martedì 3 marzo 2009

L'ultima notte Epilogo

Pairing: David Boreanaz – James Marsters
Rating: NC 17
I personaggi non sono di mia proprietà e la storia narrata è solo frutto della mia invenzione.

Summary: Durante una Convention a Londra David e James si rendono conto di non essere solo colleghi di lavoro, ma qualcosa di più.

David era nervoso come un adolescente al suo primo appuntamento con la ragazza più popolare del liceo e non sapeva il motivo. Invece, sì che lo sapeva il motivo, quel pomeriggio James sarebbe ritornato a Los Angeles. Durante il suo tour in Gran Bretagna lo aveva sentito spesso, erano rimasti ore al telefono, dichiarandosi anche il reciproco amore, ma si sentiva ugualmente insicuro e mille dubbi gli affollavano la mente.
Guardò l’ora per la centesima volta, ma non era trascorso che un minuto dall’ultima volta che lo aveva fatto e stava cominciando a perdere la pazienza. Si avvicinò alla finestra e guardò all’esterno, una grossa jeep si era appena fermata davanti al suo vialetto. Il cuore aumentò i battiti, si trattava di James? Attese un tempo che parve durare un’eternità, poi la portiera si aprì e lui uscì dall’auto, era ancora più affascinante di quanto ricordasse. Indossava una maglia nera a mezze maniche, dei jeans chiari e sul braccio un giacchetto anch’esso di jeans.
Chiuse la portiera con la chiave e si avviò verso la villa, senza accorgersi di essere spiato.
David si allontanò dalla finestra e attese.
Il campanello suonò e la testa di David scattò in direzione della porta, fece un profondo respiro e andò ad aprire.
La prima cosa che vide fu il suo sorriso, smagliante come sempre, poi quelle pozze che tanto amava e che gli provocavano un’accelerazione del cuore ogni volta che lo guardavano.
“Ciao, straniero”lo accolse rispondendo al suo sorriso “finalmente, hai ritrovato la strada del ritorno”
“Ciao Dave”sussurrò avanzando di un passo, avrebbe voluto abbracciarlo, stringerlo a sé e baciarlo con tutta la forza di cui era capace, ma restò lì impalato senza riuscire a muovere un muscolo.
“James, entra, dai”gli prese il braccio e lo trascinò all’interno chiudendo la porta “Non riesco a credere che sei qui, davanti a me.
L’altro annuì “Anche a me sembra un sogno”
Restarono per qualche istante senza parlare, limitandosi a guardarsi negli occhi, poi avanzarono di qualche passo e furono uno tra le braccia dell’altro baciandosi come se non ci fosse un domani.
Le mani di Dave si strinsero dietro la nuca del suo compagno attirandolo maggiormente a sé e allacciando la lingua alla sua.
James gli circondò i fianchi con le braccia e si pressò contro di lui facendogli sentire la sua eccitazione attraverso la stoffa dei jeans.
Dalle labbra si lasciò sfuggire un gemito, quella lontananza era stata un vero inferno, era stato tentato più volte di mollare il tour e tornare in California solo per rivedere il suo viso e solo il buon senso glielo aveva impedito.
Dave gli morse il labbro inferiore, poi scese a mordicchiare il mento e la gola facendolo sospirare, gli era mancato da morire e voleva esprimerglielo in ogni modo.
“Dave, mio dio”
“James, amore, stavo per impazzire senza di te”lo spinse contro la parete e prese nuovamente possesso della sua bocca calda.
“Nelle fredde notti londinesi pensavo a te, a noi, a come sarebbe potuto essere se fossi stato li con me.
“Avrei voluto raggiungerti, non sai quanto, ma Jaime mi era con il fiato sul collo”lo fissò con amore sfiorandogli il labbro gonfio per i baci.
“Lo so, Dave”scosse la testa “non era un rimprovero e poi, ora, sono tornato e non ti libererai facilmente di me”
“Ci conto”sorrise mostrando una fila di denti candidi.
“Ho intenzione di restare con te, dovrai supplicarmi di lasciarti in pace e di costringermi ad andare via”aggiunse James.
“Vieni, sediamoci, ci sono tante cose che vorrei dirti”Dave lo prese per mano e lo trascinò verso il divano, ma lui oppose una leggera resistenza e protestò “Io preferirei andare in camera, è più comoda e poi, dovremo inaugurare il nuovo letto”alzò un sopracciglio, desiderava solo fare l’amore con lui dopo quelle settimane di astinenza, aveva anche scritto numerose canzoni durante le solitarie notti trascorse a pensare ai momenti insieme.
“In camera, eh?”ridacchiò l’altro “ma quanto sei birichino”
“Sono eccitato, Dave, ti scoperei qui, sul divano per quanto sono duro”dichiarò mordendosi il labbro dal desiderio.
David scoppiò a ridere e senza replicare intrecciò le dita con le sue e lo condusse verso la camera da letto conscio che non ne sarebbero usciti tanto presto.

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