbra “Questa è la notte più bella di tutta la mia vita.”
“La mia è stata quella in cui Dru ti ha portato a me. Già allora sapevo che saresti stato mio per l’eternità”mi confessa e io non posso fare a meno di spalancare gli occhi per quella sua ammissione
Liam mi stringe e mi poggia un bacio delicato sulle labbra gonfie, poi chiude gli occhi e si addormenta.
Chiudo a mia volta gli occhi e penso all’indomani. Come avrebbero reagito gli altri alla notizia? Avrebbero approvato il nostro amore o avrebbero cercato di far ragionare Angel? Avrebbero incolpato me per averlo sedotto? Sorrido, non mi interessa un fico secco di quello che pensa quel gruppo di umani.
Angel è mio e non ho intenzione di lasciare che loro mettano il becco in faccende che non li riguardano.
Sono sicuro che non si lascerà influenzare.
Mi ama e questa è l’unica cosa che conta
Lo guardo per un istante, così bello, fiero e virile e mi sento così orgoglioso che sia mio e che abbia scelto me.
Richiudo gli occhi e mi addormento felice.

Angel pov

Una doccia era proprio quello che mi serviva per eliminare il peso di quella giornata interminabile.
Torno in camera coperto solo da un asciugamano legato alla vita.
Appena entrato mi accorgo che qualcosa non va…
Non sono solo.
Spike! È qui. Per quale motivo?
Avevo deciso di parlargli, vero, ma non questa sera stessa.
Non ho la più pallida idea di cosa dirgli.
Sul letto ho lasciato il pigiama ma non lo indosso.
Sento il suo sguardo su di me…mi sta osservando.
Alzo gli occhi al cielo, poi parlo e dico il suo nome.
Sono stanco di attendere una sua mossa.
“Spike, che fai qui?”
“Dobbiamo parlare”risponde uscendo dall’oscurità
Ha bevuto.
Percepisco l’odore dell’alcool.
Dovevo capirlo che si sarebbe ubriacato dopo tutto quello che è accaduto.
Siedo sul letto e decido che è giunto il momento di confessargli tutto. Non posso aspettare oltre “Spike…”comincio a parlare, ma lui mi blocca.
Ha deciso di cominciare per primo “Senti, Angel…quello che è accaduto…”
Fremo, sento che non mi piacerà quello che sta per dirmi. Se lo conosco bene ora si rimangerà tutto. Negherà di amarmi.
Attendo che termini la frase
“Quello che è accaduto non ha nessuna importanza. Tu mi disprezzi e io…disprezzo te”
Lo sapevo.
Mi avvicino fissandolo. Non gli credo.
Stringe i pugni e la mascella è contratta.
Sta mentendo
“Mi disprezzi?”gli domando sorridendo
“Sì e lo sai.”
“Allora ho immaginato tutto quello che mi hai detto nel tempio? È stato solo un frutto della mia mente?”non riesco a non pensare che non stia dicendo la verità
Lui continua a giustificare le due parole “Era la passione…in quel momento…avrei potuto urlare qualsiasi cosa”
“Capisco”mormoro, sono deluso, ho sbagliato a giudicarlo.
Mi alzo lo raggiungo “Sei davvero incredibile! Come al solito, non hai capito nulla!”
“Che intendi?”
“Se solo sapessi.”sospiro scuotendo la testa
“Che cosa? Se solo sapessi…cosa? Angel, è stato solo sesso…puro…selvaggio e animalesco”ora il suo tono è aggressivo.
“Forse per te”mi lascio sfuggire
“Angel, ma di che stai parlando”mi domanda scrutandomi con i suoi grandi occhi blu.
Scuoto la testa e sospirando gli dico di andarsene, ma lui mi chiede cosa mi sta accadendo. Sente che mi sto comportando in maniera strana, poi aggiunge “Non riesci a sopportare che sia più forte di te, vero?”
Questo è davvero troppo. Lo fisso furioso ed esclamo “Sei il solito idiota, Spike! Non hai mai capito nulla! Testone!”
“Cosa dovrei capire?”
Come potrebbe mai sapere quello che provo? Ho sempre fatto del mio meglio per celarglielo, per fargli credere che lo detesto. Rispondo che non ho nulla, che non importa, ma non mi crede.
Mi fissa per un istante e poi balbetta “Non riesco a crederci…”
Gli do le spalle, non riesco a sostenere il suo sguardo di fuoco.
“Guardami!”mi ordina “Angel, voglio che tu sia sincero. Ne abbiamo passate tante.”
Mi volto e lui mi fissa con un’intensità che mi fa tremare le gambe, poi gli confesso i miei sentimenti. Non riesco più a tenermi dentro tutto “Ho provato qualcosa di inaspettato questa notte, nel tempio, Spike. Qualcosa che credevo non avrei mai più provato. Per la prima volta dopo anni ero felice, in pace. Ho temuto di perdere nuovamente la mia anima.”
Spike mi guarda incredulo, la bocca spalancata. Immagino non si sarebbe mai aspettato di sentirmi ammettere una cosa del genere.
“Stai mentendo!”
“Vorrei fosse così. Spike, credi sia facile, per me rivelarti tutto questo?”gli dico
“Angel…Liam…non credevo che…”balbetta sfiorandomi una guancia
Allontano il viso come scottato dal suo tocco, ma lui riprova a sfiorarmi “Liam…”
Questo suo comportamento mi fa infuriare, gli urlo che non ho bisogno della sua pietà.
Spike stringe i pugni, gli occhi mi diventano due fessure e prima che possa impedirlo mi rifila un pugno in faccia, poi urla “Sei un brutto bastardo! Davvero pensi che possa provare pietà per te? Non mi conosci se credi questo, idiota che non sei altro!”
Trattengo un gemito di dolore. Mi porto una mano al naso sanguinante. Ha colpito davvero duro, quell’idiota “Perché lo hai fatto?”
Si volta allontanandosi di qualche passo.
“Ti saluto, Angel. Domani prendo la prima nave per l’Europa. Non ho più nulla che mi trattiene a Los Angeles.”sussurra sempre voltandomi le spalle
Questa sua frase mi spezza il cuore, quello che più temevo si sta avverando. Mi abbandonerà per tornare da lei, dalla sua adorata Cacciatrice “Torni da Buffy?”gli domando mentre la gelosia mi sta facendo impazzire.
“Ne dubiti?”
Lo sapevo che la amava ancora, ma speravo che…
Sono un illuso.
Si allontana, sta pera andarsene, ma non posso permetterglielo “Spike!”spero di fermarlo “Non lasciarmi!”
Il mio Childe si blocca, poi mi dice che non può, che deve farlo.
“Perché?”gli domando mentre sento che tutto il mio mondo sta crollando “Ma certo, che domande sono. Vuoi tornare dalla persona che ami.”
Questa ultima frase la dico con un dolore in pieno petto, poi aggiungo “Spero che Buffy ti renda felice”
Spike continua a darmi le spalle “Angel, prima che vada via per sempre...”
“Si, Will?”
“Puoi dirmi quello che hai provato questa notte? È vero quello che hai confessato prima? Hai davvero temuto di perdere l’anima perché eri felice?”
Certo che è vero, quello che abbiamo condiviso è stato importante, ho raggiunto la felicità rischiando di perdere l’anima e tutto per fare l’amore con lui.
Sospiro e lo raggiungo afferrandolo per un braccio e costringerlo a voltarsi
Mi perdo nei suoi occhi blu come l’oceano e gli rivelo “Piccolo, ancora non hai capito che ti amo? Come non ho mai amato nessuno.”
Ecco! Finalmente l’ho detto! Sospiro in attesa di sentire la sua risata o qualche battuta sarcastica, ma invece si limita a balbettare “Mi ami? Angel, ma…”
“Ti prego, non dire nulla. Volevo confessartelo da tanto, ma non ne ho mai avuto il coraggio.”
Spike sorride e mi dice “Liam, sono stordito. Se penso a quante volte ho desiderato udire queste parole dalle tue labbra.”
Cosa? Non riesco a credere alle mie orecchie. Questo significa che quello che mi ha detto nel tempio era vero, che mi ama? Lo fisso con gli occhi sgranati e gli dico che pensavo lui mi odiasse.
Mi rassicura che non potrebbe mai odiarmi “Sei il mio Sire…il mio amore…il mio tutto.”
A questo punto sorrido, sento che sta dicendo la verità, che quello che prova è reale “Sei un piccolo bugiardo, Will. Avrei dovuto saperlo che avevi detto la verità questa notte nel tempio. Non hai mai mentito in quelle circostanze”
“Perché non hai risposto che mi amavi anche tu? Quando ho visto allontanarti il mio cuore si è spezzato in mille pezzi.”mi confessa ferito
“Ho visto la tua espressione, ho creduto ti fossi pentito e che non pensassi davvero quello che mi avevi confessato.”gli dico giustificando le mie azioni.
“Ora basta. È tutto finito, ormai.”mi accarezza una guancia con dolcezza“Siamo insieme e questo è l’importante, Liam.”
“Will, sapessi quanto avrei voluto stringerti a me e quanto ti ho odiato quando sei andato via con Harmony.” deve sapere che sono geloso di quello che c’è stato tra lui e la mia segretaria.
“E tu con Eve? Avrei voluto strapparle il cuore. Credevo l’amassi”mi accusa. Dovevo capirlo che la detestava, ma non credevo fosse per questo motivo.
Gli spiego che ho fatto sesso con Eve solo perché me lo aveva detto Lorne, non perché provassi qualcosa per lei.
Spike sembra titubante, forse non mi crede del tutto, ma non può continuare a dubitare dei miei sentimenti per lui.
Lo amo.
“Le cose stanno davvero così? Non mi stai mentendo?”insiste
“Non potrei mai mentirti, amore. Non pensiamo più a Eve o a Harm.”gli sussurro mentre mi accingo a baciarlo mettendogli una mano dietro la nuca e sfiorandogli le labbra con la lingua. Il suo sapore, potrebbe anche farmi ubriacare.
Spike ansima e io ne approfitto per spingermi all’interno e rendendo questo bacio più passionale
“Ti amo, Liam, da morire."mi dice prima di impadronirsi nuovamente della mia bocca.
Con una mano slaccia l’asciugamano, posso sentire il suo desiderio, vuole fare l’amore con me e io non aspetto altro
Mi attira a sé, i jeans troppo stretti non riescono a nascondere il desiderio che prova per me.
Pronuncio il suo nome umano e lui mi spinge sul letto per poi sedere su di me
“Sei solo mio.”mi dice
Sono felice, sorrido cacciando la lingua tra i denti e gli confessi “Lo sono sempre stato.”
“Anche io sono sempre stato tuo, Sire.”replica
“Per te sono solo Liam.”adoro quando usa il mio vero nome.
Annuisce e mi bacia di nuovo.
Capovolgo le posizioni costringendolo contro il materasso e con un sorriso maligno gli dico “Ora sei nelle mie mani, piccolo Will. Posso farti tutto quello che voglio.”
“E cosa stai aspettando? Un invito scritto?”
Era proprio quello che volevo sentirgli dire. Gli sfilo lo spolverino dalle spalle e lo lancio dall’altra parte della stanza.
Lui si arrabbia per il modo in cui tratto il suo adorato ricordo, il souvenir che ha preso dalla seconda cacciatrice che ha ucciso.
Lo prendo in giro, sarebbe ora di buttarlo quel pezzo da museo, ma dall’occhiataccia che mi lancia non sembra molto d’accordo con le mie parole.
Gli tolgo anche la maglietta nera, non vedo l’ora di averlo nudo sotto di me. Lo sento gemere di piacere “Liam”.
Sghignazzo e gli faccio cenno di tacere, ho in mente alcune cose che mi piacerebbe fargli.
Obbedisce e sospira
“Bravo, il mio piccolo”
Termino di spogliarlo. È appetitoso, non posso fare a meno di leccarmi le labbra alla vista di quel corpo perfetto che da oggi in poi sarà solo mio.
“Liam, toccami, non resisto.”
Mi supplica e io decido di accontentarlo. La mia mano lo sfiora, la sua virilità è eretta e pulsante. La percorro lungo tutta la lunghezza. Lo sento ansimare
“Piccolo, sei così perfetto! Non mi stancherei mai di osservarti e sfiorarti.”
Mi stendo su di lui baciandolo con trasporto. Mi mette una mano dietro la nuca e mi attira a sé, credo non possa più aspettare e neanche io.
Continuo a toccarlo fino a quando non viene con un urlo.
La mia mano è coperta dal suo seme, me la porto alle labbra e lo assaporo“Delizioso”.
Spike spalanca gli occhi a quella vista, poi mi prende la mano e imita le mie azioni.
È così sexy che mi sento sul punto di esplodere “Will, sei così…”
“Così come?”
Mi afferra il sedere e mi attira maggiormente a me. Gemo e gli confesso che lo desidero, poi gli infilo un dito tra le natiche e spingendo a fondo.
Il mio adorato Will. Lo amo da impazzire. Lui chiude e sussurra “Ancora…di più!”
Aggiungo un secondo e poi un terzo dito, ma desidero essere dentro di lui.
Mi spingo in profondità e lui comincia a gemere senza sosta.
Nella stanza si sentono solo i suoni dei nostri gemiti e sospiri.
Mi muovo implacabile dentro di lui, mi porto le sue gambe sulle spalle e continuo a dargli piacere.
So che lo adora…adora il modo in cui mi spingo fino a dei punti mai raggiunti prima. Lo capisco dal modo in cui mi induce a continuare, ad amarlo con passione.
Raggiunge l’orgasmo con un grido soffocato e io lo seguo subito dopo.
Lui ha ancora gli occhi chiusi e io gli sfioro il viso sussurrandogli “Will, ti amo. Avei voluto dirtelo la prima volta.”
“Sì, ma dato che sei il solito zuccone hai deciso di farmi faticare, non è vero?”
Sorrido, poi vedo che è stanco e mi stendo accanto a lui appoggiando la testa sul suo petto.
Spike si muove, dove vuole andare? Non gli permetterò di scappare via da me, non questa notte. È dedicata a noi. Gli cingo la vita con un braccio
“Non volevo scappare via da te.”sussurra per rassicurarmi, ma io non lo lascio.
“Questa è la notte più bella di tutta la mia vita.”mi rivela rendendomi l’uomo più felice del mondo.
“La mia è stata quella in cui Dru ti ha portato a me. Già allora sapevo che saresti stato mio per l’eternità.”gli confesso con estrema sincerità poi lo stringo con maggiore forza e gli poso un lieve bacio sulle labbra.
Chiudo gli occhi e mi addormento sognando la nostra vita insieme. Per la prima volta non ho paura di sognare perché so che quello che farò questa notte durerà per l’eternità, proprio cme la mia vita insieme al mio adorato William.


THE END

giovedì 19 febbraio 2009

Destiny capitolo 9

Coppia: Angel - Spike
Rating: NC-17
Spoiler: 5 stagione di ATS
Summary : Destiny come avrei voluto fosse andata realmente.
Disclaymer: I personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joss Whedon
Contiene scene di sesso omosessuali e violenza.

Spike pov

Non riesco a crederci.
Ho fatto l’amore con Angel!
Sì! L’amore, per me non era solo sesso quello che c’è stato tra noi.
Chiudo gli occhi, è ancora steso su di me e non accenno a muovermi.
È troppo bella la sensazione che provo.
Lui ansima, sento il suo sguardo.
Riapro gli occhi, mi perdo in quelle pozze scure che tanto amo.
Come vorrei sapere cosa ha significato per lui
È stato solo un modo di ricordare i vecchi tempi?
Oppure la volontà di ribadire la sua superiorità su di me?
Attendo che parli, ma si limita a fissarmi come se aspettasse una mia azione
Non so che dire
Temo di rovinare tutto…di dire qualcosa che possa indurlo a odiarmi…
Abbasso la testa e sospiro
A quel punto lui si muove
Si alza e comincia a raccogliere i suoi abiti, senza dirmi neanche una parola
Il mio cuore va in pezzi, ma che è accaduto?
Certo! Ha ottenuto quello che voleva.
Stringo i pugni.
Avrei dovuto aspettarmi una reazione del genere, ma non mi pento di averlo amato.
Temo solo di avere peggiorato la situazione…
Il silenzio tra noi è lacerante.
Mi alzo e raccolgo lo spolverino, porta ancora le tracce di quello che è accaduto.
Angel mi volta ancora le spalle mentre si riveste in silenzio.
A cosa starà pensando? Forse a qualche cattiveria da dirmi come quando era Angelus.
Faccio un profondo respiro e mi rivesto.
Non voglio fargli capire quello che provo…che sono deluso dalla sua reazione.
In fondo, sono Spike, il killer delle cacciatrici…William il sanguinario.
Nulla può ferirmi.
Cerco di autoconvincermi, ma so che mi sto solo illudendo.
Il mio cuore sanguina.
Angel si volta, mi lancia un’occhiata fugace, poi dice “Hai vinto! Il calice ti appartiene!”
La sua voce è fredda e distaccata come se non gli importasse, ma so che gli brucia la sconfitta che ha subito.
Temo che sia un’altra sconfitta ciò che lo fa parlare in questo modo
Si avvia verso l’uscita.
“Aspetta!”urlo quasi senza rendermene conto, non voglio che se ne vada
Lui si blocca e si volta, sembra stanco, come se non volesse discutere.
A malincuore lo lascio andare.
Non saprei neanche cosa dirgli per indurlo a restare.
Sparisce dalla mia vista.
“Idiota…bastardo.”mormoro
Mi volto e dopo essermi vestito, indosso lo spolverino di pelle e mi avvicino al calice.
Lo afferro e senza pensarci bevo.
È solo acqua di fonte, ma che diavoleria è mai questa?
Lo sapevo! Era tutto un imbroglio! Scommetto che hanno inventato tutto per indurci a combattere.
Volevano metterci l’uno contro l’altro e…ci sono riusciti.
Ci siamo battuti…quasi fino all’ultimo sangue
Ci siamo amati e ora Angel mi disprezza.
Sono riusciti nel loro intento.
Una rabbia cieca di vendicarmi…di uccidere…mi pervade.
Come vorrei avere quella sgualdrina di Eve davanti per strapparle il cuore.
Scommetto che è stata una sua idea. Sa molto di più di quello sembra e è pericolosa…estremamente pericolosa.
Lascio cadere il calice al suolo e furioso corro verso l’esterno.
Devo tornare a Los Angeles. Devo avvertire Angel!
Strano che, ancora dopo il modo in cui è andato via, il mio primo pensiero sia per lui.
Sono una puttana dell’amore…un vampiro patetico.
Ma voglio uccidere senza pietà il responsabile di tutto questo.
Subirà la mia vendetta.
Nessuno può prendere in giro William il sanguinario.

Angel pov

Il cuore mi trabocca di felicità.
Sono tra le braccia del mio dolce William.
Sono in Paradico.
Abbiamo fatto l’amore…
Sembra non sia trascorso neanche un giorno dall’ultima volta
Ho rischiato di perdere nuovamente la mia anima quando ho…ma, per fortuna, non è accaduto.
Il mondo non avrebbe resistito a un’ennesima incursione di Angelus, il flagello d’Europa.
Will è sotto di me.
Ansima per l’intensità dell’orgasmo che deve averlo colpito.
Non posso fare a meno di ammirarlo…di delineare ogni tratto del suo viso perfetto
Voglio ricordare come è in questo momento.
Il mio poeta biondo dal volto d’angelo.
Lui mi guarda per qualche istante e poi distoglie lo sguardo
Abbassa la testa.
Questo suo gesto mi spezza il cuore.
Deve essersi pentito di quello che c’è stato tra noi.
Stringo i pugni.
Sento che sto per esplodere.
Devo andare via da questo luogo…da lui…
Mi alzo allontanandomi di qualche passo.
Raccolgo i miei abiti, ma sento i suoi occhi su di me…il suo sguardo mi brucia
Vorrei voltarmi e ritornare da lui, ma non posso
Non saprei cosa dirgli e temo che lui possa dirmi qualcosa di sarcastico
Non lo sopporterei, non in questo momento, non dopo quello che ho provato.
Mi rivesto velocemente, ho fretta di lasciare il tempi e di tornare a Los Angeles.
Mi volto per un’ultima volta e, fissandolo, gli dico con estrema durezza “Hai vinto! Il calice ti appartiene!”
Leggo incredulità nei suoi occhi
Immagino non creda che abbia accettato così facilmente la sua vittoria, in fondo lo merita, lo desiderava molto più di me.
Sto per lasciare la stanza quando la sua voce mi blocca.
Mi urla di aspettare.
Perché? Per quale motivo? Sospiro rassegnato, ora mi lancerà una delle sue cattiverie.
Mi volto e attendo.
Il vampiro biondo tace, sembra quasi che non sappia cosa dirmi.
Attendo qualche istante, poi mi dirigo verso l’uscita lanciando un’ultima occhiata al calice che avrebbe potuto ridarmi una vita.
Spike è ancora lì, senza parlare, mi fissa mentre mi allontano.
Raggiungo l’auto e immediatamente mi pento di non avergli detto che lo amo.
Sono un idiota!
Mi ha dichiarato il suo amore e io sono rimasto senza parole.
Perché non gli ho fatto capire che anche io provo lo stesso?
Ora, di certo, mi odierà per averlo lasciato in quel modo.
Decido di tornare indietro, ma poi penso che avrò modo di chiarire le cose con lui alla Wolfram & Hart.

Spike pov

Sono stato nell’ufficio di quel ciarlatano, ma l’ho trovato vuoto.
Deve essere scappato dopo che Angel si è diretto nel deserto.
Forse è stato meglio così. Se lo avessi trovato avrei rischiato di aggiungere un’ulteriore vittima alla lunga scia che tormenta la mia anima.
Mi precipito nel corridoio. Devo trovare Angel, rivelargli i miei timori
L’ultima cosa che vorrei fare è parlare con lui, ma non posso farne a meno.
Deve sapere che c’è qualcuno che trama nell’ombra.
Qualcuno che ha deciso di liberarsi di noi.
Entro in laboratorio e lui è lì, con Fred.
Lei lo sta fissando preoccupata.
Gli chiede il motivo di tutti quei tagli e lividi.
Che idiota! Inventa una scusa che non regge.
Le risponde che è caduto dalle scale! Ma a chi vuole darla a bere?
Mi viene da ridere.
Rendo manifesta la mia presenza.
Affermo che Sirk ha sgombrato l’ufficio e che è sparito senza lasciare traccia.
Racconto anche che il calice era solo una buffonata.
Non sono tornato umano, sono il solito vampiro.
Fred è senza parole, mentre immagino che Angel sia sollevato da questa notizia.
Certo, conserva ancora una speranza.
A me non importa, non più.
Può anche diventare umano per quanto mi interessa.
Angel non si volta neanche a guardarmi.
Che codardo! Non riesce a sopportare di avermi vicino.
Il mio cuore sanguina! Ho davvero rovinato tutto.
No! Non è vero! Ho agito come desideravo e non me ne pento anche se questo significherà perderlo.
L’ho avuto ancora! È stato mio per un’ultima volta.
In quel momento Charlie e Harm si risvegliano.
Sembra sia tutto a posto…finalmente.
Quella specie di virus che li aveva colpiti sembra svanito, ma ancora non sappiamo cosa lo abbia causato.
Entrambi non ricordano nulla.
Questa storia mi piace sempre meno.
Ho paura che presto le cose peggioreranno e noi non potremo fare molto.
Appare Eve. La rabbia che provo esplode.
L’aggredisco con le parole, le urlo che era tutta una messinscena, che in quel calice c’era solo acqua.
Lei mi guarda con il suo solito sorrisetto falso e afferma che non sa nulla di tutto questo.
Vuole che la seguiamo per conoscere tutti i dettagli e per informarci su quello che ha scoperto.
Entriamo nell’ufficio di Angel. Le siedo a debita distanza.
La detesto!
Non le credo!
Angel è silenzioso, poi Eve comincia a parlare.
Afferma che sono stati i Senior Partners a porre fine a tutto ma che non riescono a spiegare come sia cominciata.
Per quanto riguarda il calice del “perpetuo tormento” lei assicura che non sanno nulla.
A questo punto si alza annunciando che tornerà a casa a mettere qualcosa sul collo.
Sembra che Charles l’abbia aggredita.
Si vedono i segni delle dita sul collo, ha cercato di strangolarla
Peccato non ci sia riuscito, non sarebbe stata una grave perdita.
Come avrei voluto essere io a stringerle le mani attorno al collo.
Sono certo che non si sarebbe disperata se uno di noi due non fosse tornato dallo scontro.
La fisso con gli occhi come due fessure, mentre lei non mi degna neanche di uno sguardo.
Charles si alza per chiederle scusa, ma lei lo tratta con la solita freddezza che le compete.
Figurarsi. Crede di essere superiore a tutti, ma scoprirò cosa nasconde.
Dopo un attimo esce dalla stanza.
Mi alzo anche io l’aria è irrespirabile, la tensione può tagliarsi con il coltello e io non la sopporto.
Mi ci vuole un drink, forse chiederò a Charles si accompagnarmi.
Non mi va di ubriacarmi da solo, ma non voglio farlo neanche con Angel.
“Questo ex fantasma si va a prendere qualcosa da bere, che ne dici, Charlie, ti va di venire con me?”gli chiedo notando la sua aria abbattuta.
Lui respinge il mio invito e io mi allontano non prima di aver lanciato un’ultima occhiata a lui, il mio Sire.
Non si volta a guardarmi, come se non esistessi
Ma perché si sta comportando così? È freddo…distaccato.
Non riesce neanche ad immaginare quanto mi faccia male.
Devo uscire da qui! Non lo sopporto più.
Mi reco nel primo bar che trovo e ordino una bottiglia di whiskey, bevo direttamente, non mi serve il bicchiere.
Lo sento che mi scende lungo la gola.
Sì…erano mesi che non assaporavo una goccia di alcool.
Mesi in cui ero solo un’apparizione, ma tutto questo ormai è solo un ricordo.
La bottiglia è terminata.
Ne ordino una seconda, dimentico sempre che la mia costituzione di vampiro mi impedisce di ubriacarmi come vorrei.
Scoppio a ridere, che fregatura essere vampiri.
Vorrei bere fino a stordirmi, per non pensare a lui, all’unico uomo che non potrò mai avere.
Ho avuto il suo corpo, certo, ma non otterrò il suo cuore.
Non mi è mai appartenuto e non mi apparterrà mai.
Ora che anche la seconda bottiglia è vuota credo sia giunto il momento di tornare a casa.
A casa.
Ma cosa sto dicendo? Io non ho un posto dove andare.
Quando ero un fantasma queste cose non mi preoccupavano, ma ora è tutto diverso.
Rido di nuovo, immagino dovrò tornare alla Wolfram & Hart.
Stringo i pugni e prendo una decisione che forse condizionerà la mia vita da questo momento in poi.
Pago i miei drink e mi avvio verso l’uscita.

Angel pov

Entro in laboratorio, ma la mia mente è altrove.
Penso a Spike, al modo in cui sono andato via senza chiarire.
Fred è vicino a Gunn, è legato al lettino, ma è privo di sensi.
Dannazione! Deve essere stato infettato anche lui.
Non so come fare a risolvere questa situazione.
Fred mi fissa e mi chiede cosa mi è accaduto.
Mi guardo e ricordo la lotta che ho affrontato.
Rispondo che sono caduto dalle scale, ma non mi crede.
Improvvisamente sento la sua presenza alle mie spalle.
Mi irrigidisco, non mi volto.
Fred lo guarda e capisce quello che è successo e mi fissa arrabbiata.
Faccio finta di nulla, ho altro di cui preoccuparmi.
Spike racconta che Sirk è sparito e che quel calice era solo una fregatura.
All’interno vi era solo acqua di fonte.
In fondo, mi dispiace per lui, dopo quella lotta estenuante, non è riuscito a ottenere quello che bramava.
In quel momento Gunn e Harmony si risvegliano.
Sembra non ricordino nulla.
Aiuto Fred a liberarli dalle cinghie che li legavano ai lettini.
Sento lo sguardo di Spike sulla mia nuca.
Non mi volto.
Dopo un istante appare Eve con un sorriso sulle labbra.
Spike l’aggredisce, è davvero furioso.
Le riversa addosso tutta la sua rabbia e i suoi sospetti.
La ritiene responsabile di tutto e, questa volta, sono d’accordo con lui.
Quella donna nasconde qualcosa e prima o poi scoprirò di cosa si tratta.
Lei assicura che non ha nulla a che vedere con quello che ha detto Sirk e che i Senior Partners hanno risolto il problema che affliggeva la Wolfram & hart.
Si avvia verso il corridoio e ci dice di seguirla nel mio studio.
Vuole spiegare quello che ha saputo.
Spike siede al tavolo, mentre io prendo una sedia e mi accomodo a una certa distanza da lui.
Gli do le spalle.
Eve parla, dice che non si sa cosa abbia causato il virus che ha contagiato anche Harmony e Gunn, ma che i Senior partnes hanno messo fine a tutto.
Si alza massaggiadosi il collo e annuncia che andrà a casa.
Io la ascolto a malapena, penso a cosa possa esserci sotto.
Gunn le si avvicina per scusarsi, ha cercato di strangolarla, ma lei gli dice che non deve scusarsi e poi sussurra che c’è ancora la questione dei due vampiri con l’anima da risolvere.
Parla a voce bassissima, ma non abbastanza per il mio udito da vampiro.
Scuoto la testa, da la colpa di tutto a Spike.
Non so che pensare.
Da quando è diventato corporeo nulla è più lo stesso.
Eve si allontana e Spike si alza annunciando che ha bisogno di un drink.
Invita Gunn a fargli compagnia.
Naturalmente non pensa nemmeno ad includermi.
Come dargli torto? Sono letteralmente scappato via dopo che mi ha dichiarato il suo amore.
Immagino quanto debba disprezzarmi.
Gunn declina l’invito e Spike si allontana senza aggiungere altro.
Una volta soli Gunn mi si avvicina.
Ha capito che qualcosa che mi turba.
Mi chiede cosa mi tormenta.
Se solo sapesse…
Non può neanche immaginare cosa agita la mia anima.
Non ha la minima idea cosa sia accaduto in quel tempio.
Gli rispondo soltanto che Spike mi ha battuto.
Sembra sorpreso dalle mie parola.
Alzo lo sguardo, i miei occhi sono spenti, senza vita.
Ripeto che mi ha sconfitto, per la prima volta, lo desiderava molto più di me.
Voleva vincere…dimostrarmi che non è più il poetucolo che Dru aveva portato in quella camera d’albergo, ma un maestro vampiro…un eroe.
Se fosse stato tutto vero ora sarebbe umano…al posto mio.
In fondo, ho sempre asserito che fossero un mucchio di bugie, ma…
Era bello pensare che un giorno…avrei potuto avere una vita normale.
Gunn cerca di consolarmi, ma è inutile.
Non può dire nulla che mi faccia sentire meglio.
Dice poi che ha bisogno di dormire dopo gli estenuanti avvenimenti di quella giornata da cancellare.
Lo lascio andare, desidero restare da solo, a pensare…a riflettere.
Penso a cosa starà facendo Spike.
Immagino stia annegando i suoi dispiaceri nell’alcool.
Sorrido. Vorrei poterlo fare anche io, ma non risolverebbe nulla.
Starei meglio, per un po’, ma poi…
Tutto quello che è accaduto mi ricadrebbe addosso come un macigno.
Decido che l’unica cosa che posso fare è discutere con Spike…chiarire.
Credo che una nottata di sonno mi chiarirà le idee.
Mi avvio verso l’ascensore
Salgo nella mia camera, devo farmi una doccia anche se non vorrei.
L’ultima cosa che vorrei fare è cancellare dal mio corpo l’odore del mio adorato Will, ma…
Sono pieno di polvere…sangue…sudore…
Entro nel bagno.
Forse l’acqua calda mi farà sentire meglio….