sabato 31 gennaio 2009

Destiny capitolo V

Coppia: Angel - Spike
Rating: NC-17
Spoiler: 5 stagione di ATS
Summary : Destiny come avrei voluto fosse andata realmente.
Disclaymer: I personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joss WhedonContiene scene di sesso omosessuali e violenza

Capitolo V

Spike pov


La telefonata di Angel mi ha davvero reso furioso!
Ha detto delle cose che mi hanno profondamente ferito.
Non credevo mi disprezzasse al punto di desiderare che non fossi tornato dopo Sunnydale…che fossi morto.
Una lacrima mi scende lungo la guancia, ma la catturo velocemente.
Non voglio piangere…non per lui, ma…
Le sue parole mi rimbombano ancora nella testa e mi dilaniano…
Il mio Sire…l’unico uomo che abbia mai amato…
Sospiro e finalmente vedo il tempio davanti a me.
Sorrido! Sono finalmente arrivato! E prima del mio Sire…
Questa è la cosa che più mi fa piacere…raggiungere il calice prima di lui.
Dannazione! Non riesco a non pensare a lui…
Spero solo che una volta umano riuscirò a dimenticarlo…a vivere finalmente senza la sua costante presenza.
No! Non credo mi sarà mai possibile…non potrei… senza il mio adorato Sire…
Scendo dalla Viper e mi dirigo versoi l’entrata del tempio.
Spero solo che non crolli tutto! Non sembra essere molto stabile questo posto.
È davvero un luogo sinistro.
Intorno a me vedo statue, vasi ed altre cianfrusaglie.
Mi sembra quasi di essere in una tomba egizia.
Mi incammino per un lungo corridoio, ma non sono per nulla tranquillo, forse…
Forse lui è già qui! Sento di non essere solo.
È arrivato! Angel è qui, percepisco la sua presenza.
Il desiderio mi investe all’improvviso.
Quanto vorrei essere altrove…magari con lui…
Invece sono nel deserto, in questo posto abbandonato alla ricerca di un qualcosa che potrebbe anche non esistere.
Mi avvicino ad una specie di apertura, affaccia sul piano inferiore.
Lo vedo…è sotto di me…mi fissa.
Nei suoi leggo rabbia e cerco di immaginare quale sia il vero motivo del suo stato d’animo.
Pronuncia il mio nome…
“Spike!” ed io quasi vengo nel sentire il suono della sua voce.
È così calda, profonda e sensuale che mi fa tremare le gambe tanto che vorrei raggiungerlo.
Solo che non posso farlo…non ancora.
“Eccoci qui! Due eroi vampiri che competono per bagnare le proprie gole con una sorsata di luce!” dico con un sorrisetto sulle labbra.
“È questo che credi di essere Spike? Un eroe?” replica furioso.
Questa frase per me è come una pugnalata in pieno petto, per lui non sono un eroe? Ma come osa?
Ho donato la mia stessa vita per salvare Buffy e l’umanità dal Primo, ma a quanto pare non è abbastanza per lui…
Non gli interessa!
Certo! Lui è il grande Angel! Il solo vampiro con l’anima!
Colui che salva gli indifesi!
Che affronta le Apocalissi!
Invece io ero e resterò per sempre il solito William il sanguinario!
Spike l’egoista che pensa solo a se stesso!
Non sa quanto si sbaglia!
Sento la rabbia che pervade tutto il mio essere!
Le sue parole mi colpiscono fino in fondo all’anima e mi feriscono come se mi avesse colpito in pieno petto con un paletto dalla punta acuminata.
In fondo avrei dovuto aspettarmi una cosa del genere da Angel!
Nonostante il mio dolore cerco di fare finta di nulla e gli dico sprezzante “Ho salvato il mondo!”
Angel mi fissa per un attimo poi dice “Una volta! Riparliamone quando l’avrai fatto qualche altra volta!”
Lo detesto! Vorrei rompergli il naso! Perché mi tratta sempre come se fossi solo una nullità?
Non sono inferiore a lui e glielo dimostrerò!
Prenderò quel dannato calice prima di lui e finalmente capirà di cosa sono capace
“Abbiamo finito di chiacchierare amico! C’è una profezia da realizzare!” gli dico e senza attendere una sua risposta mi allontano.
La cosa sembra più facile a dirsi che a farsi!
Dove sarà?
Questo posto sembra un dannato labirinto!
Stranamente la mia mente ritorna alla prima volta che ho visto Angel!
Era ancora Angelus allora.
È accaduto qualche notte dopo la mia morte, Dru mi aveva portato nell’appartamento che divideva con lui e Darla.
Nel momento stesso in cui i miei occhi si sono posati su di lui ho capito che sarebbe stato parte di me ed infatti è stato così.
Era così bello…fiero…
Mi ha contemplato per un tempo che a me è sembrata un’eternità…
Si è poi avvicinato permettendomi di ammirarlo meglio.
Aveva un viso d’angelo, che di certo gli era valso il suo nome…Angelus.
Gli occhi erano due pozze scure nelle quali annegare…
E una bocca carnosa che sembrava essere fatta per baciare.
Ricordo che già allora provai una strana sensazione.
Naturalmente allora ero troppo ingenuo e puro per pensare che quello che provavo potesse essere desiderio, ma sentivo che c’era qualcosa che mi spingeva verso quell’uomo.
Naturalmente Angelus si è preoccupato fin dall’inizio di ricordarmi quale fosse il mio posto all’interno di quella strana famiglia.
Era lui che comandava, non potevo fare altro che obbedire.
Io amavo Dru…era la mia Sire e lui me l’ha portata via!
Li ho trovati a letto insieme!
Per me fu un colpo terribile!
L’ho affrontato, ma Angelus mi ha schernito!
Ha messo in chiaro che nulla in quella casa mi poteva mai appartenere!
Potevo andare a letto con Dru, ma restava di sua proprietà!
Questa cosa mi ha pesato per molto tempo, ma forse solo ora comprendo che non era di Dru che ero geloso, ma di Angelus.
Trovarlo a letto con Dru mi ha procurato un dolore immenso, quasi come quello che sto provando ora per le sue cattiverie.
Eccolo! È davanti al calice!
Dannazione! Lo ha già trovato.
La sua solita fortuna!
Lo raggiungo, Angelus è lì in piedi e non accenna a muoversi.
Che starà mai aspettando?
Quel vampiro per me è un vero mistero a volte.
In un attimo gli sono accanto.
Lui non mi rivolge neanche lo sguardo…
So che vorrebbe ignorare la mia presenza, ma non può, quindi senza neanche voltarsi mi dice seccato “Ed ora che cosa facciamo?”
Che idiota! Secondo lui che dovremmo fare?
Lottare per quel dannato calice che ora è li davanti a noi.
In fondo non è per questo che siamo venuti nel deserto del Nevada?
Non rispondo, ma decido che è giunto il momento di agire!
Anche perché dentro di me sento che sto per esplodere.
Lo colpisco in pieno viso con un pugno mandandolo al tappeto.
Sembra sorpreso del mio gesto.
Ribadisce che non c’è tempo per questo.
E allora che dovremmo fare per contenderci il calice?
Giocarcela a dadi?
Mi avvicino ed Angel dopo avermi lanciato un’occhiataccia di fuoco si alza in piedi e mi colpisce.
Ecco! Ora riconosco il mio Sire! Sarà un combattimento grandioso.



Angel pov


Spike deve essere già arrivato! Sento il suo odore, impregna questo luogo.
Come è inebriante! Mi riporta alla mente antiche immagini e questo basta ad eccitarmi.
Ora però devo cercarlo, anche se temo che invece sarà lui a trovare me!
È sempre stato così!
È sempre stato il mio William a rintracciarmi quando voleva!
Percorro velocemente questo lungo corridoio e mi ritrovo in un’enorme stanza polverosa, ma in che posto mi trovo?
Mi guardo intorno e finalmente percepisco la sua presenza.
È sopra di me. Si affaccia da una specie di piano sopraelevato e mi parla
“Eccoci qui! Due eroi vampiri!”
Io lo guardo e vedo che ha la sua solita espressione strafottente sul volto.
So che è risoluto a trovare il calice.
Non posso permetterglielo!
Gli rispondo con cattiveria anche se non è mia intenzione “E’ questo ciò che credi di essere? Un eroe?”
Lui mi fissa e risponde “Ho salvato il mondo!”
“Una volta! Riparliamone quando lo hai salvato parecchie volte!”
William sembra sorpreso dalle mie parole e indurendo il tono di voce dichiara “Abbiamo finito di chiacchierare amico! C’è una profezia da realizzare!”
Si allontana e sento che è furioso!
È furioso con me e mi dispiace.
Lo considero un eroe per il modo in cui si è sacrificato per salvare Buffy e per chiudere per sempre la bocca dell’inferno.
Allora perché continuo a ripetergli tutte queste cattiverie che non penso?
Lo seguo.
Percorro questi corridoi che mi sembrano eterni e con la mente ritorno al primo momento in cui i miei occhi di vampiro si sono posati sul suo volto.
Vivevamo a Londra in quel periodo e la piccola Dru lo aveva appena portato a casa dopo averlo reso uno di noi.
Si era lamentata per giorni interi che non aveva nessuno, che io e Darla la trascuravamo ed aveva deciso di prendersi qualcuno con cui trascorrere il tempo, un cucciolo che possa stare con lei.
Quando entrò nella stanza con William lo studiai a lungo prima che lui si accorgesse della mia presenza.
Restai folgorato dalla sua bellezza.
Un viso perfetto, con zigomi pronunciati, labbra rosse e carnose.
Mi sono avvicinato perdendomi immediatamente in due pozze blu senza fine.
L’ho schernito, ma in fondo non avevo ancora la mia anima a torturarmi.
Ero il feroce Angelus.
William mi fa guardato incuriosito e fiero, voleva fare buona impressione…
E devo ammettere che ci è riuscito.
Da quel giorno è diventato per me un’ossessione.
Lo desideravo! Smaniavo di possederlo.
Ed infatti stato mio! Certo! Più di una volta, ma sentivo che il suo cuore non mi apparteneva completamente.
C’era una cosa che me lo impediva ed era il suo amore per Dru.
William amava la sua Sire…
Dovevo allontanarlo da lei.
Feci in modo che ci trovasse insieme.
Si infuriò! Credo che in quel momento mi abbia odiato con tutto se stesso.
Ha cercato di ribellarsi, ma io non gliel’ho permesso.
Lo consideravo come il mio Childe! E doveva essere solo mio.
La gelosia per quel sentimento che provava per Dru superò ogni mio buonsenso.
Mi portò a ferirlo…
Lo umiliai credendo che lo avrei avuto per me, ma sbagliavo…
Scuoto la testa cercando di rimuovere quei ricordi per me troppo dolorosi e finalmente raggiungo la mia meta finale.
Il calice è su un piedistallo in una sala sotto di me.
Con un salto la raggiungo.
Non riesco quasi a credere che sia reale…
Che con pochi passi può essere finalmente mio.
Alle mie spalle un tonfo!
William è qui!
Non mi volto…
Sento che se lo guardassi anche solo per un istante negli occhi non potrei continuare…
Non potrei più andare avanti in questa lotta per la realizzazione della profezia.
Ora mi è accanto…
Il suo odore è così inebriante che mi sento duro per il desiderio.
È immobile accanto a me e fissa senza parlare il calice.
Come vorrei attirarlo a me e baciarlo come se non si fosse un domani
So che non posso.
Mi respingerebbe e so che non lo sopporterei…
Non di nuovo.
Finalmente parlo, non resisto più
Tutto questo silenzio e attesa, sono così snervanti.
“Cosa facciamo ora? “
Il mio dolce poeta sembra riflettere su questa mia domanda.
Alza gli occhi al cielo, poi senza neanche rivolgermi lo sguardo mi colpisce.
Un pugno in pieno viso che mi coglie alla sprovvista.
È forte il ragazzino.
Mi manda al tappeto e poi si avvicina minaccioso.
Sento che vuole a tutti i costi prendere il calice al mio posto.
Mi dice delle cattiverie che probabilmente merito visto il modo in cui l’ho sempre trattato in passato.
Ad un tratto mi alzo e lo colpisco…
Lo colpisco con un pugno ed gli dico che allora se proprio vuole faremo a modo suo.
Lo scontro decisivo può finalmente avere inizio.
Stranamente mi sento eccitato ed ansioso…
È come se attendessi da tutta una vita questo momento.
Lui mi scruta come se volesse leggermi dentro e nei suoi occhi scorgo una strana luce.
Credo che in realtà sia impaziente di combattere e di vincere…

venerdì 30 gennaio 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 7

Capitolo VII

Il giorno seguente, Alex uscì a fare la spesa, il progetto per il centro sportivo lo preoccupava e lo teneva occupato più di quanto volesse, non aveva tempo per fare altro e la sua vita privata rischiava di risentirne. Raggiunse in pochi minuti il market e prese un carrello, cacciò dalla tasca la lista delle cose da comprare, quella sera aveva deciso di preparare una cenetta romantica per Amber, per farsi perdonare del comportamento della sera prima.
Percorse il corridoio principale diretto verso lo scaffale del vino, poi avrebbe dovuto prendere la carne. Improvvisamente si bloccò, William era davanti a lui, intento a scegliere una bottiglia di vino rosso. Imprecò, non era pronto ad affrontarlo. Il poeta si voltò e i loro sguardi s’incrociarono, le labbra del biondo si allargarono in un sorriso “Alex”
“Ciao, Will”lo raggiunse “anche tu qui?”
“Sì, avevo bisogno di alcune cose”posò la bottiglia nel carrello che aveva accanto, poi sbirciò in quello dell’amico e alzò un sopraciglio, sembrava avesse in programma una cena romantica a giudicare dalle cose che aveva all’interno “ma anche tu, a quanto vedo”
“Già”e volse lo sguardo verso le bottiglie di vino alla ricerca di quella giusta.
“Ti consiglio questo”gli sussurrò con voce calda e profonda “l’ho provato ed è delizioso, corposo e ricco”
“Grazie, seguirò il tuo consiglio”mormorò senza guardarlo.
William lo fissò stranito, sembrava così freddo nei suoi confronti “Alex, c’è qualcosa che non va?”
“No, perché me lo domandi?”
“Sembra tu sia, non so, distante”rispose scrutando la sua espressione.
Questa volta Alex posò le iridi su di lui “Davvero?”
“Alex, ormai, ti conosco, capisco quando c’è qualcosa che non va. Sai che puoi dirmi tutto, siamo amici”
“Davvero?”rise “Strano, credevo fossi solo un tuo vicino”gli faceva ancora male ripensare alla sua frase.
William fremette, non credeva lo avesse udito “Alex, io non…”
“Lascia perdere, ho capito fin troppo bene”nei suoi occhi c’era dolore “ma sai che ti dico? Non me ne frega nulla”sibilò prendendo due bottiglie e posandole nel carrello “Ci vediamo, Will”fece per andarsene, ma il biondo lo bloccò “Non è come pensi”
“Ah no? E allora, com’è? Chi era quel ragazzo? Una nuova conquista o un tuo ammiratore? No, lasciami indovinare, è un tuo collega di scuola”era geloso marcio, non sopportava l’idea di William con un altro, ma non voleva ammetterlo.
“No, non è così, lasciami spiegare”cercò di parlare, ma lui lo fermò “Perché gli hai detto che ero solo il tuo vicino se invece, mi consideri tanto amico?”
“Non lo so, mi dispiace, Alex, è stata una cosa detta così, non lo pensavo. Tu lo sai quello che provo per te”accorciò le distanze tra loro.
“Credevo di saperlo, ma a quanto pare…”avvicinò le labbra al suo orecchio “volevi solo divertirti, fottere la mia mente, oltre che me”
William sibilò furioso “Non sai un accidente”
“No, hai ragione, non so nulla di te e neanche voglio saperlo” e si allontanò, aveva altre cose da comprare prima di tornare a casa.
Il biondo strinse i pugni, la rabbia non lo faceva ragionare lucidamente. Come osava accusarlo in quel modo? Il cuore si era frantumato in mille pezzi, gli occhi blu si riempirono di lacrime, ma non poteva farlo, Alex non meritava le sue lacrime.
Si mosse nella direzione opposta, doveva uscire da quel posto il prima possibile, non voleva rischiare di incontrarlo, non nello stato in cui era.


I giorni trascorsero veloci, la relazione tra Amber e Alex sembrava quasi giunta al capolinea, tanto che ormai quasi non si parlavano più e se lo facevano era per litigare. Lui le rinfacciava di lavorare troppo, di trascurarlo, mentre Amber lo accusava di essere distante, freddo e di avere u’altra. Naturalmente Alex negava fermamente, non l’aveva mai tradita, almeno non materialmente, ma spesso lo sorprendeva con lo sguardo perso nel vuoto oppure, lo sentiva sospirare, era certa che le stesse nascondendo qualcosa. Era diverso, soprattutto da quando William non frequentava più la loro casa, Alex non lo nominava mai, segno che avevano litigato.
Dopo l’ennesimo litigio lui aveva deciso di partire per qualche giorno dicendole di aver bisogno di tempo per riflettere, di stare da solo e, dopo aver preso un borsone, era andato via con la sua auto.
Amber sapeva che era la fine della loro storia e che quel periodo di pausa non avrebbe cambiato le cose. Quando fu sola si buttò sul letto e scoppiò in lacrime.
Alex era via da qualche giorno quando Amber si presentò alla porta di William, desiderava parlare con qualcuno, si sentiva così sola in quella grande casa, ma ciò che la spronava era conoscere il motivo del loro litigio.
Bussò, cercando di trovare una scusa plausibile per la sua presenza lì e quando lui aprì la porta lo salutò dicendo tutto d’un fiato “Ciao, William, mi piacerebbe leggere un tuo libro”
Il giovane la fissò stranito, si conoscevano da più di due mesi e lei non aveva mai mostrato alcun interesse per il suo lavoro, cosa l’aveva portata a desiderare di leggere le sue poesie? L’aveva forse mandata Alex? No, non poteva essere, da quel giorno al supermarket non lo aveva più visto e sapeva che stava cercando di evitarlo. Restò senza parlare per qualche istante, poi annuì “Certo”avrebbe indagato.
“Non mi fai entrare?”
“Sì, scusa”e si scansò per lasciarla passare.
“Bella casa, è la prima volta che vengo”commentò guardandosi intorno.
“Grazie”l’introdusse nel suo studio “come stai? È da qualche tempo che non ci vediamo”
“Insomma”si rattristò, ma non voleva parlare dei suoi problemi con Alex “invece, tu?”
“Potrei stare meglio”sospirò avvicinandosi alla libreria e cercando la raccolta.
“Cosa è accaduto?”gli domandò incapace di resistere oltre, doveva sapere.
“Ho molti pensieri e…”
“No, io intendo, tra te e Alex”
“Ci sono state delle incomprensioni”prese il libro che stava cercando e glielo porse “che ti ha detto?”
“Niente”scrutò la sua reazione “per questo lo sto chiedendo a te”
Lui non rispose e Amber continuò “William, eravate amici, Alex è diventato un altro da quando non vi vedete più, cosa è accaduto?”
Il biondo sospirò “Non mi sembra giusto parlarne, chiedilo a lui”
“Sembra più facile a dirsi che a farsi”mormorò, doveva prima tornare per potergli chiedere qualcosa.
William la fissò corrugando la fronte, ma che intendeva dire?
Amber continuò “Spero che risolviate le cose, era felice quando era con te”si voltò per andarsene, poi cambiò idea.
“Lui non vuole parlarmi e se devo dirti la verità, neanche io, non ora” replicò, non aveva dimenticato le sue accuse infamanti “forse tra qualche tempo”
“Non potresti neanche se volessi, è andato via e non so quando tornerà”gli rivelò sconvolgendolo.
“Cosa?”sgranò gli occhi “Ma di che stai parlando?”
“È partito, ha preso i suoi disegni, un borsone ed è andato chissà dove”gli spiegò “è quasi una settimana”sospirò tristemente.
“Per quale motivo?”
“Per stare lontano da me, immagino, vedi, le cose vanno male”sedette su una poltroncina.
“Non riesco a crederci, Alex sembrava così…innamorato”
“Sì, certo”scosse la testa “magari, ha anche un’altra e ora è con lei”
“No, non è così”replicò fermamente.
La bionda alzò la testa e lo fissò “Come lo sai? Ti ha detto qualcosa?”
“Lo so, capito?”distolse lo sguardo, temeva avrebbe capito, altrimenti “Era innamorato, mi parlava di te e non ti avrebbe mai tradito”lo sapeva a sue spese quanto fosse fedele.
“Vorrei crederti, ma allora perché è scappato?”scoppiò in lacrime.
William le si avvicinò e si accovacciò “Non lo so, ma te lo garantisco, non ti ha tradito”
Amber posò le iridi chiare su di lui e annuì “Grazie, William, ora, è meglio che vada, ti ho fatto perdere fin troppo bene”
“Non dirlo, mi ha fatto piacere, spero che Alex torni presto, piccola”la strinse in un abbraccio.
Lei strinse il libro che le aveva prestato al petto e gli sorrise “Grazie per avermi ascoltata”
La riaccompagnò alla porta, ma quando l’aprì restò impietrito, nel vialetto vi era un uomo sulla quarantina, con capelli neri, vestito con un cappotto nero. Gli sorrise e lo salutò“Ciao Will”
Amber uscì e trovandosi davanti quello sconosciuto disse “Salve”ma quando si accorse dell’espressione del poeta aggrottò la fronte “William?”
“Grazie di essere venuta, Amber”mormorò inespressivo.
La ragazza scese i due scalini “Ciao e grazie per il libro”la tensione era palpabile tra i due uomini, ma chi poteva mai essere quel tipo così impettito e sofisticato? Si avviò lungo il vialetto e con la coda dell’occhio vide un movimento alla finestra della signora Pattinson, doveva aver osservato tutto.
Scosse la testa stizzita, un giorno o l’altro si sarebbe fatta sentire, detestava essere spiata. Si volse verso William, ma lui era ancora impietrito davanti alla porta, con gli occhi blu fissi sullo sconosciuto. La curiosità la stava divorando, desiderava sapere, ma doveva reprimere quello che provava, lei non era certo come la signora Patterson.
Attraversò la strada e ritornò in casa, doveva prepararsi per il turno in ospedale.
William strinse la mascella, non si sarebbe mai aspettato di trovarselo davanti alla porta, quello doveva essere un incubo.
“Ciao, Will”ripeté l’altro abbozzando un sorriso.
“Ian”la sua voce fu un sussurro “cosa fai qui?”
“Non mi fai entrare?”
“No”replicò duramente “perché dovrei?”
“Non ti è ancora passata? È trascorso un anno, dannazione, per quanto ancora mi terrai il broncio?”
“Fino a quando non gelerà l’inferno, Ian”sibilò “vattene, non voglio vederti”fece per chiudere la porta, ma l’uomo lo fermò mettendo la mano “No, non lasciarmi fuori”
“Non voglio parlarti, Iam, in che lingua devo dirtelo?”
“Mi manchi, amore, ti prego, non fare così”la sua voce si addolcì.
“Come hai fatto a sapere che vivevo qui?”
“Ho le mie risorse, tesoro”sorrise “ora, perché non mi fai entrare, così parliamo?”
“No, so tutto, Ian, Steven è stato qui, abbiamo fatto un’interessante chiacchierata”gli occhi erano come braci.
“Steven? È stato qui? Immagino che lui tu lo abbia perdonato”
William non rispose e Ian scosse la testa “Sei prevedibile, Will, cosa ti ha detto per farti cadere tra le sue braccia?”
“La verità, di come lo hai sedotto dopo averlo fatto ubriacare”
“E tu, naturalmente, gli credi”
“Certo che gli credo”sibilò.
“Non vuoi sentire anche la mia versione?”gli domandò con calma.
“No, non hai scusanti, sei un bastardo, era il mio migliore amico, perché hai voluto farmi questo? Perché te lo sei scopato?”
“Abbassa la voce, Will, non vorrai senta tutto il vicinato”
“Rispondi”gli ordinò sferrando un pugno contro la porta.“Entriamo, Will”
“E va bene, ma solo perché non voglio dare spettacolo”e rientrò seguito dal suo ex amante.
“Ecco, ora siamo dentro, parla e poi sparisci”incrociò le braccia al petto in attesa.
“Hai ragione, sono un bastardo, ti ho tradito, ma l’ho fatto perché ero geloso, lui ti amava”cominciò a raccontare “me lo ha confessato, credeva fossi te, ha detto che mi amava, ma pensava di parlare con te. A quel punto non ci ho visto più, mi sono infilato nel letto e…”
William era sconvolto, non riusciva a credere alle sue parole “Cosa? Ian, ma ti rendi conto della bassezza nella quale sei caduto? Non ti conosco, non sei l’uomo che amavo”
“Sono sempre io, il tuo Ian”
“E qual’era il tuo piano? Scopartelo e…?”
Il bruno non rispose e fu allora che comprese “Volevi che vi scoprissi, sapevi che sarei tornato e che se vi avessi trovato a letto insieme avrei rotto la sua amicizia. Ian, sei malato”gli rivolse uno sguardo colmo di disprezzo “Mi fai davvero schifo, come ho fatto ad amarti?”
“Will, piccolo, ascoltami, io ti amavo, ero accecato dalla gelosia”gli appoggiò le mani sulle spalle, ma lui si scansò “Non osare toccarmi”
“Lo so, non ho scuse, ma perché non riesci a perdonare questo mio errore? È trascorso un anno”
“Davvero non capisci? Non potrò mai perdonarti, mi fidavo di te, avrei dato tutto per te, per la nostra storia, ma tu mi hai tradito, con il mio migliore amico e per cosa? Per una vendetta?”era disgustato, esterrefatto.
“Quel ragazzino era tutto per te, Will, ero geloso, ogni volta che eravate insieme tu eri un altro, quello che vi univa io non l’avrei mai avuto”gli confessò cercando di fargli comprendere le sue ragioni, ma l’altro sembrava irremovibile.
“Tu avevi tutto me stesso, Ian”la sua voce era rotta dai singhiozzi “io ti amavo, eri l’unico, ho mandato a puttane il mio matrimonio per te. Come potevi dubitare che il mio cuore non ti appartenesse?”
“Lo so, amore, lo so, ma io sentivo che la vostra amicizia era diversa, vi legava un sentimento così profondo e io…”scosse la testa “ne ero geloso, ora so che ho sbagliato, ma ero accecato, non ragionavo lucidamente”
“No, non è così, eri lucido nel tuo piano per distruggere un’amicizia che durava da anni”protestò puntandogli il dito contro.
“Ti amo, Will”gli confessò poi, sperava lo avrebbe perdonato
“Io no”replicò gelido.
“Non ti credo”
“Questo è un problema tuo, ma sappi che quello che provavo per te è sparito nel giorno in cui ti ho trovato a letto con Steven”affermò con decisione.
“C’è un altro, vero? È Steven? Stai con lui, adesso?”
“No, ma anche se ci fosse un altro non sarebbero affari tuoi, ora…”gli indicò la porta “vattene, ho da fare”
“Va bene”si avviò nell’ingresso “mi dispiace per il male che ti ho fatto, Will, ti ho perso per sempre ed è solo colpa mia”
“A cosa pensavi? Credevi che sarei stato arrabbiato solo con Steven? Che ti avrei perdonato?”
Ian lo fissò senza rispondere e William mormorò “Addio, Ian”mormorò.
L’uomo annuì e dopo avergli lanciato un’ultima occhiata aprì la porta e uscì.
William si appoggiò alla parete e si prese la testa tra le mani, cominciando a piangere, come poteva, quell’uomo, essere stato così crudele? Temeva di essere lui l’immaturo, all’interno della coppia, colui che doveva dipendere da Ian, ma la realtà era ben diversa, era Ian l’immaturo. Si asciugò gli occhi e si alzò in piedi, ora che tutto era finito, che Ian era solo un ricordo avrebbe potuto ricominciare, rifarsi finalmente una vita, amare ancora. Pensò ad Alex, era suo destino innamorarsi delle persone sbagliate, ma presto sarebbe stato felice.

giovedì 29 gennaio 2009

Destiny capitolo 4

Coppia: Angel - Spike
Rating: NC-17
Spoiler: 5 stagione di ATS
Summary : Destiny come avrei voluto fosse andata realmente.
Disclaymer: I personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joss Whedon
Contiene scene di sesso omosessuali e violenza.

Capitolo IV

Angel pov

Entro nel mio ufficio e lui è dietro di me. La sua presenza mi rende nervoso.
Non perché non lo voglia ma solo ed esclusivamente perché non so quanto potrò trattenere il mio desiderio di lui.
Raggiungo la scrivania, ho bisogno di nutrirmi.
Prendo la bottiglia di sangue e me ne verso una tazza colma.
Spero che mi faccia calmare.
Eppure, mentre osservo le mie dita che stringono la tazza le vedo tremare impercettibilmente.
Lo so…il mio autocontrollo sta andando in frantumi.
Soprattutto ora che mi sta scrutando come volesse leggermi dentro.
Vorrei parlargli, chiarire, ma non ci riesco “Spike, non ho voglia di litigare.”
Come sempre dalla mia bocca escono parole che di sicuro non possono fargli capire quello che sto provando.
Ecco! Ora lui penserà che lo odio.
Beh , in fondo è la verità, lo detesto perché è stato con Harmony, ma non posso fare nulla per cambiare le cose.
Lo guardo intensamente quasi senza rendermene conto.
È così bello!
Si sta passando la mano tra i capelli.
Ah! Come vorrei essere io a farlo.
Vorrei toccargli quei folti ricci che lui ostina a tenere imprigionati con il gel, sfiorargli le labbra, sentire il suo sapore. Se mi concentro posso ancora ricordarlo.
Solo a guardarlo sento i pantaloni diventare troppo stretti.
Spero che non se ne accorga.
“Che c’è?”mi chiede improvvisamente
Si è reso conto che lo sto fissando, ora che invento?
“Niente”mormoro, poi cerco di distrarlo parlandogli di quello che sta accadendo alla Wolfram & Hart.
Gli racconto dell’avvocato che è stato ucciso e dei sintomi, ma Spike non sembra interessato.
Non riesco a capire cosa gli passi per la testa.
E pensare che in passato la sua mente era un libro aperto per me!
Ora mi sembra così distante.
Continuo a parlargli, gli dico che Eve crede che tutto quello che sta accadendo sia dovuto al suo ritorno.
Una strana luce anima i suoi stupendi occhi blu e mi fa quasi paura.
Non l’ho mai visto così.
Improvvisamente la sua voce, bassissima ma tagliente mi raggiunge come una sferzata in viso “È lei che lo pensa? O sei tu?”
Sono stranito.
Mi aggredisce furioso, forse il mio silenzio suona come una conferma ai suoi sospetti.
Se solo sapesse quanto è lontano dalla verità.
Le parole che escono dalle sue labbra mi feriscono.
Afferma che ho portato l’amuleto solo per riavere Buffy, e per liberarmi di lui.
Ma di che sta parlando? Questa accusa non potrebbe essere più falsa. Io ti amo Spike.
Sono quasi impazzito di felicità quando ho visto che era tornato corporeo, che era di nuovo il mio piccolo Will, il vampiro che amavo ed al quale ho insegnato tutto quello che so.
Come può accusarmi di volermi liberare di lui?
Sono rabbioso, potrei anche colpirlo in questo momento, ma cerco di controllarmi.
Spike, intanto, continua a urlarmi addosso tutto il suo disprezzo “Confessa Angel! Confessa che anche adesso stai pensando a come fare per liberarti di me! Ora che sono qui in carne ed ossa non sei più il solo vampiro con un’anima, non sei più il solo beneficiario dello shan-zu che ti renderà umano. Per questo motivo che vuoi sbarazzarti di me vero? Vorresti fossi ancora fantasma per avere via libera, ma per tua sfortuna non lo sono più!”
A questo punto non ne posso più.
Come osa?
L’indignazione mi acceca, lo afferro per il bavero della giacca e gli urlo che non ha capito nulla, che non è così, ma lui non ascolta le mie parole.
Spike afferma di sapere quali sono le mie vere intenzioni
Ridicolo, neppure io so che voglio fare.
L’unica certezza è che lo desidero come non mai.
I nostri visi si sfiorano, i suoi occhi sono come l’oceano nei quale vorrei annegare.
Mi accusa di essere andato a letto con Eve.
È vero! Sono stato con lei, ma solo una volta.
Ma che ne sa lui del perché l’ho fatto?
Non ne eravamo consapevoli. Lorne ci aveva detto di farlo.
È stata una specie di incantesimo.
Non provo nulla per quella donna. C’è solo il mio piccolo e dolce Will nel mio cuore.
Lui però è stato con Harmony. Ha fatto sesso con lei anche se non la sopporta
Glielo dico e lui mi urla che può fare sesso con chi vuole.
Questa ultima frase mi rende furibondo.
Lo colpisco con tutta la forza di cui sono capace mandandolo a sbattere contro la parete.
Me ne pento all’istante. Non avrei dovuto farlo, ma è stato più forte di me.
Spike è sconvolto, credo non si aspettasse da me una simile reazione.
Lui vorrebbe restituirmi il pugno, ma io lo precedo e gli sono nuovamente addosso.
È sorpreso ed anche impaurito. . .
”Angel, ma cosa…?”
La sua voce mi arriva diretta la cuore.
L’ira svanisce.
Il mio corpo preme contro il suo.
La bramosia di toccarlo è talmente forte che potrei impazzire se non lo facessi.
Voglio sentire, come un tempo, la sua pelle fredda.
Lo guardo intensamente. Le sue iridi si fondono con le mie.
Dal labbro sta uscendo un rivolo di sangue.
Sogno di passare la mia lingua su quel piccolo taglio e assaporare quel liquido inebriante
Vorrei fargli passare il dolore che probabilmente sta provando in questo momento.
Povero il mio piccolo!
Mi dispiace avergli fatto male, ma la gelosia mi stava accecando.
Se solo mi fosse concesso leggere i suoi pensieri...
Avvicino il viso al suo. Non posso più resistere.
Mi lascio andare.
La mia lingua gli solletica le labbra, lecco il nettare porpora che sta imbrattando il suo mento.
Bacio prima un lato della bocca, poi l’altro.
Il suo sapore è intossicante.
Spike socchiude leggermente le labbra ed io ne approfitto per spingermi all’interno,.
La mia lingua si allaccia alla sua e comincia una lotta senza fine.
Lui geme, il bacio si approfondisce.
Diventa appassionato, famelico.
Vuole divorarmi.
Le sue mani mi accarezzano il collo, poi scendono lungo il torace.
I bottoni saltano via. Mi apre la camicia e mi sfiora con le dita.
Mi sfugge un gemito e lui continua nella sua dolce tortura.
Voglio sentire il contatto con la sua pelle.
Infilo le mani sotto la sua inseparabile maglia nera.
La sua pelle è come marmo! Quanto mi è mancata!
Sembra trascorsa un’eternità dall’ultima volta in cui ho potuto toccare il suo corpo perfetto come quello di un dio greco.
Potrei disegnarlo anche ad occhi chiusi, conosco ogni incavo, ogni neo o cicatrice.
Il mio poeta.
Il mio Will.
Continuo a baciarlo, a divorare la sua bocca.
Infilo le mani nei ricci biondi e lo attiro maggiormente a me.
Vorrei fare l’amore con lui, spingerlo sul divano e possederlo, come se tutti questi anni non fossero mai trascorsi.
Un rumore improvviso proveniente dall’esterno mi distrae.
Di cosa potrà trattarsi?
Metto fine al bacio “Spike…””la mia voce è quasi un sussurrò, mi manca il fiato.
Lui è stranito, credo sia confuso, non capisce il motivo del mio comportamento.
Non può neanche lontanamente immaginare quello che provo per lui.
“Angel”mormora leccandosi le labbra.
Quel gesto mi eccita talmente che devo farmi forza per non assaltare nuovamente la sua bocca carnosa e gonfia per i miei baci.
È possibile amare così tanto? Il solo pensiero di averlo mi fa paura.
Credo che sarebbe in grado di darmi l’attimo di felicità che non posso provare.
Come con Buffy, forse anche di più.
Il rumore continua pressante e finalmente mi rendo conto che stanno bussando alla porta.
Maledizione! Chi può essere? E se fossero Gunn o Fred?
Non voglio ci vedano, non capirebbero! Non sarebbero pronti ad affrontare tutto questo.
“Spike, bussano alla porta!”gli dico con la paura negli occhi
Lui mi borbotta che non gli interessa, sembra calmo.
La sua solita strafottenza! Mi fa impazzire quando si comporta in questo modo così sconsiderato.
Mi allontano senza guardarlo, ma so che sta seguendo ogni mio movimento.
Cerco di abbottonarmi la camicia, non voglio che mi vedano così, ma non ci riesco.
Ora ricordo, Spike li ha fatti saltare nella foga di sbottonarla.
Non è mai stato paziente quel ragazzo, ma io lo amo anche con i suoi difetti.
Forse sono proprio quelli a renderlo così irresistibile.
Mi avvio verso la porta cercando di inventare una scusa per giustificare lo stato del mio abbigliamento.
Se mi dovessero chiedere qualcosa dirò semplicemente che abbiamo litigato.
Spike non si è mosso, è ancora appoggiato alla parete.
So che sta continuando a guardarmi, credo voglia una spiegazione, ma questo non è il momento più adatto.
Apro la porta e vedo davanti a me Eve che sfoggia il suo solito sorriso ammaliatore.
Grandioso! Proprio lei ci voleva adesso, spero solo che non si accorga di nulla.
“Angel!”mi dice “Ti cercavo, ho trovato qualcuno del dipartimento di Wesley che può aiutarci con la profezia”
“Bene. Ti raggiungo subito.”
Spike si è avvicinato.
Spero non dica nulla di compromettente, adora mettermi in imbarazzo davanti agli altri.
Fa capolino e scruta Eve, forse non pensava fossimo insieme “Ah sei qui! Vi cercavo entrambi.”
“Eravamo qui!” esclama con una voce profonda e sensuale
Nel tono in cui dice quelle due parole vi leggo malizia.
Stringo i pugni, forse vuole che lei sappia quello che c’è stato tra noi.
No! Non può essere così.
Non lo farebbe mai.
Lei intanto ci osserva intensamente.
Temo possa scorgere nei miei occhi la passione, l’amore che sto provando in questo momento per il mio vampiro biondo.
Mi ritrovo quindi ad abbassare la testa.
Non riesco a sostenere il suo sguardo indagatore.
Spike è sempre dietro di me. Sento il suo respiro sul mio collo.
Un brivido mi percorre la schiena, vorrei essere ancora abbracciato a lui e baciarlo.
Improvvisamente ci supera entrambi ed esce dalla stanza avviandosi lungo il corridoio.
Lo guardo, ma dove sta andando?
Ho paura. E se il mio comportamento lo inducesse ad andarsene da Los Angeles?
E se ora l’avessi perso per sempre? E tutto per un bacio che erano anni che desideravo dargli.
Ma che mi è preso?
Dannazione! Non me lo perdonerei mai se ora lui decidesse di partire e abbandonarmi.
Lo seguo lungo il corridoio “Spike” lo chiamo.
Non si volta.
So che è furioso.
“Raggiungimi al dipartimento di Wes!” continuo
“Fottiti.” sibila con un filo di voce, ma purtroppo il mio udito di vampiro mi permette di sentirlo .
Provo un dolore in pieno petto. Oh mio dio! Cosa ho fatto? Ora mi detesta!
Lo raggiungo e lo blocco per un braccio.
Si divincola e mi dice furioso “Lasciami Sire! O sarò costretto a pestarti!”
Vedo il dolore impresso nei suoi occhi, forse non si aspettava una cosa del genere da parte mia.
Non ho programmato di baciarlo! E’ accaduto, ma non me ne pento.
Lo amo troppo e non credo riuscirò a celare i miei sentimenti a lungo.
Prima o poi Spike o qualcun altro scoprirà quello che provo ed in quel momento ci sarà la resa dei conti.
Sospiro e cercando di celare il mio stato d’animo gli dico “Potrai farlo dopo ora dobbiamo risolvere questo pasticcio.”
Mi guarda di traverso, poi senza replicare mi segue.
Ho vinto! Per il momento resta!

Spike pov


Quel bastardo! Ma chi si crede d’essere ?
Lo detesto quel…!
Dannazione!
Non so neanche come chiamarlo quel dannato del mio Sire!
Ora sono letteralmente fuori di me.
Riesce sempre a spiazzarmi con le sue azioni.
Mi ha baciato!
Non me l’aspettavo, non è da lui!
Angel è un musone tutto d’un pezzo.
Ah! Risentire le sue labbra sulle mie… il suo sapore…è stato inebriante, ma poi…
L’incanto tra noi si è dissolto non appena la sua adorata biondina è riapparsa…
Lo ha riportato alla realtà…al suo dovere.
Al nostro dovere…di risolvere la situazione.
Per questo ora sono qui alla guida della Viper che…ho preso in prestito…alla Wolfram & Hart.
No! Sghignazzo! In realtà è dal primo momento in cui l’ho vista ho deciso che sarebbe stata mia!
E poi il rosso dona di più a me che a Angel.
Ne ha tante di auto. Non se ne accorgerà neanche che gliene ho presa una.
Devo sostituire la mia adorata De Soto e questo gioiellino mi sembra l’ideale.
Mi trovo in questo dannato nel deserto, diretto verso una specie di tempio nel quale è custodito il “Calice del perpetuo tormento”
Il nome non è molto rassicurante, ma ormai cosa ho da perdere?
E poi il sostituto di Wes ha detto che se un vampiro con l’anima berrà da quel calice diventerà umano!
Umano…non riesco a crederci.
Sarebbe grandioso poter sentire nuovamente il mio cuore battere...respirare e poter camminare finalmente alla luce del sole.
Angel voleva farmi credere che erano tutte chiacchiere senza fondamento!
È stato tutto il tempo a raccontarmi la storiella che questa profezia era solo una balla e che non dovevo farci affidamento.
Io invece ci voglio credere!
L’idea di potere avere finalmente una vita normale è troppo allettante per potermelo lasciare scappare.
Spero solo che quel linguista da strapazzo non ci abbia preso in giro.
Per adesso intorno a me non c’è nulla a parte la sabbia.
Nella mia mente c’è solo Angel.
Non dimenticherò mai la sua espressione quando ha temuto di essere sorpreso con me,era di puro terrore!
Il mio cuore si è spezzato in due nel vederlo allontanarsi.
Stronzo! Se penso che un secolo fa era lui ad implorarmi di baciarlo!
In realtà mi costringeva…ma…io non mi facevo pregare.
Mi faceva impazzire quando mi guardava con quelle pozze oscure, non potevo di certo resistergli.
E poi quella bocca…labbra carnose e rosse da mordicchiare, baciare, leccare.
Se solo mi fermo a pensare divento duro.
Come vorrei non fossimo stati interrotti!
A quest’ora staremmo scopando sul divano del suo studio.
Invece è arrivata Eve…quella sgualdrina!
Crede che Angel sia di sua proprietà!
Solo perché sono stati a letto insieme un paio di volte, ma non è così!
Il mio Sire non è di proprietà di nessuno!
Forse…appartiene a me, ma non lo ammetterà mai!
È troppo orgoglioso!
Può scordarsi che io implorerò ancora la sua attenzione!
Da ora in poi il mio unico pensiero sarà sottrargli il calice e diventare finalmente umano.
Ho salvato il mondo! Me lo merito per la miseria!
Sorrido e alzo il volume della radio.
Questa musica è un vero sballo!
I Sex Pistols stanno cantando una delle mie canzoni preferite.
Improvvisamente sento uno strano suono! Mi guardo intorno…
E’ il cellulare che ho preso in prestito!
Solo che non credo lo restituirò all’avvocato a cui l’ho sottratto.
Sghignazzo se penso alla sua faccia quando se n’è accorto. Ed Angel?
Lui sarà di certo furioso, ma non mi interessa!
Il cellulare è sul sedile accanto al mio.
Lo prendo e rispondo con tono strafottente “Pronto?”
Ma in realtà so già chi è! Non può che essere lui…il mio Sire.
“Mi hai preso la Viper!” mi urla furioso senza neanche salutarmi.
Sghignazzo! Voglio farlo arrabbiare, lo provoco “Ora è la mia Viper, amico!”
Continua a urlare cose incomprensibili, mi piace troppo la sua voce.
Ha un suono così caldo che mi fa venire i brividi lungo la schiena, mi eccita.
Ma devo smetterla di viaggiare con la testa. Lui non mi vuole. anzi, mi accusa di volere sempre prendere tutto come un gioco!
Mi dice che si tratta di una cosa seria, che delle persone stanno morendo, e che lo shan-su è una profezia e che non è destinata a me!
Ma che ne sa? Mica il manoscritto dice il suo nome?
Parla di un vampiro con l’anima che diventerà umano dopo aver superato molte battaglie, salvato il mondo etc…e io ho fatto tutto.
Sono bruciato per salvare il culo agli esseri umani.
Angel è sempre il solito presuntuoso arrogante!
Lo detesto quando si comporta in questo modo!
Vorrei proprio fargli vedere se la profezia è destinata a lui o a me.
“Ancora non puoi accettarlo? Hai vissuto la tua vita pensando di essere il predestinato, ma solo ora ti rendi conto che non lo sei e che a nessuno importa di te”
Le parole mi escono come un fiume in piena, voglio punirlo per tutto quello che accaduto!
Però ad un tratto quello che dice mi spezza il cuore “Vorrei fossi ancora un fantasma” ed è come se mi avesse strappato l'anima a morsi.
Sento un peso in pieno petto, non so che rispondere; per un attimo questa frase mi spiazza.
Deglutisco a fatica poi mi riprendo e furioso urlo “Ma non lo sono! Sono bruciato salvando il mondo ed ora sono tornato per davvero. Immagina perché? Perché io sono l’unico!”
Sono certo che dopo queste mie frasi lui è alterato, ma non mi importa.
Non dopo le cattiverie che mi ha sputato addosso in questi due minuti!
Voglio che soffra come sto soffrendo io! Mi ha fatto troppo male.
Io lo amo disperatamente, mentre lui mi detesta e vorrebbe che fossi ancora un fantasma.
“Spike non ho tempo per …” lo interrompo. È insopportabile per me sentire le cattiverie che gli escono dalla bocca. La rabbia mi sta divorando.
Devo mettere fine a questo supplizio.
Fingo che la linea sia disturbata, in fondo potrebbe essere anche vero, siamo nel deserto!
“Ti sto perdendo…”faccio dei versi “Non ti sento…”
E chiudo la comunicazione.
Figlio di puttana!
Ma come ha potuto gettarmi addosso tutte quelle cattiverie poche ore dopo esserci baciati.
Gliela faccio vedere io a quel finocchio del mio Sire, gli soffierò la coppa sotto il naso! Angel sconfitto da me. Che soddisfazione sarebbe!



Angel pov

Sono davvero furioso!
Spike! Ancora lui!
Riesce sempre a farmi impazzire con il suo comportamento da ragazzino capriccioso. È sgattaiolato fuori dall’ufficio di Sirk senza che ce ne accorgessimo!
Ma so benissimo dove sta andando.
È diretto al tempio nel deserto; vuole trovare il calice prima di me, per questo non ha detto nulla. Sapeva che glielo avrei impedito.
La speranza che tutto sarebbe cambiato tra noi, dopo quello che era accaduto nell’ufficio, è morta con questa fuga.
Vuole diventare di nuovo umano, abbandonarmi e correre dalla sua Buffy.
Se penso a quanto sono stato ingenuo a pensare che anche lui…
Spike resta un egoista ed opportunista.
Lo avevo dimenticato. Pensa solo a se stesso!
Come se non bastasse si è portato via la mia Viper rossa.
Dannazione! Era la mia preferita e con la sua guida spericolata posso solo immaginare cosa potrebbe accadere a quell’auto.
Devo raggiungerlo. È una corsa contro il tempo.
Devo sbrigarmi se voglio fermarlo prima che trovi il calice.
Sospiro e la mia mente non può fare a meno di tornare indietro di qualche ora, a quando eravamo da soli nel mio ufficio.
Ripenso alle sue labbra, al suo sapore, alla sua pelle fredda e liscia come il marmo.
Lui mi desiderava così come lo desideravo io.
Lo sentivo da come si avventava sulla mia bocca, come volesse divorarla.
Perché allora subito dopo è uscito dallo studio furioso?
Non credo di aver frainteso la situazione, mi voleva e se solo…
Ah, se non ci avessero interrotto! Eve ha scelto il momento peggiore per bussare.
Ha spezzato quel fragile incanto che si era creato tra noi.
Sembrava non fosse trascorso neanche un attimo da quando ci amavamo nell’appartamento londinese nel lontano 1880, quando Spike era ancora il mio dolce poeta, il piccolo William, giovane creatura ancora senza malizia, mentre io ero…Angelus, il flagello d’Europa.
Eppure è trascorso più di un secolo.
Siamo cambiati, abbiamo entrambi un’anima, ma i sentimenti per William sono rimasti intatti.
Cerco di non pensare a lui, ma è un’impresa impossibile!
Ho deciso, lo chiamo. Devo sapere dove si trova.
E poi voglio sentire la sua voce.
La sua eccitante voce. Ok Angel, non perderti in strane fantasie.
Lui non è tuo.
Eppure il suo sapore è ancora tra le mie labbra.
Come si può amare così tanto?
Certo, ho amato anche Buffy, ma con Spike è diverso.
Perché lui l’adoravo anche quando ero senza anima.
Non mi serviva la scintilla per provare questo sentimento quando era tra le mie braccia.
Ma ora basta, facciamo questa telefonata e vediamo dove diavolo è finito quel ladro da strapazzo.
Ha rubato anche un cellulare ad un avvocato!
Il suo è un vero talento. Se penso a quante cose portava via dai negozi senza che nessuno si accorgesse di nulla!
Compongo il numero ed aspetto. Mi risponde dopo diversi squilli.
La sua voce mi provoca un brivido…ora che gli dico?
“Spike mi hai rubato la Viper!” gli urlo prima che la mia mente possa mettere a fuoco un pensiero sensato. Dannazione!
Non volevo gridare, ma ormai è fatta!
Lui non reagisce, mi risponde con calma e strafottenza che ora l’auto è sua.
Certo! Come no! Dovrà passare sul mio corpo.
Mmmm! Meglio non pensare a questo altrimenti non so cosa potrebbe uscire dalle mie labbra. Respiro a fondo e cerco di contenere il desiderio.
Ma la mia virilità preme contro i pantaloni al pensiero di possederlo.
Non è il momento questo, la situazione è grave.
Detesto questo suo modo di fare, sembra che non gli importi nulla di nessuno.
“Spike ci sono persone che stanno morendo, questo non è un gioco!”esclamo
“Ed uno di noi lo fermerà! E vuoi sapere chi? Io!”mi dice
“Questa profezia non riguarda te!”
Spike continua dirmi che sono patetico, che non riesco ad accettare che non sono io il vampiro di cui parla la profezia.
Quasi non lo ascolto, le sue parole sono così fredde.
Sembra geloso, forse è per questo che vuole trovare il calice prima di me, è geloso di quello che ho. Spike vuole sottrarmi la maledizione per poter avere una rivincita su di me.
Questa consapevolezza mi sconvolge.
Vorrei non crederci, ma tutto mi fa pensare che sia così.
E mi fa male.
Spike intanto continua ad aggredirmi.
Poi dice una cosa che mi paralizza!
“Ancora non puoi accettarlo? Hai vissuto la tua vita pensando di essere il predestinato, ma solo ora ti rendi conto che non lo sei e che a nessuno importa di te!“
Non riesco a credere alle mie orecchie.
Questo significa che anche a lui non interessa nulla di me.
Il mio cuore si frantuma a quelle parole, ma serro la mascella e gli dico con cattiveria “Vorrei fossi ancora un fantasma!“
Non lo penso, ma in questo momento voglio solo ferirlo!
“Ma non lo sono!”esclama alterato, forse non se l’aspettava una frase del genere.
Dice che è bruciato per salvare il mondo e che ora è ritornato per sempre e che questo è accaduto perché è lui il vero prescelto!
E’ un illuso se davvero pensa una cosa del genere, ma io non ho la forza di replicare.
Gli dico che ho tempo per questo, ma Spike mi fa capire che non ha campo e che sta perdendo la linea, ma so che la realtà è un’altra. Non vuole parlare più con me!
Senza rendermene conto, ha chiuso la comunicazione ed io mi ritrovo a parlare con il telefono muto
“Idiota!” esclamo quando capisco che ha riattaccato.
Premo il piede sull’acceleratore desideroso di raggiungerlo al più presto.
Ho uno strano presentimento.

mercoledì 28 gennaio 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 6

Capitolo VI

William sedeva su una panchina, di fronte al liceo, era l’intervallo e aveva bisogno di prendere una boccata d’aria invece di restare nella sala insegnanti. Accese una sigaretta, erano anni che non fumava, ma era nervoso e solo quello poteva calmarlo. Elisabeth gli aveva riferito che suo fratello era partito per gli Stati Uniti perché desiderava incontrarlo e questo lo aveva fatto entrare nel panico. Cosa gli avrebbe detto? Era trascorso un anno dall’ultima volta e dopo quello che era accaduto non sapeva cosa aspettarsi da quell’incontro. Sospirò e abbassò la testa, poi si portò la sigaretta alle labbra e inspirò una boccata “Dannazione”
“Will?”una voce che non udiva da tempo lo chiamò facendolo impietrire.
Volse lo sguardo e lo vide, il suo vecchio amico era lì, davanti a lui che lo guardava con un sorriso timido sulle labbra “Steven”sussurrò, lasciando vagare lo sguardo lungo il suo corpo. Era come lo ricordava, ma sembrava un po’ più adulto, forse era dovuto al pizzetto che aveva fatto crescere sotto il mento.
Indossava un cappotto blu scuro, un maglione color petrolio e dei jeans, i capelli rossi erano più lunghi rispetto all’ultima volta che lo aveva visto e gli occhi verdi sembravano spenti, privi della vitalità che un tempo li aveva contraddistinti.
“Ciao, Will, come stai?”si avvicinò di qualche passo, le mani sepolte nelle tasche del cappotto.
“Bene, ma come facevi a sapere che ero qui?”
“Ho chiesto in giro”alzò le spalle “desideravo vederti”
“Lo so, ho parlato con Beth, mi ha riferito che eri partito”
“Ah, te lo ha detto”sospirò tristemente “sì, volevo vederti Will, spiegarti”
I lineamenti del biondo si indurirono, gli faceva ancora male pensare a quello che era accaduto e a come aveva tradito la loro amicizia.
“Davvero?”si alzò dalla panchina e si avvicinò “Spiegarmi?”
“Sì, Will, ti prego, ascoltami”cacciò le mani e cercò di toccarlo, ma lui si scansò.
“Eravamo amici, eri come un fratello per me, come hai potuto?”strinse i pugni con forza, gli rivolse un’espressione piena di dolore.
“Lascia che ti spieghi come sono andate le cose”lo supplicò.
William annuì e Steven cominciò a raccontare “Ero venuto a casa vostra per parlarti, ma tu non c’eri. Ian mi ha offerto da bere, abbiamo bevuto qualche bicchiere di birra e…”
“Steven, è vecchia la scusa che eri ubriaco e che non sapevi quello che facevi”
“Sono crollato, Will, sul divano”confessò.
“Eravate nel nostro letto”sibilò “vi ho visti con i miei occhi”.
“Io non so come sono finito nel vostro letto, ero svenuto”scosse la testa “deve avermi trasportato Ian in camera”
“No, non ti credo”davvero pretendeva potesse credere a una cosa del genere?
“Perché dovrei mentirti, Will? Sei…”si corresse “eri il mio più grande amico, ti adoravo, anzi, se devo essere sincero, io ero innamorato di te, perché avrei dovuto compiere un gesto del genere?”
“Tu, cosa?”spalancò la bocca per la sorpresa.
“Sì, ti amavo, ma sapevo che eri felice con lui”
“Io non….capisco”balbettò incredulo “perché allora, hai voluto rovinare tutto? Distruggere quello che avevo costruito?”
“Credevo fossi tu, non Ian”confessò tutto d’un fiato “ecco, ora lo sai”
“Cosa? Come hai potuto scambiarmi per Ian? Lui è moro e io biondo, non abbiamo nulla in comune”
“Will, te lo giuro”gli prese una mano tra le sue “ero mezzo addormentato quando ho sentito una mano sfiorarmi i capelli, scendere lungo il collo”
“E tu, hai pensato fossi io?”gli domandò scettico, non gli credeva.
“Sì, lo so, ero un illuso a pensare che potessi volere me, che potessi entrare nel letto, sfiorarmi, baciarmi e…”mormorò con un filo di voce “fare l’amore con me”
“Mio dio”gemette William abbassando la testa, non riusciva a credere alle sue orecchie, Steven era innamorato di lui “non mi hai mai fatto capire nulla, non avevo idea di quello che provassi per me”
“Mi sono tolto un peso, lo custodivo in me da così tanto tempo che non credevo sarei mai riuscito a rivelarlo a qualcuno, né tanto meno a te”abbozzò un sorriso.
“Perché non mi hai spiegato come stavano le cose, in quel momento?”
“Non ho potuto, ero ancora stordito, non mi rendevo conto, ma quando ho capito mi sono sentito una tale merda, te lo giuro, Will, ti ho cercato al cellulare, per ore”grosse lacrime si formarono nei suoi grandi occhi verdi “ho parlato con Beth, ma lei non ti aveva sentito, ero disperato, ho temuto potessi commettere qualche sciocchezza”
“Non volevo vedere o sentire nessuno, Steven, ero furioso con il mondo intero”
“Mi dispiace, non avrei mai voluto farti del male, sei la persona a cui tengo di più, lo sai”singhiozzò.
“Hai fatto l’amore con l’uomo che amavo”replicò, ma in lui c’era il desiderio di perdonarlo, di stringerlo a sé.
“Lo so, ma non lo avrei mai fatto se avessi saputo che si trattava di lui, te lo giuro. Ian si è infilato nel letto e mi ha baciato, mi ha accarezzato e io credendo che fossi tu mi sono lasciato andare e ho fatto l’amore con lui”
“Perché Ian avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Mi amava”insistette.
“No, non ti amava”scosse la testa “ti usava, Will, come puoi dire che ti amava? Ha sedotto il tuo migliore amico, ha approfittato del mio stato e scommetto che non era la prima volta che lo faceva”
“Stai dicendo che mi tradiva?”
“Sì”annuì tristemente “era un vero bastardo egoista, sai, cosa ha detto dopo che sei scappato via?”
“Non lo voglio sapere, Steven, davvero, è una storia ormai finita da tempo”gli voltò le spalle, le iridi erano colme di lacrime, ma non voleva lasciarle scendere, non avrebbe più pianto per quell’uomo.
“Sì, hai ragione, è una storia finita”ripeté “ma te lo giuro non avrei mai fatto nulla per separarti da lui, sapevo quanto lo amassi e come fossi felice”
“Lo so”sospirò voltandosi e guardandolo “ti credo”
“Davvero?”c’era sollievo nella sua voce “Oh, Will”lo attirò in un abbraccio e affondò il viso nel suo collo “Se solo sapessi quanto mi sei mancato”
“Anche tu, mi sei mancato, Steven”gli accarezzò i capelli.
In quel momento si sentì suonare la campanella che annunciava la fine della ricreazione.
“Ora, è meglio che vada”si staccò e cercò di ricomporsi.
“Dove vai?”
“Torno in albergo”rispose osservandolo critico “sai, non sei cambiato per niente, Will”
“Tu, invece, sei un po’ più adulto, ma sai che ti dico?”alzò un sopracciglio, poi gli sfiorò il pizzetto “Non ti dona”
Il rosso scoppiò a ridere “Allora, forse, lo taglierò”si voltò per andarsene, ma la mano dell’amico lo bloccò “Questa sera, vieni a cena da me, va bene?”
“Certo”gli occhi gli brillarono “Ciao, a stasera”e si allontanò salutandolo con la mano.
William sospirò, poi ripensò alle sue parole, come aveva potuto Ian ingannarlo in quel modo? Perché aveva voluto umiliarlo in quel modo seducendo il suo migliore amico? Sferrò un pugno contro la panchina, poi si avviò verso l’ingresso, aveva altre due ore di lezione.


Alex era stato trascinato al centro commerciale da Amber e sballottato da un negozio all’altro, fino a quando, la coppia, esausta, con molti pacchi e meno soldi, era tornata a casa. Sulla strada del ritorno i due si erano fermati in un ristorante cinese per comprare la cena da portare a casa.
Arrivati nel vialetto Alex parcheggiò l’auto e uscì prendendo le buste che Amber gli porgeva con un sorriso “Tesoro, fai attenzione, ci sono delle cose fragili”e si avviò verso la porta d’ingresso.
Il giovane sospirò afflitto, era diventato un facchino, ormai, lanciò un’occhiata verso la villa di William, le luci erano accese e un irrefrenabile desiderio di vederlo lo colse.
“Amber? Che ne pensi di invitare William a cena? Abbiamo involtini e maiale in abbondanza”le propose, raggiungendola sulla porta.
“Certo, mi fa sempre piacere la sua compagnia”
Lui le porse le buste e corse verso casa sua, ma quando fu davanti alla porta attese qualche istante, si sentiva un po’ in imbarazzo dopo il modo in cui era scappato via l’ultima volta. Fece un profondo sospiro e bussò, la porta si aprì e William apparve, indossava un grembiule bianco da cucina e le mani erano sporche di farina. Lo fissò stupito, non doveva aspettare visite, poi gli rivolse un sorriso cordiale “Alex, ciao”
“Ciao, Will”
“Come stai?”gli domandò socchiudendo la porta alle spalle quasi come se nascondesse qualcosa.
“Bene, senti, abbiamo comprato cibo cinese per un esercito, ti va di mangiarlo con noi”
“Veramente, non posso, sto cucinando, ho un ospite”confessò indicando il grembiule che indossava sugli abiti.
“Ah, capisco”mormorò deluso, avrebbe desiderato trascorrere la serata in sua compagnia “sarà per un’altra volta, allora”
“Certo”gli sorrise “adoro il cibo cinese”
“Anche io”
“Will?”chiamò una voce dall’interno, la porta si aprì di scatto e una testa rossa fece capolino a circondando la vita del giovane con un braccio e osservando con curiosità colui che si trovava sul vialetto “Salve”
Alex sgranò gli occhi, chi poteva essere quel ragazzo? Era davvero bello, con le iridi del colore degli smeraldi e la pelle diafana come la porcellana. Provò una fitta nello stomaco dalla gelosia nel vedere l’intimità tra loro, ma cercò di non darlo a vedere, in fondo, non aveva alcun diritto di essere geloso “Salve”balbettò Alex “senti, io allora, vado, ci vediamo”
“Sì, ciao e grazie per l’invito” lo salutò con una mano.
“Prego, ciao, arrivederci”e si voltò per andarsene, non desiderava neanche conoscere il nome di quel giovane che sembrava esser così vicino al suo Will.
Udì la voce del giovane, dal marcato accento inglese domandare “Chi era, Will?”
“Il mio vicino”
Quelle parole gli provocarono una fitta in pieno petto, era solo questo per lui? Un vicino? Aumentò il passo e quando fu in casa chiuse la porta con un calcio, lo detestava.
“Alex?” la testa della ragazza fece capolino dalla cucina fissandolo stupita “Che ti prende? E dov’è William?”
“Aveva un ospite”sibilò raggiungendola e sedendo a tavola, ma lei notò che il suo umore era mutato.
“Che hai?”
“Niente, sono solo stanco”mentì abbassando lo sguardo verso il contenitore del maiale in salsa agrodolce.
“Hai visto chi era quest’ospite? Si trattava forse di una ragazza?”gli domandò maliziosa.
“No, un ragazzo, avrà la sua età, ma non ho idea di chi sia”alzò le spalle, non desiderava trattare quell’argomento, era troppo deluso dalle parole di William.
“Strano che non lo abbia mai visto con una ragazza, deve essere ancora innamorato della moglie”commentò Amber.
“No”replicò convinto.
“E tu, come lo sai?”
“Me lo ha detto, non l’ama più”
“Siete molto amici, vero, tesoro?”gli domandò addentando un involtino primavera “Cosa fate insieme?”
“Io credo che mi consideri solo un vicino con il quale andare a bere qualche volta”mormorò tristemente “ma poco importa”
“Non dire così, sono sicura che non sia come credi”
Lui non replicò, ma nel suo cuore sperava che Amber avesse ragione.
“Mi piace questo quartiere, sono tutti gentili, a parte…”
Alex alzò la testa “A parte, chi?”
“La signora Patterson, quell’impicciona, è sempre alla finestra a spiare tutti e tutto”fece una smorfia “Non puoi fare un passo senza sentire il suo sguardo”
“Non mi ero mai accorto di nulla”confessò il giovane ingenuamente, poi ripensò alle volte che doveva averlo visto entrare da William e impallidì “Credi che stia sempre a spiare? Anche noi?”
“Sì, l’altro giorno, mi ha chiesto dove fossi andato e quando saresti tornato, è davvero un’impicciona, ha anche detto che William ti aveva cercato perché doveva chiederti non so che favore”
“Cosa?”sgranò gli occhi, non riusciva a credere alle sue orecchie “E come sa che ero partito? E soprattutto, come ha fatto a sapere che Will mi aveva cercato?”
“Lo ha visto e gli ha parlato, te l’ho detto, sa tutto di tutti e io detesto quel genere di persone”
Alex deglutì “Ti ha detto altro?”
“No”alzò le spalle “ma scommetto che sa i vizi di tutto il quartiere”
Il ragazzo sputò un sorso di birra e impallidì, dio solo sapeva cosa poteva aver pensato se l’aveva visto uscire dalla casa di William la sera precedente.
“Che c’è Alex?”
“Niente, niente, mi era andata di traverso”scosse la testa fermamente.
“Meno male che noi non abbiamo nulla da nascondere”commentò la ragazza rivolgendo un sorriso al fidanzato.
“Già, meno male”ripeté con il cuore in gola
“Ritornando a William, non ti ha detto se frequenta qualcuno?”
“No, ma perché ti interessa?”gli occhi nocciola si posarono in quelli azzurri della ragazza.
“Sai, avrei qualche collega che sarebbe interessata a conoscerlo, in fondo, è famoso”gli spiegò “ha pubblicato numerose raccolte di poesie”
Alex fremette all’idea di William in compagnia di quale ragazza, era possessivo e geloso, ma non l’avrebbe mai confessato. Non replicò e si allontanò con i piatti sporchi che posò nel lavabo, poi appoggiò le mani sulla superficie del lavandino e sospirò, perché William non aveva detto a quel ragazzo che erano amici? Non riusciva a capire, il suo comportamento lo spiazzava, doveva essere accaduto qualcosa, forse dopo che era andato via aveva deciso che non valeva la pena di essere suo amico. Scosse la testa e strinse i pugni, gli faceva male pensarlo, non poteva essere così.
La ragazza lo raggiunse e gli circondò la vita con le braccia facendolo sussultare leggermente, non l’aveva udita arrivare.
“Lascia perdere, li farò domani, ho la mattinata libera”gli posò un bacio sulla guancia.
Alex si voltò e le rivolse un falso sorriso “Sono stravolto, amore, credo che andrò a letto”si sciolse dalle sue braccia e si diresse verso la camera da letto, non poteva fare l’amore con lei, non quella sera, non sarebbe stato giusto. Amber sospirò tristemente, doveva esserci qualcosa che lo turbava, aveva forse un’altra? Sgranò gli occhi ripensando alla reazione che aveva avuto quando gli aveva parlato della loro vicina, era impallidito come se avesse avuto qualcosa da nascondere. Lo lasciava solo tutto il giorno, poteva aver trovato qualcuna con cui divertirsi. Sentì le gambe venire meno al pensiero del suo Alex con un’altra, non l’avrebbe sopportato. Lo raggiunse in camera, era già nel letto, tra le lenzuola, gli occhi erano chiusi, le labbra semiaperte, cosa avrebbe fatto se avesse avuto ragione? Avrebbe dovuto perdonarlo di una sua scappatella o avrebbe dovuto troncare la loro relazione? Si stese nel letto e lo osservò dormire, porgendo l’orecchio a qualunque suono o sussurro nel timore di udire un nome che non fosse il suo.

martedì 27 gennaio 2009

Destiny capitolo 3

Coppia: Angel - Spike
Rating: NC-17
Spoiler: 5 stagione di ATS
Summary : Destiny come avrei voluto fosse andata realmente.
Disclaymer: I personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joss Whedon
Contiene scene di sesso omosessuali e violenza.


Capitolo III

Spike pov

Angel ed Eve mi raggiungono!
Lui è visibilmente seccato, mentre Eve mi informa che tutto quello che sta accadendo, compreso lo strano comportamento di Harmony, è dovuto al mio ritorno o meglio, al mio essere nuovamente corporeo.
Angel non dice nulla. Naturalmente! È d’accordo con lei.
Lo sapevo!
Ha trovato il modo di dare nuovamente la colpa a me.
Sta parlando Eve, ma ne sono certo, le parole che escono dalla sua bocca sono state nutrite da Angel.
Fatico ad ascoltarla senza che la mia rabbia esploda.
Lei prosegue imperterrita, dice che la città non è abbastanza grande per due vampiri con l’anima.
Ne ho sentite di stronzate in tutta la mia vita, ma come questa mai.
Le rispondo che me ne frego, che la cosa non mi interessa minimamente.
Mi avvio verso l’ascensore.
Angel mi dice di restare.
Spero che sia perché gli mancherò, ma lui invece replica che vuole il mio aiuto per cercare di risolvere la situazione.
A quelle parole sento il cuore che mi va in pezzi.
Vorrei piangere per la rabbia e la delusione per il suo comportamento così freddo ed indifferente.

Purtroppo è trascorso così tanto tempo dall’ultima volta in cui i miei occhi si sono riempiti di lacrime che ho quasi dimenticato come si faccia.
Angel mi insegue sempre tampinato dalla sua preziosa Eve che non lo perde un attimo di vista.
Mi fermo davanti all’ascensore e con finta indifferenza gli annuncio che prenderò la prima nave diretta in Europa.
Ho intenzione di andare da Buffy, almeno lei mi apprezza, non come il mio Sire che non vede l’ora di sbarazzarsi di me.
Alle mie parole cambia espressione, sul suo viso noto un velo di tristezza.
Credeva avrei fatto quello che desiderava. Certo, pensa esegua ogni suo comando.
Sbaglia di grosso.
Non è più il feroce Angelus e io non sono più il dolce ed indifeso Willy che tremava per le sue ritorsioni.
Ora sono Spike e anche se lo amo da morire me ne andrò lontano.
Non posso sopportare di restargli vicino senza poterlo toccare, baciare o fare l’amore con lui. Per questo preferisco partire per sempre.
Angel vede la mia risolutezza, sa che non cambierò idea.
Purtroppo quando mi fissa con i suoi occhi scuri, intensi e brillanti, come se avessero catturato la luce delle stelle non riesco a resistere.
“Resta. Ti prego.” mi sussurra
Senza che me ne renda conto annuisco e lo seguo nel suo studio, mentre Eve si reca a cercare qualcuno del dipartimento di Wes.


Angel pov


Spike è uscito da un ufficio in tutta fretta, ha una mano sul collo ed è visibilmente arrabbiato.
Che diavolo sarà successo?
Mi guarda; poi i suoi occhi di ghiaccio si posano su Eve.
Chissà perché, ma non sembra felice di vederci.
Sento il disprezzo in quello sguardo che ci lancia e non può neanche immaginare quanto questo mi faccia male.
Dopo attimi che mi sembrano infiniti, mi spiega cosa sia accaduto
Dice che Harmony si è comportata in modo strano, che l’ha aggredito, e che ha dovuto colpirla!
Povero il mio piccolo, quella sciacquetta di Harmony ha avuto quello che meritava. Vorrei tanto poterlo abbracciare per farlo stare meglio, ma non posso.
A Eve non interessa nulla di tutto questo.
Comincia a raccontare quello che sta accadendo alla Wolfram & Hart.
Afferma che Los Angeles non è abbastanza grande per due vampiri con l’anima e che lui tornando corporeo ha alterato un equilibrio.
Spike mi scruta e con rancore dichiara che non gli interessa.
Si incammina sicuro di se per il corridoio.
E continua il suo discorso aggiungendo che andrà lontano da questa città e da me.
Partirà per l’Europa.
Sento il cuore che va in frantumi, il mio piccolo Will vuole andarsene per sempre.
Tornerà tra le braccia della sua adorata Buffy, la donna che ha spezzato il cuore ad entrambi.
Lo guardo sconvolto. Non posso farne a meno, non mi interessa quello che lui potrà pensare.
Non voglio che se ne vada.
Devo fare in modo che decida di restare, non può abbandonarmi!
Non ora che ho più bisogno di lui.
Lo seguo fino all’ascensore, mi volta le spalle, non ha nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi.
Deve proprio disprezzarmi.
Finalmente, dopo la sorpresa che mi ha reso impossibile proferire parola, riesco a dirgli che può anche aspettare a partire.
L’Europa sarà sempre lì.
Spike si volta a guardarmi, nei suoi occhi c’è una strana luce che non riesco a decifrare, poi aggiungo “Ho bisogno del tuo aiuto!ù”
La sua espressione cambia, si fa più dura, si volta nuovamente verso la porta dell’ascensore che si spalanca lasciando uscire Gunn.
Blatera qualcosa che non riesco a comprendere.
In questo momento, il mio unico pensiero è per lui, il mio dolce vampiro.
Lotto contro il desiderio di corrergli incontro, bloccarlo contro la parete per fargli sentire quello che provo.
Vorrei sentire le sue labbra sulle mie. Ma non posso.
Sospiro, se solo sapessi quello che prova per me!
Ma certo che lo so: disprezzo e rancore.
Come dargli torto? E’ vissuto nella mia ombra per anni, ha subito le mie angherie e ritorsioni.
L’ho tradito, portandogli via le donne che amava, prima Dru, poi Buffy.
Certo, la Cacciatrice gli ha voluto bene a modo suo, ma non l’ha mai amato come invece ha amato me.
Questo Spike non me lo potrà mai perdonare.
Sta per entrare nell’ascensore, tento l’ultima carta per fermarlo.
La mia voce è quasi un sussurro, ma alle sue orecchie di vampiro arriva chiara come acqua di fonte “Resta… Ti prego…”
Spike si volta, i suoi occhi si perdono nei miei e in quel momento è come se il cuore mi si fermasse una seconda volta.
Esistiamo solo noi due.
Le sue labbra si increspano in un tenue sorriso ed annuisce.
Non sono mai stato così felice.


Spike pov


Sono così confuso! Mi ha appena chiesto di restare.
Quale sarà il reale motivo? Solo per aiutarlo?
Oppure il suo è un ultimo disperato tentativo di tenermi lontano da Buffy.
Credo non abbia mai smesso di amarla.
La mia anima sanguina, gronda di disperazione, avvolta dai mille dubbi che ora mi perseguitano.
Quanto vorrei che il suo cuore appartenesse a me, un onirico desidero che mai potrà realizzarsi, e rimarrà celato dietro la mia bella maschera di indifferenza che non so per quanto ancora potrò mantenere.
Fingere mi sta distruggendo, di nuovo pian piano.
È come se quel medaglione che mi ha bruciato fosse ancora qui e colpisse il mio petto.
La consapevolezza che mai e poi mai potrò averlo mi annienta ogni minuto di più.
Ora lo sto seguendo nel suo ufficio.
È pensieroso, non si volta neanche a guardarmi.
Forse non si è reso conto che sono dietro di lui.
Sospiro…chissà a cosa starà pensando il mio *angelo*.
Entra e mi infilo prima che chiuda la porta, prima che mi estrometta, di nuovo, dal suo mondo
È il suo modo di agire!
Io, reagivo a tutto questo tentando di fargli credere che il mio odio per di lui aumentasse ogni singolo istante, mentre l’unico sentimento che continuava ad alimentare il fuoco del mio cuore era amore.
Solo Buffy mi ha fatto dimenticare per un po’ questa mia ossessione per il mio sire.
“Spike.”sussurra quando si accorge della mia presenza “Non ho tempo per litigare.”
Ma chi vuole litigare? Se sapesse cosa vorrei in realtà.
Se solo potesse immaginare che vorrei assaporare le sue labbra, sfiorare la sua pelle e amarlo con tutto me stesso, seguendo finalmente il mio istinto.
“Voglio essere messo al corrente della situazione.”rispondo invece
“Non mi fido di quella…sgualdrina” aggiungo riferendomi ad Eve.
Che posso inventare oltre queste banali frasi?
Che ti ho seguito per rimanere anche solo un istante solo con te?
Angel mi guarda, forse non gli piace il modo in cui mi riferisco alla sua amante.
Amante… solo la parola mi distrugge, mi fa venire voglia di spezzarle il collo e di succhiarle fino all’ultima goccia di sangue.
Purtroppo sarebbe inutile. Cosa ne ricaverei? Solo il disprezzo del mio Sire e questo non potrei proprio sopportarlo.
Se vuole lei non posso certo impedirglielo, anche se lo farei…oh si. Eccome se vorrei farlo!!
“Che c’è?”gli chiedo con strafottenza quando mi accorgo che continua a tenere lo sguardo inchiodato su di me.
“Niente”distoglie gli occhi e si dirige verso il tavolino.
Si versa del sangue.
Quel semplice gesto lo fa apparire di una sensualità incredibile.
Le sue movenze fluide, le sue mani che stringono il bicchiere.
Le ricordo bene quelle dita affusolate e gelide che tracciavano il mio corpo. Come posso dimenticarmene.
“Allora, le cose stanno così. Un avvocato è stato ucciso e colui che l’ha assassinato ha gli stessi sintomi di Harmony, occhi sanguinanti e aggressività. Eve pensa che tutto questo sia causa tua, il fatto che tu sia tornato...corporeo.” lui parla, ma io ho ascoltato solo la metà delle parole che ha detto.
Sono talmente perso a osservare le sue iridi scure che non mi interessa altro.
Rifletto un secondo e tento di trovare una risposta che non possa fargli intuire che i miei pensieri erano altrove.
So solo che ha parlato di nuovo della sgualdrina con cui ha una storia, e che lei da tutta la colpa a me di ciò che sta accadendo.
O forse la verità non è proprio questa.
“Eve lo pensa?”gli chiedo con il dolore nel cuore “Oppure sei tu?”
Angel non risponde e questo è una conferma ai miei sospetti, una rabbia cieca si impadronisce di me al pensiero che lui possa credere una cosa del genere.
“Grandioso” mormoro con un filo di voce
“Spike…”comincia a parlare. Mi avvicino minaccioso e lo aggredisco con le parole “No! Ora sentimi tu brutto…imbecille! Ne ho abbastanza delle tue recriminazioni! È colpa tua e lo sai, tutta la storia è solo colpa tua e di quel dannato amuleto!”
Sono furioso e le parole mi sfuggono dalle labbra senza controllo, è possibile che non capisca che lo faccio perché lo amo e mi sento tradito, disperato, solo?
“Sai qual’è la verità, Angel? Hai portato quel gingillo a Sunnydale per farti bello con la tua adorata cacciatrice, porgendole su un piatto d’argento la soluzione ai suoi problemi così da riconquistare il suo amore. Quel medaglione ci ha permesso di sconfiggere il primo, ma non dimenticare che mi ha incenerito e, chissà come, dopo qualche settimana è finito sulla tua scrivania. Comincio a pensare che forse questo era il tuo piano fin dall’inizio, sbarazzarti di me per avere via libera con Buffy”
Ma che sto dicendo?
Lui mi fissa con gli occhi spalancati, forse sto andando troppo oltre, ma la rabbia mi acceca talmente che mi avvicino a lui e continuo a sputargli addosso tutte le cattiverie che mi vengono in mente
“Confessa Angel! Confessa che anche adesso stai pensando a come fare per liberarti di me! Ora che sono qui in carne ed ossa non sei più il solo vampiro con un’anima, non sei più il solo beneficiario della profezia che ti renderà umano. È per questo che vuoi sbarazzarti di me vero? Vorresti fossi ancora fantasma per avere via libera, ma per tua sfortuna non lo sono più!”
Angel è furibondo, mi afferra per il bavero dello spolverino e mi attira a se sibilando “Sei un idiota Spike! Come al solito non hai capito nulla!”
E che dovrei capire? Che dovrei pensare?
“Invece ho capito benissimo!”gli urlo incurante del fatto che i nostri visi sono talmente vicini da potersi sfiorare “Ma guardati! Ti disperi per un secolo a causa della maledizione, giuri amore eterno a Buffy, e poi scopi sul divano del tuo ufficio con la prima che ti capita a tiro! Cosa diavolo ci troverai in quella devo ancora capirlo!”
Dovevo dirglielo, se stavo zitto ancora un po’ scoppiavo.
Quell’orrenda donna non è per lui! Anzi, se fosse per me, nessuno lo sarebbe.
Vorrei esserci solo io nel suo cuore e...nel suo letto.
“E tu con Harmony? Non posso credere che la prima cosa che hai fatto quando sei tornato sia stato strusciarti addosso a lei e scopartela in ricordo dei vecchi tempi. Una Harmony che tu hai ignorato durante tutti questi mesi”
Queste ultime frasi che ha pronunciato sembrano cariche di gelosia.
Ma non è possibile, forse gli faccio solo schifo, perché crede che il mio unico pensiero dopo essere tornato corporeo sia stato quello di farmi una donna.
“Chi mi scopo non sono fatti tuoi!” ma quello che vorrei dirgli è ben altro.
Angel mi colpisce all’improvviso, con forza ed io volo per la stanza andando a sbattere contro la parete.
Mi sanguina il labbro. L’asciugo con la mano.
Ma che gli è preso al mio Sire?
Gli ho detto cose peggiori e non ha mai reagito, perché mi colpisce per una sciocchezza?
Il suo comportamento mi spiazza, non lo capisco più.
Sono incredulo, ma anche arrabbiato, alzo il braccio per restituirgli il pugno, ma non ne ho la possibilità perché lui mi è addosso senza che me ne renda conto.
Mi afferra nuovamente per la giacca “Non azzardarti più a dire una cosa del genere!”
Ma di che sta parlando?
“Angel, ma cosa…”voglio capire dove intende andare a parare.
Sembra calmarsi e avvicina il viso al mio, sento il suo alito che mi solletica la pelle, è una sensazione bellissima.
Angel non farmi questo!
Il mio desiderio per lui sta crescendo a dismisura.
Devo controllarmi. Ma in questo istante penso solo alla sua bocca.
Vorrei fermare il tempo e restare per sempre così.
Avere almeno questo.
Sto ansimando, forse sarà la sua vicinanza.
Non ho bisogno di respirare ma il fiato è corto. Troppo corto.
Ho bisogno di aria.
I miei occhi sono fissi nei suoi.
Osservo le sue labbra imbronciate. Non ho mai visto niente di più bello.
Se solo sapesse quanto lo amo, quanto sono geloso di lui e di Eve, quella sgualdrina che non lo merita.
D’un tratto m’accorgo che il suo sguardo è cambiato.
Mi scruta con dolcezza.
Era da tanto che il mio Sire non mi guardava così.
Ah! Come vorrei sapere a cosa sta pensando, il mio dolce angelo della notte.
Sento che il suo animo è tormentato, ma non capisco cosa sia in realtà ciò che lo preoccupa.
Avvicina ancora di più il viso, le sue labbra sfiorano le mie come se volessero accarezzarle.
Mi sfugge un gemito, non riesco a credere stia accadendo, Angel, mi sta baciando.
Se il mio cuore potesse battere si fermerebbe all’istante.
La sua lingua sfiora prima uno e poi l’altro angolo della mia bocca.
Sta assaporando il gusto del mio sangue. È il paradiso, ne sono certo.
Si spinge lentamente dentro ed io lo accolgo. Sto sognando.
Avvolgo la mia lingua alla sua.
Sembra che Angel voglia divorarmi con i suoi baci, mi pare quasi desideri fondersi con le mie labbra tanto è arroventato questo gelido contatto.
È tornato il vampiro che amavo, il mio feroce Angelus.
Risento il suo sapore. Mi pare di rivivere il passato.
Lo attiro a me scostandogli la camicia ed accarezzandogli il collo.
Le mie mani scendono a sfiorargli i pettorali.
Geme, e questo è come un invito a continuare.
Gli strappo i bottoni con forza e poggio le mani sulla fredda pelle, mentre le nostre labbra non si staccano come se fossero incollate.
Vorrei non finisse mai.
Sento le sue dita che mi sfilano la maglia dai jeans e si insinuano sotto il tessuto.
Il cervello ha ormai smesso di funzionare.
Il mio corpo è puro fuoco liquido che aspetta solo di essere incendiato dal tocco del mio adorato Sire.
L’atmosfera è spezzata da un rumore incessante che proviene dall’esterno.
Angel si stacca e ansimando sussurra “Spike…”
“Angel” sono un po’ contrariato che lui abbia messo fine a quel bacio
“Cos’è questo rumore?”mi chiede, prestando orecchio.
“Che importa mio Sire?” e chiudo gli occhi.
Il mio unico desiderio in questo momento è quello è di risentire nuovamente le sue labbra sulle mie, ma non accenna a muoversi.
“La porta, Spike!” esclama poi con la paura negli occhi.
Vorrei dirgli che non mi importa, che dovrebbe lasciarli bussare, ma lui si aggiusta la camicia allontanandosi senza neppure rivolgermi uno sguardo.
Sono incredulo, l’atmosfera idilliaca che si era creata tra noi si è dissolta come neve al sole.
Si vergogna! Non c’è altra spiegazione.
È imbarazzato per quello che è appena accaduto.
Una parte di me è morta in quest’istante.
Non avrebbe mai voluto baciarmi.
Perché l’ha fatto?
Ed io che mi illudevo che lui ricambiasse i miei sentimenti. Che stupido sono stato.
Mille dubbi affollano la mia mente.
Se non ci avessero interrotto cosa sarebbe accaduto?
Avremmo fatto l’amore?
Dio solo sa quanto avrei voluto.
E’ trascorso più di un secolo da quando il suo corpo ha sfiorato il mio ed il desiderio per lui non si è mai affievolito, anzi in questi ultimi mesi è aumentato talmente che mi sento impazzire solo al pensiero di averlo accanto a me… dentro di me.
Angel cerca di chiudersi la camicia, ma è inutile, i bottoni sono volati via.
Sorrido malizioso.
È stata colpa della mia foga, della mia voglia di toccarlo, di possederlo.
Impreca a bassa voce, poi si avvicina alla porta e gira la chiave.
Io sono ancora appoggiato alla parete e cerco di riprendermi da quel bacio che mi ha lasciato affamato.
Affamato di lui.
Mi lecco d’istinto le labbra, sento ancora il suo sapore.
È così inebriante.
Chiudo gli occhi e sospiro, ma in quel momento sento la voce di Eve.
Dovevo capirlo. E’ stata lei a rompere questo incanto e per questo la odio ancora di più.
Rivolgo lo sguardo verso la porta, ma Angel le è davanti e non posso vederla.
“Come mai la porta era chiusa a chiave?”chiede con quella sua voce stridula che detesto.
Angel non sa che rispondere, così mi avvicino e le rendo nota la mia presenza.
“Ah!”fa lei squadrandomi ”Eravate qui entrambi, vi ho cercato per tutto l’edificio.”
“Sì! Eravamo qui!”esclamo con decisione
Angel distoglie lo sguardo e questo gesto mi ferisce.
Si vergogna di quello che è accaduto tra noi e io ho il cuore in pezzi.
Stringo i pugni e serro la mascella, ma non voglio che capisca quanto sto soffrendo.
Non voglio che sappia quanto mi fa male vederlo così indifferente e distaccato.
Invece qualcosa è accaduto.
Se non avesse bussato alla porta la bambolina forse a quest’ora sarei ancora tra le braccia del mio dolce angelo.
Mi sento ferito!
Non posso restare, devo andarmene.
Allontanarmi da lui, da Eve che continua a scrutarci come se volesse carpire ogni nostro più piccolo segreto e da quella stanza che è stata testimone del nostro amore.
Almeno per quanto mi riguarda.
Amo Angel e credo che lo amerò per sempre.
Eve continua parlare, ma io mantengo il mio sguardo fisso sul mio Sire.
Quanto vorrei mi dicesse qualcosa, ma lui continua a tacere, ad ascoltare le cazzate della sua amante.
“Abbiamo trovato chi potrà dirci qualcosa in più dello shan-shu Angel.”gli sta dicendo lei.
Io ne ho abbastanza dei loro discorsi, li supero entrambi senza dire nulla e mi avvio verso il corridoio.
“Spike!” è lui che mi chiama ma io resisto, non voglio fermarmi.
So che mi sta seguendo, ma non mi fermo.
“Spike! Seguimi al dipartimento di Wes.” sibila.
Risuona alle mie orecchie come un comando, ma chi si crede di essere?
Non è il mio capo e non ho alcuna intenzione di sottostare.
“Fottiti!”reagisco
Mi raggiunge e mi blocca per un braccio, ma io mi divincolo e mi volto a guardarlo, sono furioso e lo sa.
“Lasciami Sire o sarò costretto a pestarti”cerco di trattenere la rabbia ma da ogni mia parola si può capire che sono pieno di risentimento.
“Potrai farlo dopo ora dobbiamo risolvere questo pasticcio”
Grugnisco e mio malgrado decido di seguirlo anche se non sopporto di stargli vicino, non dopo quello che è accaduto tra noi.

lunedì 26 gennaio 2009

Destiny capitolo 2

Coppia: Angel - Spike
Rating: NC-17
Spoiler: 5 stagione di ATS
Summary : Destiny come avrei voluto fosse andata realmente.
Disclaymer: I personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joss Whedon
Contiene scene di sesso omosessuali e violenza.

Capitolo II

Spike pov


Quell’idiota di Angel! Non mi ha neanche fermato.
Ma perché mi illudevo? Non gli importa nulla di me.
Ora sono qui con Harm, si sta togliendo gli abiti, è così bella, ma c’è qualcosa che…
Non so cosa mi prende.
Fino a qualche istante fa fremevo dal desiderio di stringere il suo corpo tra le mie braccia ed ora vorrei essere ancora un fantasma per poter sparire.
“Spikey.”mi chiama languida, so che non vede l’ora di essere cavalcata da me “Che stai aspettando?”
Io le sorrido e mi avvicino.
Ci siamo rintanati nell’ufficio di un avvocato che non avevo mai visto prima.
Sorrido, lo abbiamo cacciato dal suo stesso ufficio.
Spingo Harm contro la scrivania, le alzo la gonna e la accarezzo.
Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, a quando stavamo insieme.
È così bella! La sua pelle è come seta, ma perché allora mi sembra tutto sbagliato?
Perché sento che non dovrei essere qui ?
Cerco di pensare solo a lei, a questo momento che attendo da tanto, sono mesi che non ho un corpo.
“Harm ti voglio!”le sussurro in un orecchio prima di entrare in lei con una sola spinta.
Urla il mio nome, poi comincia a blaterare qualcosa, ma non l’ascolto.
La mia mente è altrove, penso a lui.
A cosa starà facendo.
Immagino sarà impegnato, non avrà di certo il tempo di pensare a me che scopo.
Perché poi dovrebbe importargliene?
Per lui esiste solo il lavoro, non lo riconosco più.
Da quando ha iniziato a lavorare per la Wolfram & Hart Angel è un altro, sarà questo posto che lo sta cambiando e non mi piace.
Dannazione! Non riesco a credere che sono qui con una delle ragazze più belle che abbia mai avuto e che invece di godere appieno della mia prima scopata dopo mesi, l’unica cosa a cui riesco a pensare è che vorrei che al suo posto ci fosse Angel.
Sì. Desidererei che qui tra le mie braccia a gemere ci fosse lui.
Harmony mi dice qualcosa ma le sussurro di tacere, che voglio godermi questo momento, ma la realtà è ben diversa.
Voglio pensare di essere qui con lui: il mio adorato Sire.
In un istante tutto cambia! Sento improvvisamente un dolore lancinante al collo.
Ma che diavolo? Questa pazza mi ha appena dato un morso.
Urlo e cerco di staccarmi, ma lei continua ad affondare i denti nella mia carne.
Finalmente riesco ad allontanarmi e la fisso sconvolto.
Il suo volto è trasfigurato e ha gli occhi iniettati di sangue.
Mi dice delle cose assurde.
Esclama con rabbia e rancore che io non ho mai voluto lei, che l’ho solo usata e che in realtà voglio ancora la Cacciatrice.
Quello che afferma non potrebbe essere più falso.
Nel mio cuore non c’è più posto per Buffy.
Lei non mi ha mai amato ed ora fa parte del mio passato.

Vorrei dirglielo, ma prima che possa aprire bocca cerca di aggredirmi di nuovo ed io non posso fare altro che colpirla con un pugno mandandola dietro la scrivania.
C’era qualcosa che non andava in lei.
Devo avvertire Angel!
Informarlo che qualcosa di maligno ha posseduto Harmony e forse tutto l’edificio.
Mi dispiace di averla dovuta picchiare, ma non potevo fare altrimenti. Ora mi preme solo correre da lui e dirgli tutto.
Con il collo sanguinante mi precipito in corridoio e lo vedo, Angel è davanti a me, ma non è solo, con lui c’è Eve.
Grande. Proprio quello che mi ci voleva!
Prima Harmony che mi morde come se fossi una preda qualunque e ora anche lei.
Detesto quella sgualdrina.
Da quando lei e Angel se la sono spassata sul divano, durante la festa di Halloween, non perde occasione per restare da sola con lui.
Che sgualdrina! Gli si struscia sempre contro come una cagna in calore e lo guarda come se non aspettasse altro che entrare nel suo letto.
E lui le sorride come un idiota. La gelosia mi brucia dentro.
Vederli nudi sul divano mi ha fatto morire.
Angel e la sua dannata maledizione! Anni a lamentarsi e ora scopa con la prima che gli capita a tiro.
E poi non mi fido di lei. C’è qualcosa di strano nel suo comportamento ed io raramente sbaglio.
Sono certo che sa qualcosa, che è al corrente di quello che mi è accaduto.
Quando sono rimasto chiuso in ascensore con lei ha accennato qualcosa.
Se avessi potuto le avrei torto il collo.
Angel mi fissa, stranamente sembra arrabbiato.
Forse perché gli ho soffiato la sua segretaria.
Eve ha uno strano sguardo negli occhi, sento che sta per dirmi qualcosa che non mi piacerà.


Angel pov.


Quel ragazzino idiota!
Ma come ha osato andarsene con Harmony?
Quell’oca senza cervello! Capisco che è la sua ex, ma non sopporto il pensiero che ora sia con lei
E nel mezzo della nostra discussione!
Ora sono qui nel mio ufficio con Fred e Gunn, non riescono a capire cosa possa aver causato quell’improvviso cambiamento in Spike.
È tornato corporeo grazie ad un pacco che ha ricevuto.
Non capisco chi possa averlo mandato. E per quale motivo era indirizzato a Spike.
Mille domande si affollano nella mia mente e sentimenti contrastanti dominano la mia anima.
Da una parte sono così felice che sia tornato finalmente il vampiro che era prima, il vampiro che amavo, ma dall’altra so che ora prenderemo due strade diverse.
Spike, il mio piccolo William, appena potrà prenderà la prima nave per l’Europa per tornare da Buffy.
Anche dopo il modo in cui lo ha trattato, per anni, vuole tornare da lei.
Quando l’ho vista l’ultima volta mi ha detto che Spike era nel suo cuore, che provava qualcosa per lui.
Se deciderà di partire dovrò rassegnarmi a trascorrere tutta la mia esistenza senza di lui, senza il mio adorato William.
Solo l’idea mi terrorizza.
Se poi penso che è chissà dove a spassarsela con Harmony!
La gelosia mi sta uccidendo.
Cerco inutilmente di scacciare dalla mia mente questo pensiero, ma è impossibile, soprattutto ora che Gunn sta riferendo a Fred tutti i particolari di quello che è accaduto negli ultimi minuti compresa la fuga di Spike ed Harmony.
La povera Fred è sconvolta da quella notizia.
Blatera qualcosa sul motivo per cui non l’abbiamo avvertita subito perché era da tanto che cercava di rendere corporeo Spike.
Sospetto, invece, che la nostra piccola Fred sia gelosa.
Ho sempre pensato avesse una cotta per Spike, ma come darle torto?
Chi non si innamorerebbe di lui?
Il dolce William, dal viso d’angelo, gli occhi blu come l’oceano, uno sguardo magnetico che è capace di catturarti e di leggerti fino in fondo all’anima e un corpo mozzafiato che io conosco fin troppo bene.
Quante volte è stato tra le mie braccia, con il viso poggiato sulla mia spalla e le mie mani che accarezzano il suo torace di seta.
Sospiro di piacere al ricordo.
È trascorso da allora più di un secolo da quelle notti che abbiamo trascorso insieme, ma a me sembra solo ieri.
Certo, nel suo cuore c’era Drusilla, la sua Sire, si arrabbiava quando lei stava con me, era geloso, ma so che nonostante tutto tra noi c’è sempre stato un legame speciale.
Naturalmente Spike questo non lo ammetterebbe mai, neanche sotto tortura.
Sto ancora pensando al mio piccolo poeta quando sento la voce di Eve.
È appena entrata nella stanza e dalla sua espressione non porta buone notizie.
Siamo stati insieme una volta, durante la festa di Halloween organizzata da Lorne.
Certo, non ho raggiunto…diciamo così, la pura felicità, ma è stato comunque interessante.
Siamo stati interrotti dall’ingresso del gruppo al completo, compreso un incorporeo Spike.
Lui ha commentato la scena con un gesto della mano e un sorriso compiaciuto.
Non sembrava dispiaciuto, ma poi perché avrebbe dovuto?
Non faceva che incoraggiarmi, mi ha fatto molto male la sua reazione.
A Spike non è mai importato nulla delle donne con cui sono andato a letto, l’importante era che non si trattasse di Dru o Buffy.
In quei casi diventava una belva.
Se penso che invece io, quando l’ho visto davanti a me, avrei voluto fuggire via.
Spiegargli il perché io e Eve fossimo finiti a fare sesso nel mio studio, ma non ho potuto.
Come se non bastasse, per lei è come se non fosse mai accaduto nulla.
Il suo comportamento distaccato comincia a darmi sui nervi e sospetto nasconda qualcosa.
Ha il viso tirato e le labbra tremano impercettibilmente.
Mi dice qualcosa sullo shan-su, sul fatto che l’esistenza di due vampiri con l’anima a Los Angeles ha rotto il fragile equilibrio che c’era prima e che bisogna risolvere il problema della presenza di Spike
Secondo lei è per colpa del mio Will se la Wolfram & Hart è nel caos più completo.
La scruto incredulo. Lei è a conoscenza di quello che è accaduto a Spike.
Questo vuol dire che i Senior Partners hanno qualcosa a che fare con il pacco mandato a Spike e probabilmente anche con l’amuleto.
Il gingillo che avrebbe dovuto essere tra le macerie di Sunnydale e che invece mi è stato recapitato in ufficio.
Non abbiamo mai scoperto chi l’avesse inviato, ma ora tutta la faccenda comincia a delinearsi con estrema chiarezza.

Fisso Eve in cerca di una spiegazione, ma lei afferma di non sapere altro, ma che la situazione potrebbe diventare pericolosa.
In quel momento veniamo raggiunti da un Lorne sanguinante.
Ma che diavolo sta accadendo?
Dice che c’è stato un omicidio e noi lo seguiamo alle fotocopiatrici.
A quanto pare un avvocato è stato ucciso senza movente ed anche Lorne è stato ferito.
Ora il colpevole giace in una barella legato perché sembra impazzito.
Secondo Eve tutto sembra portare ad un unico problema: Spike.
Ancora non credo a quello che mi dice, ma forse tutto questo potrebbe avere un senso.
E’ accaduto tutto subito dopo che lui è tornato corporeo, dopo il lampo di luce che sembra sia fuoriuscito dal pacco che gli era destinato.
Ci avviamo insieme lungo il corridoio, mentre l’unico pensiero che ho è trovare il mio piccolo William e spiegargli quello che sta accadendo.
E se lo vedessimo con Harmony?
Sento che non potrei resistere alla vista del mio bel vampiro con quell’oca bionda.
Eccolo!
Sta uscendo da un ufficio. Sembra stranito.
Ci vede, mi rendo immediatamente conto che non è contento della nostra presenza.
Harmony non è con lui, forse si starà rivestendo.
Solo il pensiero mi rende furioso, ma cerco di non darlo a vedere.
Spike ci squadra, ma il suo sguardo si ferma su Eve e non è di certo cordiale. Forse anche lui sospetta che nasconda qualcosa.

domenica 25 gennaio 2009

Destiny capitolo 1



Coppia: Angel - Spike
Rating: NC-17
Spoiler: 5 stagione di ATS
Summary : Destiny come avrei voluto fosse andata realmente.
Disclaymer: I personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joss Whedon
Contiene scene di sesso omosessuali e violenza.


Capitolo I

Spike pov.

Ma che mi sta succedendo? Fino a qualche istante prima ero un fantasma capace di passare attraverso i muri ed ora sono qui, sul pavimento della Wolfram & Hart, con il naso sanguinante e un gran caos in testa.
Sono tornato corporeo, ma come è accaduto?
Ho capito! Deve essere stato quel pacco che ho ricevuto, la luce che ne è fuoriuscita deve avermi finalmente fatto ritornare come ero prima.
Angel, il mio Sire, è qui davanti a me che mi fissa incredulo, ma io credo sia piuttosto *dannato* disappunto quello che vedo nei suoi occhi.
Che non voglia che torni ad essere corporeo?
Forse pensa che una volta riavuta la mia tangibilità vada a rifugiarmi tra le amorevoli braccia della sua adorata cacciatrice.
Che idiota! Se solo sapesse…
Tocco il mio corpo per convincermi che quell’incubo è finalmente finito, la sola idea di essere evanescente, di non poter assaporare il sangue o una goccia del mio adorato bourbon era un supplizio.
Ora finalmente tutto ritornerà come prima.
Prima che l’amuleto bruciasse le mie carni.
Prima di essere costretto a vivere in questo maledetto posto.
Finalmente potrò fare quello che diavolo voglio senza dover darne conto a nessuno.
Angel continua a fissarmi mentre io lo sfioro con le mie mani, il suo corpo è proprio come lo ricordavo, freddo e muscoloso.
C’è qualcosa che mi attira verso di lui, che mi spinge a continuare a toccarlo.
Lui è seccato, si irrigidisce respingendomi.
“Spike! “esclama arrabbiato“Smettila di toccarmi!”
Sono deluso dalla sua reazione, ma che mi aspettavo? Che mi avrebbe buttato le braccia al collo e abbracciato, felice del mio ritorno alla non vita?
Lui era e continua ad essere un dannato egoista.
Probabilmente avrebbe voluto che fossi morto a Sunnydale.
Immagino che questi mesi siano stati un inferno, per lui.

La mia presenza gli ricorda costantemente che Buffy non è più sua e che ho salvato il mondo al posto suo.
Per cercare di rimediare e non fargli capire il mio stato d’animo afferro la tazza che ha in mano e la scolo tutta d’un fiato.
Angel mi fissa, so che è incazzato, ma non mi interessa.
Mi diverto un mondo a farlo arrabbiare e lui lo sa.
“È come ambrosia!” esclamò sorridendo quando quel sangue caldo mi scende in gola, mi sembra un’eternità da quando l’ho bevuto l’ultima volta.
Il mio Sire continua fissarmi senza dire una parola.
È pensieroso e alterato.
Charles ci raggiunge, lo abbraccio, felice di poter finalmente avere un contatto fisico con qualcuno e poi devo confessare che quel ragazzo mi è simpatico.
Lui e Fred sono le persone che mi mancheranno di più quando me ne andrò via da Los Angeles.
Certo, mi mancherà anche lui, il mio adorato Angel, ma il rapporto che ci lega è così forte che non si spezzerà neppure quando sarò lontano.
È resistito più di cento anni, e sono certo che qualche continente di distanza non potrà fare molta differenza.
Charles guarda Angel senza parole, non riesce a credere a quello che ha appena visto, io gli spiego che forse è dovuto ad un pacco che ho ricevuto, mentre non riesco a non fissare il mio Sire.
I suoi occhi tenebrosi mi incantano ogni qualvolta mi perdo in essi. Così fieri ed autoritari.
Ancora non riesco a credere che sia a capo della Wolfram & Hart.
Ne ha fatta di strada da quando lo conosco, da quando era Angelus il flagello d’Europa il cui unico divertimento era torturare le sue vittime per poi massacrarle senza pietà.
L’ho sempre ammirato, desideravo essere come lui, ma, naturalmente, non gliel’ho mai detto.
Non gli ho mai confessato che avrei desiderato fosse stato lui a generarmi invece che Dru.
Amavo la mia dolce vampira bambina, con tutto me stesso, ma Angelus è stato colui che mi fatto diventare quello che sono, che mi ha insegnato ad uccidere, a giocare con la mia preda, ad incutere paura e timore.
Senza gli insegnamenti di Angelus probabilmente a quest’ora sarei polvere, ucciso da una cacciatrice o forse da qualche altro potente vampiro.
È ad Angelus che devo tutto, non a Drusilla e per questo lo amo, più di quanto abbia amato qualcuno nella mia lunga non vita.
Lui, naturalmente, non immagina quello che provo e mai dovrà saperlo!
Non so come prenderebbe una notizia del genere e per esperienza personale, so che non ama le sorprese.
Lo squadro, ma non riesco a leggere nei suoi occhi.
A cosa starà pensando?
Forse, a quando si libererà di me una volta per tutte.
Il mio cuore, fermo da più di un secolo, sanguina al pensiero che possa desiderare di allontanarmi.
Ma in fondo me lo aspettavo un comportamento del genere, per lui sono un rivale da sempre, prima con Dru, poi con Buffy.
Abbasso lo sguardo mentre lui e Charles discutono su cosa possa aver causato questo mio improvviso cambiamento e soprattutto questo caos di suoni intorno a noi, i telefoni e i computer di tutto l’edificio sembrano impazziti e loro affermano che i due eventi possano essere collegati fra loro.
Angel chiama Harmony e le chiede che stia accadendo.
Lei si avvicina ondeggiando i fianchi, è sempre una bella donna.
La osservo voglioso.
È così sensuale e poi è così tanto tempo che non scopo.
Ripenso a quanto ci siamo divertiti nel periodo in cui siamo stati insieme.
La bacio davanti a tutti attirandola a me poi con voce volutamente provocatoria dico “Capo, ce ne andiamo per un po’”
Angel mi fissa furioso ed esclama “Permesso negato!”
Per un attimo mi sembra di scorgere un lampo di gelosia nei suoi occhi.
Mi rendo conto che non può essere, che è solo un suo modo di comportarsi.
Deve togliermi qualsiasi forma di divertimento, perché mi odia
Lo guardo con intensità, sfidandolo.
Non mi piace che mi dica quello che devo fare, mi pare di essere tornato indietro nel tempo quando affermava la sua supremazia.
“Non era una richiesta” replico sorridendogli.
Harm mi respinge. Nel mio inconscio provo quasi sollievo, mi sono reso conto che non è lei che voglio, ma Angel, solo che purtroppo non potrà mai accadere.
Il mio Sire mi fissa con uno strano sguardo, non riesco a decifrare cosa provi, comincio quasi a temere che sia geloso della biondina.
E se provasse qualcosa per la sua segretaria?
No, non è possibile! E allora perché mi osserva così?
E perché Harmony mi sta allontanando?
Insisto con lei, che non demorde e mi grida “Toglimi le mani di dosso. Non penserai che ti riprenderò solo perché sei di nuovo corporeo?”
Sogghigno per nulla intimorito.
Devo averla e non mi interessa cosa dovrò fare per convincerla. Sono stato troppo tempo senza un corpo e voglio fare sesso.
Anche se non è quello in cui vorrei annegare.
Angel se solo tu sapessi quanto vorrei possederti…
Continuo nella mia farsa, e le faccio un complimento sulla gonna che indossa e lei increspa le labbra in un sorriso, poi si rivolge verso il suo capo e gli dice che verrà via con me.
L’ho convinta!
Esulto e senza lasciargli il tempo di replicare mi allontano con lei verso un luogo dove poter stare da soli.


Angel pov


Spike è davvero una maledizione divina!
Non bastava la mia anima a tormentarmi, doveva iniziare pure lui.
Mi ha inseguito per tutta la Wolfram & Hart chiedendomi un ufficio.
Ma se è solo un fantasma come può pretendere un ufficio?
Come vorrei che tornasse quello di prima!
So che per uno come lui deve essere dura non poter combattere, non essere in grado di fare nulla.
Non può nutrirsi né difendere le persone a cui tiene.
Solo qualche giorno fa ha aiutato Gunn che stava per essere ucciso da uno dei cyborg che ci avevano attaccato, ma gli ci è voluta tutta la sua concentrazione per poterlo colpire.
Questo non è lo Spike che conosco e che amo, il mio Childe… quanto vorrei tornasse il mio William
So di non essere stato io a generarlo fisicamente, ma alla fine la mia cara Drusilla ha solo compiuto il gesto.
Sotto tutti gli altri aspetti sono io il suo Sire.
Io gli ho insegnato ad affrontare la sua non-vita.
Tra noi c’è questo rapporto speciale, fatto di amore ed odio, che non si è assopito nonostante la lontananza e i grandi cambiamenti che abbiamo subito entrambi in tutti questi anni.
Non potrei mai dire a Spike queste cose, riderebbe di me.
Sono certo e mi rivolgerebbe quel sorrisetto strafottente che mi da tanto su i nervi, ma che lo rende terribilmente sexy.
Se solo…
Ah! Se solo sapesse quanto amo quelle labbra carnose, quella sua bocca da mordere e da baciare.
Sono costretto a rintanarmi qui nel mio studio per non pensare a lui, al fatto che sia accanto a me in ogni momento, ma così intoccabile.
Fred ha tentato in ogni modo di renderlo corporeo e ci sarebbe riuscita se non fosse stato per Pavaine.
Ha rovinato tutto, quel bastardo omicida.
Ed ora lui è costretto a restare così, in questa vita che non è vita.
Temo solo che se dovesse mai riuscire a ritornare quello di prima andrebbe via da Los Angeles, volerebbe in Europa da Buffy..
A volte desidero resti un fantasma per sempre solo per averlo qui vicino a me.
So di essere un egoista a pensarla in questo modo, ma non voglio perderlo, non ora che l’ho ritrovato dopo tanti anni….
Ma cos’è questo rumore assurdo contro la mia porta?
Dannazione!
Harmony sa che quando sono nel mio studio non voglio essere disturbato.
Raggiungo la porta e la spalanco.
Non riesco a credere a quello che vedono i miei occhi, Spike è steso al suolo con il naso sanguinante.
Che diavolo sta accadendo? Come è possibile che un fantasma sanguini?
E perché non ha attraversato la porta?
Mille domande si affacciano nella mia mente mentre lui mi fissa, con quei suoi bellissimi occhi azzurri nei quali brilla una luce ambigua mista tra lo spavento e gioia.
Si rialza e continua a guardarmi, poi si avvicina.
Che avrà in mente?
Indietreggio, ma lui e su di me, le sue mani gelide sfiorano il mio corpo “Posso sentire”mormora.
Sento il suo tocco, dentro di me si propaga un calore, qualcosa che mi riporta al passato, ai primi tempi della sua vita immortale quando eravamo inseparabili.
Ed io cosa faccio? Lo respingo brutalmente.
Non vorrei, ma non posso farne a meno perché so che se non lo fermo, se non lo allontano immediatamente non so che accadrebbe.
Spike mi osserva divertito.
Certo, per lui tutto questo è solo un gioco.
Afferra la tazza con il sangue che mi ha preparato Harmony e la beve tutta d’un fiato.
È da Spike prendere quello che non gli appartiene senza neanche chiedere.
Il solito ragazzino viziato!
Non ha mai imparato a rispettarmi e non credo lo farò ora.
Ma non mi importa. Lo amo così com’è, con i suoi difetti ed il suo carattere capriccioso.
Piccolo William non sa quello che provo, non immagina neppure i miei sentimenti per lui, non sa ciò che sento ogni volta siamo nella stessa stanza.
Tutto il resto sparisce e restiamo solo noi due.
Lo guardo ed il tempo si ferma, mi sembra di ritornare al 1880 quando io ero solo Angelus e lui il piccolo William, il mio dolce poeta.
Tutto è cambiato, niente è più come allora.
Ora ha un’anima, come me, del resto e ama Buffy, non c’è posto per me nel suo cuore.
Ah! Quanto vorrei provasse i miei stessi sentimenti!
Veniamo raggiunti da Gunn e Spike lo abbraccia con trasporto.
Un moto di gelosia invade tutto il mio essere.
Immagino gli sia affezionato.
Avrei voluto essere abbracciato allo stesso modo, ma in fondo l’ho respinto solo pochi istanti prima.
E poi, immagino mi ritenga responsabile del suo stato.
Ho portato io l’amuleto a Sunnydale.
È colpa mia se è morto e se, fino a qualche istante fa, era un fantasma.
Spike non sopporta di essere qui, in questo edificio, insieme a me.
Se avesse potuto avrebbe già lasciato la Wolfram & Hart, ma, per colpa del gingillo, è stato legato a questo luogo.
Un pensiero doloroso mi si affaccia improvvisamente nella mente: ora non ha più nulla che lo trattenga alla Wolfram & Hart.
Stringo i pugni e contraggo la mascella per la gelosia, ma cerco di restare calmo, non voglio che Spike si accorga di questo mio stato d’animo.
Intanto Gunn gli chiede spiegazioni sul suo cambiamento e Spike blatera di un pacco che ha ricevuto. Un pacco?
Ma chi è che manda posta ad un fantasma?
La faccenda non è chiara, scommetto che proviene da chi ha rimandato l’amuleto dal quale si è liberato Spike.
Nella sala i telefoni sembrano impazziti.
Che diavolo sta accadendo?
“Harmony”chiamo la vampira bionda che è occupata a rispondere a numerose telefonate.
Lei si avvicina e noto un cambiamento in Spike, la fissa con desiderio, lussuria.
Non posso crederci, l’attira a se e la bacia.
Lo guardo sconvolto. È di certo impazzito.
Harm lo respinge, un sospiro di sollievo esce dalle mie labbra.
Non lo vuole più, non dopo il modo in cui l’ha trattata, ma che si aspettava?
Non ha fatto che ignorarla per tutti questi mesi ed ora pretende di risolvere tutto con un bacio?
Spike non desiste, deve volerla davvero, vorrà ricordare i vecchi tempi.
Stupido ragazzino! Se solo sapesse quanto soffro, mentre le fa le fusa.
Mi guarda come se volesse vedere la mia reazione e dice ”Capo, ce ne andiamo per un po’!”
Sono furioso ed esclamo nella speranza di dissuaderlo “Permesso negato!”
Lui con quel suo solito sorrisetto strafottente dice “Non era una richiesta!”
Ma come osa prendermi in giro?
Se fossimo soli lo prenderei e gli dare una bella lezione come ero solito fare quando lui mi mancava di rispetto.
Purtroppo non posso.
Harmony si stacca da lui e gli urla qualcosa che non comprendo, sono troppo preso dai miei pensieri.
In un attimo Spike la convince a seguirlo, ed io e Gunn restiamo lì come due idioti mentre il mio piccolo William se ne va con la mia segretaria.
L’idea di loro due insieme mi fa morire.
Ma che posso fare?
Ormai è da tanto che non c’è posto per me nella sua vita e non posso fare nulla per cambiare questo fatto così doloroso.