
giovedì 29 luglio 2010
mercoledì 28 luglio 2010
Squadra speciale Lipsia in Italia

L’Italia è da sempre un paese aperto all’estero e alle novità televisive provenienti da altri paesi. Non dimentichiamo che la maggior parte dei programmi presenti nel nostro palinsesto televisivo ci arrivano dagli Stati Uniti e altri fanno parte di un format internazionale quale Endemol. Anche la Germania ha sfornato numerosi telefilm che vengono trasmessi anche da noi e dei quali molti hanno avuto un grande successo quali “Derrik” o “Il commissario Rex” e negli ultimi anni anche “Squadra Speciale Cobra 11” con le sue scene colme di azioni mozzafiato, di incidenti e di inseguimenti avvincenti.
In questo cosiddetto report mi preme parlare di un telefilm che è nato in sordina ma che a poco a poco ha acquisito sempre più spettatori: Squadra speciale Lipsia è un telefilm nato nel 2001 e trasmesso dal canale tedesco Zdf, mentre in Italia è arrivato solo nel 2005. Narra la storia di quattro commissari della Squadra omicidi di Lipsia alle prese con criminal pericolosi e senza scrupoli.
A capo della squadra vi è il commissario capo Haio Trautzschke uomo determinato che antepone la giustizia a tutto.
Gli altri uomini della squadra sono:Jan Maybach, padre single e commissario integerrimo e ligio al dovere. Si è trasferito da colonia con il figlio Benny; Ina Zimmermann unica donna del team e Miguel Alvarez, di origini spagnole, attratto dalle donne, impulsivo e amante del suo lavoro, ma con un passato turbolento.
Il telefilm in Italia non ha ottenuto il successo che avrebbe meritato, forse per la mancanza di grandi scene d’azione e di inseguimenti come invece si può vedere in Cobra 11.
Una caratteristica che mi ha molto colpito di Squadra speciale Lipsia è lo spazio dato ai sentimenti, alla caratterizzazione dei personaggi e ai rapporti umani che s’instaurano tra i componenti della squadra come per esempio quello tra Jan e Miguel. Il rapporto che li lega va ben oltre quello tra due colleghi. Sono amici, quasi fratelli e la profondità del sentimento che c’è tra loro si estrinseca nel momento del pericolo. Esempio lampante è l’episodio Senza via d’uscita quando Miguel è introvabile e Jan perde la testa. Fa di tutto per trovarlo e quando scopre dove si trova si butta alla sua ricerca senza attendere i rinforzi rischiando la vita. Lo ritrova ferito, quasi dissanguato e nei suoi occhi si può vedere il dolore. Questo sentimento viene portato alle estreme conseguenze quando Miguel perde la vita. Jan è semplicemente distrutto, psicologicamente fragile e pronto a mollare tutto. Negli episodi successivi si nota il peso di questa perdita, Jan cambia, diventa più cupo, più serio e anche più cinico. Per non parlare della non accettazione dei sostituti del compianto Miguel.
Questo aspetto umano è qualcosa che apprezzo molto nel telefilm, nel quale Miguel non viene dimenticato l’episodio successivo come accade i altri serial, ma la sua presenza resta nel ricordo degli altri protagonisti.
Negli ultimi anni sono nati numerosi gruppi su facebook dedicati a Squadra speciale Lipsia e a i due protagonisti.
Artefici della creazione di blog e pagine facebook:
Jan e Miguel i poliziotti più sexy della tv creata da me http://www.facebook.com/group.php?gid=126104509395&ref=search
blog: http://passionepericolosa.blogspot.com/
Giusi Dottini alla quale dobbiamo il blog: http://squadraspecialelipsiaslash.blogspot.com/
Gruppo dedicato a Squadra speciale Lipsia:
http://www.facebook.com/group.php?gid=126104509395&ref=search#!/group.php?gid=89619879346&ref=ts
creato da Maurizio Specchierla
Giusi ha anche un canale di youtube nel quale è possibile trovare video tratti dagli episodi e creati da lei, mentre nel mio canale si trovano anche video tratti da episodi in lingua originale e fan video creati da me.
Report by Alessandra Giusti
mercoledì 21 luglio 2010
Il terzo incomodo 2 (NC17

Capitolo 2
Personaggi: Gabriel Merz, Marco Girnth, Gedeon Burkhard
Rating: NC17
I personaggi non mi appartengono, la storia e gli avvenimenti sono tutto frutto della mia invenzione o pe meglio dire, mente malata
Un grazie speciale alla mia editor Giusi per la sua pazienza e il suo ottimo lavoro.
Una volta all’interno della suite, Marco si guardò intorno stupito, la produzione non badava proprio a spese per i suoi attori. Oltre ad un salottino, comprendeva un bagno enorme con vasca Jacuzzi e camera completa di ogni confort. Mentre il biondino era distratto a contemplare quel lusso, Gabriel lo afferrò da dietro tirandolo a sé.
“Ora sei tutto mio!” appoggiò il petto alla schiena, baciandogli il collo esposto.
Marco ansimò e voltatosi incontrò le sue labbra. Continuando a baciarlo, Gabriel lo spinse contro la parete. “Quanto mi sei mancato”
“Tu di più” Marco gli sfilò la giacca lasciandola scivolare lungo le spalle.
Gabriel si sbottonò la camicia e Marco lo aiutò a tirarla fuori dai pantaloni.
“Hai messo su anche un po’ di pancetta” pizzicò il rotolino di carne che fuoriusciva “come sei arrapante, Gabri”
“Tu invece hai sviluppato dei pettorali pazzeschi” Gabriel accarezzò il torace attraverso la polo, poi la alzò sfilandogliela dalla testa. Osservò eccitato il fisico scolpito “non mi stancherei mai di ammirarti”
Gabriel lo abbracciò e insieme si diressero nell’altra stanza. Senza smettere di baciarsi si mossero verso il letto. Gabriel lo spinse supino, sovrastandolo con il suo corpo massiccio. La bocca scese a lambire il mento, poi il collo. Marco inarcò la schiena circondando con le braccia lasciando vagare le mani lungo la schiena nuda.
“Gabri” giocherellò con il ciuffo di peli che spiccava sul petto, scendendo poi verso il basso.
“Chiamami Erik”
“Erik come?” aprì il bottone dei pantaloni, abbassando la chiusura lampo. In un attimo fu nudo.
“Erik Gehlen” Gabriel armeggiò con la cinta dei jeans di Marco, liberandolo dall’ultimo impedimento che separava la pelle dalla sua “finalmente!” stendendosi su di lui, gli allargò le gambe con una mano. “Ricordi quando ti ho scopato con forza, quel mattino, a casa mia?” sussurrò Gabriel leccandogli il lobo.
Il pene di Marco ebbe un guizzo e Gabriel continuò: “Non vedo l’ora di ripetere quell’esperienza, dolcezza” catturò il lobo tra le labbra “e di farti godere come non mai”
“Che aspetti!”
“È impaziente il mio cucciolo” Gabriel gli accarezzò un fianco, scendendo a sfiorare la fessura tra le natiche. Quando cominciò a stimolare il suo punto speciale, Marco gemette di piacere e mosse il bacino verso il basso “Non perdere tempo, scopami”
“Arrivo subito!” e senza indugiare oltre, lo penetrò con un colpo di reni. A quell’intrusione Marco si lasciò sfuggire un lamento.
“Come sei stretto, amore” sporgendosi a baciargli il collo, Gabriel si spinse con decisione. Scese a leccargli il petto sudato per poi risalire verso la bocca schiusa. La solleticò con la sua. “Voglio fotterti per bene! Abbiamo tanto da recuperare!”
“Più veloce, è stupendo” per approfondire il contatto, Marco gli agguantò i glutei. “quanto mi è mancato il tuo cazzo!”
“Lo senti quanto ti voglio?” Gabriel si schiacciò con decisione su di lui.
“È stupendo averti dentro di me, amore!” Marco lo attirò in un bacio ardente.
“Sei la mia sgualdrina”
“Sono la tua sgualdrina!” ripeté “Fammi godere! Scopami come solo tu sai fare”
Gabriel sfiorò le labbra con il pollice: “Mi piace quando mi supplichi!”
L’altro lo catturò succhiandolo.
“Sei terribilmente arrapante, amore” gli occhi scuri bruciavano di lussuria. “Voglio farti godere, ancora e ancora”
Marco gli solleticò il dito con la lingua.
Gabriel sussurrò affondando implacabile dentro di lui. Scese a stimolarlo tra le gambe.
“Toccami!” Marco inarcò la schiena e Gabriel obbedì masturbandolo fino a quando non sentì il seme inondargli le dita.
Un ultimo affondo e anche Gabriel raggiunse l’orgasmo, accasciandosi sul suo torace.
“Ah, quanto ne avevo bisogno” Marco gli accarezzò i capelli umidi.
“Tre fottuti mesi, non credo di resistere a vederti ogni tre mesi o quattro” alzò il capo fissandolo “io ti amo Marco, da matti”
“Ti amo anche io, Gabriel e non ho intenzione di rinunciare a te. Saperti lontano, in balìa di un seduttore da strapazzo, come quel Gedeon, mi fa impazzire di gelosia”
“Piccolo” gli posò un bacio delicato sulla spalla “Gedeon è attraente, molto attraente, ma…” sorrise “io amo te”
“Avrei voluto urlargli di starti alla larga perché sei solo mio”
Gabriel sorrise “Per me è solo un collega, forse potremmo anche diventare amici, ma niente di più”
Marco gli accarezzò la nuca disegnando dei piccoli cerchi con le dita.
Gabriel sussurrò “Mi soddisfi ampiamente, non cerco altro”
“Mio dio, è stato davvero stupendo” sentì ritornare l’eccitazione.
“Marco, cucciolo…” si morse la lingua, indeciso se continuare o meno.
“Dimmi”
“Che cosa hai raccontato a Katja per potermi raggiungere?”
L’amante s’irrigidì “Sai che le cose non vanno molto bene tra noi, quindi è stata più che felice di liberarsi di me”
“Mi dispiace non riusciate ad appianare le vostre divergenze”
Marco scosse la testa “Restiamo insieme per nostro figlio, ma siamo due estranei.”
“Che situazione di merda!”
“Temo che se divorziamo, non potrei più vederlo! Sai quanto può essere vendicativa!” si rattristò.
“Quindi sa tutto!” si scansò come scottato.
L’altro annuì. “Quando l’ha scoperto ha fatto una scenata, sembrava impazzita”
“Cazzo! Quella donna mi preoccupa, potrebbe fare qualcosa di avventato”
“Non credo, tesoro” con i polpastrelli percorse i contorni del suo viso. “ma non preoccuparti, io ti amo e solo questo conta”
“Sì, ma…” un bacio lo zittì.
Gabriel rispose con trasporto, ma qualcosa lo turbava. Si allontanò appoggiandogli le mani sul petto “Quando devi ritornare?”
“Lunedì”
“Cosa? Vuoi dire che abbiamo tre giorni tutti per noi?” sgranò gli occhi.
“Sì, amore”
Gabriel urlò di felicità saltando sul letto “Perché non me lo hai detto subito? Credevo di avere solo poche ore da trascorrere insieme”
Marco rise e Gabriel lo attirò in un abbraccio. “Questa sera andiamo a cena fuori, in uno dei locali più ‘in’ di Colonia”
Ore dopo sedevano a un tavolo un po’ appartato. Essendo entrambi famosi, Gabriel desiderava non essere disturbato da qualche fan durante la loro cena. Gabriel portò alle labbra un pezzo di Schnitzel gustandone il sapore eccezionale, era uno dei piatti tipici di quel ristorante. Masticò con gusto, non accorgendosi che Marco lo fissava con un sorrisetto malizioso.
“Ti ho sfiancato, vero?” non riuscendo a tenere le mani a posto, carezzò le dita con le sue.
“Sì, ho una fame da lupi, Marco, ma tu non mangi?” fissò la pietanza pressoché intatta.
“Sono a dieta” rispose senza smettere di sfiorarlo.
“Ancora? Marco, si può sapere che cazzo la fai a fare sta dieta? Hai un corpo perfetto, da sballo” gli prese la mano posandovi un leggero bacio, poi la lasciò andare “Ora, non farti pregare e mangia. Questa notte avrai bisogno di energie”
“Non vedo l’ora” si morse il labbro inferiore “Comunque, per la cronaca, mio caro. Da quando te ne sei andato, ho preso cinque chili”
“È tutta massa muscolare. Resta un po’ con me e vedrai come smaltisci tutto” strizzò l’occhio.
“Non provocarmi, Gabri, potrei anche prenderti in parola” Marco decise finalmente ad addentare la sua cotoletta.
“Buona, vero?”
“Squisita, a Berlino non ne ho mai mangiate di così deliziose” chiuse gli occhi deliziato.
“Te l’ho detto, qui fanno la migliore Schnitzel di tutta la Germania”
“Ora capisco da dove arrivano tutti quei rotolini che ho sentito” Marco si leccò le labbra ripensando alle ore trascorse a letto baciando e mordendo ogni centimetro del suo corpo.
“Stupido” Gabriel sbuffò dandogli un leggero schiaffo sulla mano. Marco la catturò stringendola per un attimo nella sua.
“Disturbo?” fece una voce familiare alle loro spalle.
Alzando la testa, Marco ritirò la mano di scatto. Sgranò gli occhi “Salve”
“Ciao” avanzò di un passo appoggiando le mani sulla spalliera della sedia di Gabriel, il quale si voltò fissandolo sorpreso “Gedeon? Come mai qui?”
“Che domande! Per cenare e poi, questo è un locale molto frequentato. Tutta pubblicità” sorrise “Vi dispiace se mi unisco a voi, ragazzi?” e senza attendere una risposta, prese una sedia dal tavolo dietro al loro e sedette vicino a Gabriel.
“Veramente eravamo…” fece per protestare Marco, ma poi rinunciò limitandosi ad osservare con attenzione il nuovo arrivato: giacca di pelle, dei pantaloni neri e camicia bianca alla quale aveva lasciato i primi due bottoni aperti. Era straordinariamente bello e per un attimo si sentì inadeguato.
Gedeon alzò la mano per richiamare un cameriere, poi posò gli occhi verdi su Marco “Allora, cosa ti porta a Colonia? Solo una rimpatriata con il tuo collega o c’è dell’altro?” fin dal primo momento in cui li aveva visti insieme aveva capito che tra loro c’era qualcosa che andava oltre l’amicizia. Ripensò a quando, solo tre anni prima si era ritrovato a girare un episodio di Soko e all’attrazione che aveva provato per Marco. Avrebbe voluto sedurlo, ma quando aveva visto il suo amore nei confronti della moglie, aveva desistito. Sospirò, era diventato ancora più bello.
“Avevo un paio di giorni liberi e ho pensato di venire a Colonia, ma non credevo di trovare anche te qui” rispose Marco.
“La vita è strana, non trovate?” spostò lo sguardo su Gabriel, gli era talmente vicino da poterlo sfiorare. Annusare il suo profumo muschiato glielo fece rizzare “Ci si ritrova a lavorare con persone che non vedi da anni. Sai, Gabri, sono molto felice di avere la possibilità di girare di nuovo con te”
Gli appoggiò la mano sulla coscia facendolo scattare leggermente.
Gabriel gliela scansò senza che Marco potesse accorgersene “Anche io, il tuo personaggio, poi, è molto interessante”
“Sì, oscuro, quasi quanto il tuo”
Il cameriere si avvicinò per prendere l’ordinazione di Gedeon: filetto al pepe verde e uno strudel.
“Quanto ti trattieni?”
“Un paio di giorni” Marco sorseggiò il vino seccato, trovava il bavarese alquanto invadente.
“Grandioso, una sera di queste vi porto in un locale che conosco”
La cena arrivò “Avevo una fame” dichiarò Gedeon tuffandosi affamato “Dovete ordinare lo strudel, è ottimo, l’ho già preso. Pensate che lo accompagnano con la panna e il gelato”
“Per carità” commentò Marco inorridito.
“Perché?” Gedeon era stupito.
“Perché sono a dieta”
“Tu?” scoppiò a ridere “Ma ti sei visto? Gabriel non gli dici nulla?”
L’interpellato alzò le mani in segno di resa “Non mi ascolta, è una testa dura. Io gliel’ho detto che ha un fisico pressoché perfetto”
“Dovresti ascoltarlo” la mano di Gedeon ritornò prepotentemente a sfiorargli la coscia.
Gabriel fremette quando questa risalì disegnandogli dei piccoli cerchi, ormai non c’era più alcun dubbio: Gedeon stava cercando di sedurlo e oltretutto, sotto gli occhi di Marco. Le dita si posarono per un attimo sul pacco tra le gambe.
Gabriel la scansò imbarazzato, il suo colorito era diventato sul rosso pomodoro. Per fortuna Marco, impegnato a mangiare la sua insalata, non si era accorto di nulla. Lanciò a Gedeon un’occhiataccia, ma lui gli rivolse un sorrisetto malizioso.
Improvvisamente si alzò in piedi “Scusatemi un istante” e si diresse verso la toilette.
Marco restò in silenzio e Gabriel si rese conto che qualcosa che lo turbava “Che hai?”
“Niente”
“Dai, parla!” insistette Gabriel.
“Gedeon è troppo importuno”
“Non pensare a lui, ho un programmino per dopo, dolcezza, vedrai” gli catturò nuovamente la mano accarezzando il dorso con la punta delle dita.
“Non vedo l’ora, che hai in mente?”
“Io, te e un letto” sussurrò Gabriel
In quel momento gli vibrò il cellulare nella tasca segnalando che era arrivato un messaggio. Lo prese, il numero sul display era sconosciuto. Lo lesse a mente “Però, non pensavo fossi così ben dotato. Toccandotelo mi si è rizzato subito. Se mi raggiungi, ti faccio vedere"
Gabriel impallidì spalancando la bocca, Marco si sporse in avanti per leggere, ma lui si affrettò a eliminarlo.
“Di chi è?”
“Una delle mie tante ammiratrici” ammiccò chiudendo lo sportellino del cellulare e riponendolo nella tasca.
“E come mai hanno il tuo numero?”
“Vallo a sapere” fece spallucce.
“Ti fanno proposte oscene?” scoppiò a ridere.
“In un certo senso” si agitò nervoso sulla sedia vedendo che Gedeon non ritornava.
Mentre l’ospite era via, arrivò anche il suo strudel. Gabriel si leccò le labbra e ne curioso di assaggiarlo, ne ordinò uno uguale,
“Tu sei pazzo a farti tentare da tutti questi dolci”
“Amore, ti preoccupi troppo” gli porse il cucchiaino con un pezzo di dolce “sta zitto e mangia!”
“Ma…” quando vide lo sguardo risoluto del compagno, obbedì aprendo la bocca.
“Allora?” domandò Gabriel.
“Ottimo” masticò chiudendo gli occhi “celestiale”
“Non sai che voglia di scoparti mi hai fatto venire” ridacchiò “mi arrapa vederti mangiare”
“Gabri, che dici? E se ci sentono?”
“E chi?” si portò alle labbra un pezzo di strudel “Non ci sente nessuno se siamo prudenti”
Gedeon ritornò al tavolo “Scusate, telefonata urgente”
“Intanto il tuo dolce è arrivato e ne ho ordinato uno pure per me” comunicò Gabriel.
“Buono, vero?”
“Sì, anche se non dovrei, mi sono alquanto appesantito” Gabriel si sfiorò la pancia.
“Già oggi hai parlato di pancetta e stronzate del genere. Sei in gran forma e anche tu, Marco. Ora, finiamo questo delizioso strudel e poi, tuffiamoci nella vita notturna di Colonia” strizzò l’occhio al biondino.
“Veramente, pensavamo di tornare in albergo a riposare” intervenne Marco.
“Così presto?” sulle labbra del bavarese apparve un sorrisetto.
“Sono molto stanco, Gedeon, sarà per un’altra volta” replicò Marco lanciando una fugace occhiata al suo compagno.
“La notte è giovane, ragazzi” appoggiò una mano sul braccio di Gabriel “ e va bene, non insisto ma, Gabriel devi promettermi che una sera di queste verrai con me in un locale che conosco”
“Te lo prometto!” Gabriel abbozzò un sorriso, ma il suo tocco lo turbava.
Gedeon insistette per pagare il conto per tutti e tre, poi insieme uscirono all’aria fresca. Marco inspirò felice di non trovarsi più al chiuso.
“Siete sicuri di non voler venire?” si accese una sigaretta, poi con la mano fermò un taxi che stava passando.
I due annuirono, Gedeon attirò Gabriel in un abbraccio “Se cambi idea sai dove trovarmi”
A quelle parole ebbe un fremito, ma cercò di fare finta di niente “A domani”
“Ciao, Marco” strinse anche lui tra le braccia, poi s’infilò nel taxi.
Una volta soli, Marco gli prese la mano “Andiamo, amore”
“Taxi?”
“No, camminiamo” gli occhi azzurri brillavano.
Gabriel annuì e insieme s’incamminarono verso l’albergo.
lunedì 19 luglio 2010
martedì 1 giugno 2010
Il terzo incomodo 1 (NC17)

Personaggi: Gabriel Merz, Marco Girnth, Gedeon Burkhard
Rating: NC17
I personaggi non mi appartengono, la storia e gli avvenimenti sono tutto frutto della mia invenzione o per meglio dire, mente malata.
Un grazie speciale alla mia editor e socia Giusi per la sua pazienza e il suo ottimo lavoro.
1
2007 Colonia
In una calda giornata di primavera, Gabriel Merz sedeva al tavolino di un bar, nel centro di Colonia. Bicchiere di whiskey in mano e sguardo sognante. Si trovava in città da appena tre giorni, ma già gli mancava Berlino. Il suo agente gli aveva procurato l’audizione per un ruolo in Alarm fur Cobra 11 e lui non ci aveva pensato due volte ad accettare. Sapeva che era un’occasione da non perdere. Il suo personaggio si chiamava Erik Gehlen ed era un trafficante di ragazze, nonché spietato assassino. Un ruolo diametralmente opposto a quello ricoperto per cinque anni in Soko Leipzig.
Un cameriere portò la sua ordinazione, una pasta al cioccolato. Gabriel l’addentò mugolando di piacere. Si disse che se la meritava dopo tutte quelle fatiche e che non gliene importava niente della dieta che avrebbe dovuto seguire per non aumentare la pancetta che cominciava a fuoriuscire dalla camicia costosa. Gli occhi saettavano dal cellulare al dolce che stringeva in mano. Attendeva una chiamata molto importante e ogni tanto lo sguardo cadeva sul display. Molte cose erano accadute da quando aveva abbandonato Soko: il trasferimento a Berlino, la fine del rapporto con la madre dei suoi figli e l’inizio della relazione con il collega Marco Girnth.
Era proprio lui che attendeva quel giorno. Sperava di sentire squillare il cellulare da un momento per sentire la sua voce all’altro. Quel giorno sarebbe giunto a Colonia e lui non vedeva l’ora di rivederlo. Erano trascorsi quasi tre mesi dall’ultima volta che erano stati insieme.
Gabriel tamburellò nervosamente le dita sul vetro del tavolino, ma in quel momento il telefonino vibrò e il display si accese. Si affrettò a rispondere e nell’istante in cui sentì la sua voce, le labbra si aprirono in un sorriso malizioso: “Sei arrivato?”
“Sì, sono alla stazione, dimmi dove sei e ti raggiungo”
Gabriel glielo spiegò, poi pagato il conto, si diresse verso il set. Avendo altre due scene da girare, lo avrebbe atteso lì,
Una Ferrari testa rossa era parcheggiata accanto al marciapiede. Attendeva di essere guidata dal famoso attore Gedeon Burkhard il quale indugiava appoggiato allo sportello. Il suo personaggio nel telefilm era un uomo d’affari amico di Erik, ambiguo e dalla doppia vita. In realtà la sua identità era tutt’altro che chiara. Gabriel gli si avvicinò scrutandolo con attenzione e considerò che Gedeon era davvero un uomo attraente: grandi occhi chiari, capelli scuri e pelle candida. La maglia nera che portava fasciava il torace ben modellato, mentre le gambe lunghe e sode erano celate da pantaloni di una tuta. Completava il suo abbigliamento un cappellino da baseball. Gabriel, invece, dato il suo personaggio, portava un completo grigio con camicia nera lasciata semi aperta.
“Ehi, Gabriel, dove sei stato?” assestandogli una leggera pacca sulla spalla Gedeon gli fece un sorriso sghembo.
“Al bar, avevo bisogno di qualcosa di dolce”
“Che voglia” si leccò le labbra fissandolo con uno strano sguardo “potevi chiamarmi. Adoro i dolci”
“Beato te che puoi permetterteli senza problemi, da quando sono a Colonia, ho messo su un bel po’ di chili”
“Non dire sciocchezze, stai benissimo” lo sguardo del bavarese vagò lungo il corpo di Gabriel, poi avanzò di qualche passo “Dopo, ti va di dividere un muffin al cioccolato con me?”
“Ho un appuntamento” replicò l’altro sorpreso da quell’invito, durante i giorni precedenti lo aveva trattato con indifferenza tanto da fargli pensare di non essergli simpatico.
Gedeon sembrò dispiaciuto “Peccato, sarà per la prossima volta” le labbra carnose del bavarese si aprirono in un sorriso “senti, non è che il tuo appuntamento ha un’amica?”
Gli strizzò un occhio e Gabriel arrossì “Non si tratta di una ragazza, ma di un amico, è di passaggio a Colonia e…”
“Non dire altro, capisco” Gedeon accese una sigaretta continuando a scrutarlo “sai, ti sta davvero bene quest’abito, il nero e il grigio ti donano particolarmente”
“Grazie”
Il regista fece segno di mettersi ai loro posti e Gabriel si diresse verso il ristorante nel quale doveva girare la sua scena. Quando entrò, al tavolo trovò due bionde mozzafiato che da sotto le ciglia super truccate, lo guardavano ammiccanti. In attesa del via, lui sedette circondando le spalle delle giovani con le braccia.
Quella alla sua destra gli sussurrò qualcosa all’orecchio e Gabriel ridacchiò, quella puttanella stava mettendo a dura prova la sua fedeltà nei confronti di Marco.
Marco Girnth raggiunse in taxi il set e lo trovò transennato. Guardandosi intorno, scorse una Ferrari testa rossa parcheggiata accanto al marciapiede e decine di persone che si muovevano come se avessero fretta di arrivare da qualche parte. Di Gabriel però, neanche l’ombra. Marco attraversò la strada, avvicinandosi al ristorante che sembrava brulicare di addetti appartenenti alla troupe. Si rese conto di essere piombato sul set giusto in tempo per la pausa tra un ciak e l’altro. Quando finalmente scorse Gabriel, il cuore cominciò a galoppare. Gli sembrò stupendo, seduto a quel tavolo, così elegante in quel completo. Accanto a lui un altro uomo dall’aria familiare. Anch’egli era di una bellezza travolgente, ma diversa da quella del suo Gabriel. Guardandolo con maggiore attenzione, lo riconobbe: si trattava Gedeon Burkhard, un attore bavarese con il quale entrambi avevano lavorato, un paio di anni prima, in Soko Leipzig, Marco notò con fastidio che Gedeon poggiava la mano affusolata sul braccio di Gabriel, ma non appena incontrò i suoi occhi scuri, anche quel pizzico di gelosia gli sembrò non solo fuori luogo, ma decisamente sciocca.
Vide Gabriel scusarsi con Gedeon e raggiungerlo all’esterno. Una volta uno di fronte all’altro, si fissarono con desiderio e amore senza osare rompere, con futili parole, l’atmosfera.
Marco lo osservò con attenzione, poi senza preavviso scoppiò a ridere.
“Che ti prende?” domandò Gabriel stupito da quella reazione. Non era certo l’accoglienza che si aspettava.
“Che hai fatto ai capelli?” indicò la chioma scura piena di gel.
“Non sai che fatica per tenerli giù!” replicò offeso.
“Sì, ma sono ridicoli!” Jan continuò a prenderlo in giro.
“Lo so” arrossì imbarazzato. “ma questa pettinatura è parte del mio personaggio”
“E chi sarebbe? Un magnaccia?”
Gabriel sgranò gli occhi“ Come lo hai capito? Dì la verità, hai seguito le riprese?”
“No, è che così mi sembri un pappone”
“Lo sono” ghignò maligno.
“Sei lo stesso terribilmente sexy” Jan accorciò le distanze.
Gabriel allungò un braccio a carezzare il colletto della polo, poi lo attirò a sé “Che aspetti a salutarmi come si deve, Marco?” e lo strinse con forza.
Ricambiando con altrettanto trasporto l’abbraccio, Jan affondò il volto nel suo collo “Mi sei mancato da impazzire”
“Amore mio” Gabriel sussurrò con un tono di voce impercettibile.
Restarono così, uno tra le braccia dell’altro per un bel pezzo, poi finalmente si staccarono: “Ho ancora da fare, Marco, ma spero di cavarmela con poco”
“Resterò in disparte a osservarti”
Mentre chiacchieravano Gedeon si avvicinò alla coppia, sulle labbra un sorriso: “Guarda chi c’è, Marco Girnth, non ti avevo riconosciuto”
“Ciao, Gedeon” gli porse la mano “non sapevo fossi anche tu in Alarm”
“Questo è il mio primo episodio, devo sostituire uno dei protagonisti” e indicando Gabriel sghignazzò: “ucciso da questo brutto ceffo”.
Marco sgranò gli occhi “Da te?”
“E sì, sono un cattivello” ridacchiò Gabriel.
“Un bastardo figlio di puttana, lasciatelo dire” Gedeon gli appoggiò la mano sulla schiena e avvicinò il viso al suo “ma dannatamente affascinante”
Rendendosi conto che stava flirtando con Gabriel, Marco alzò un sopracciglio,
“Dai, Gabriel muoviamoci” continuò a toccarlo, poi si rivolse all’altro attore “piacere di averti rivisto, Marco”
“Ci vediamo dopo” lo salutò Gabriel seguendo Gedeon.
Marco era geloso marcio, ma una volta soli gli avrebbe fatto capire che era solo suo. Si appoggiò ad un muretto per seguire i due attori recitare: Gedeon uscì dalla Ferrari e si diresse nel locale nel quale Gabriel lo attendeva abbracciato alle due bionde. Aveva davvero uno sguardo da duro.
Marco si eccitò, non lo aveva mai visto così deciso e freddo e gli occhi scuri sembravano davvero calcolatori e crudeli. Concluse che Gabriel era un attore eccezionale.
Mezz’ora dopo il regista concesse alla troupe di andare via, Gabriel lo raggiunse “Allora, che ne pensi?”
“Bravissimo, quel tuo sguardo mette davvero paura”
“Non prendermi in giro”
“Io dico sul serio, è davvero sexy” accorciò la distanza tra loro.
Gedeon si avvicinò e i due furono costretti ad allontanarsi “Ragazzi, vi va di bere una cosa?”
Marco stava per rispondere di andarsene al diavolo perché Gabriel era occupato con lui, quando l’amico lo precedette “Grazie, ma non possiamo. È da tanto che non ci vediamo, abbiamo molto di cui parlare”
“Certo” replicò l’altro accedendo una sigaretta, lo sguardo passò da uno all’altro. Malizioso aggiunse “non intendevo essere di troppo. Ci vediamo domani, Gabri. Ciao, Marco, piacere di averti rivisto” e si allontanò lasciandoli nuovamente soli.
Marco appoggiò le mani sui fianchi “Non mi piace quel tizio, si prende troppa confidenza”
“Cosa?”
“Ti ha puntato!”
Gabriel scoppiò a ridere “Sei geloso di Gedeon Burkhard? Siamo colleghi, abbiamo molte scene insieme. Nella finzione siamo… amici, se così si può dire”
“Perché?” Marco era sempre più stranito.
“Perché uno come Erik non ha amici veri, non sa cosa sono i sentimenti. È spietato e senza cuore”
“E ti riesci bene interpretare un individuo del genere?”
“Abbastanza” ridacchiò “Andiamo” afferrò Marco per un braccio.
“Dove?” si lasciò trascinare via.
“Il mio albergo è qui vicino”
Marco prese il suo borsone e lo seguì impaziente.
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