sabato 16 maggio 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 2




Capitolo II

La sera seguente, William si presentò a casa della coppia in perfetto orario e da gentiluomo quale era, portò una pianta di ciclamini rosa per la ragazza che restò molto impressionata da quel gesto così gentile e galante. William indossava un paio di jeans scuri e una polo rossa, mentre i padroni di casa avevano optato per un semplice abito lilla lei e una camicia bianca e jeans lui.
“Ciao Will, benvenuto”Alex gli sorrise.
“Grazie per l’invito, abito in questo quartiere da un anno, ma nessuno mai mi ha invitato a cena”
“Davvero?”lo condusse in salotto.
“Sì, ma non importa, non c’era nessuno con cui valesse la pena fare amicizia”replicò “almeno, fino a ora”aggiunse con un sorriso.
Alex ricambiò il sorriso, poi distolse lo sguardo e gli propose “Ti va di vedere il mio studio?”
“Certo”gli occhi del biondo si illuminarono.
“Amber, porto William a vedere il mio studio”le annunciò entrando in cucina seguito dal giovane
Aprì una porta e accese una luce “Si trova nello scantinato”
“Ah, ok”mormorò l’altro scendendo le scale.
William si guardò intorno meravigliato nel vedere decine di rotoli ammassati e ogni genere di progetti e modellini.
“Questo è il mio studio, se così si può definire, ma è un vero caos, per questo Amber non scende quasi mai”commentò “per fortuna, dovrei aggiungere perché ha la mania dell’ordine, non troverei più nulla se dovesse mettere mano a qualcosa”ridacchiò seguito da William.
“Sono impressionato, sembrano stupefacenti”si avvicinò ad un tavolo sul quale era aperto un progetto che occupava quasi tutta la superficie “e questo?”
“L’ultimo progetto che mi è stato assegnato, un palazzetto dello sport, in una cittadina qui vicino”si portò alle sue spalle
“Per questo, vi siete trasferiti?”
Alex annuì e aggiunse “Dovrei terminarlo tra qualche mese, ma, come ben vedi, sono indietro con il lavoro”
“Sono certo ce la farai”mormorò voltandosi di scatto e guardandolo con una strana luce negli occhi.
“Lo spero”aggiunse rendendosi conto della loro vicinanza, i loro visi potevano quasi sfiorarsi.
“Sarà meglio tornare di sopra”indietreggiò di un passo, ma inciampò in un rotolo che era scivolato al suolo.
William si accorse che stava per perdere l’equilibrio e gli circondò la vita con un braccio, ma non riuscì a fermarlo e fu trascinato al suolo ritrovandosi steso su di lui tra un mare di scartoffie.
“Ti sei fatto male?”gli domandò il biondo fissandolo con apprensione, gli tastò leggermente la nuca con la mano.
“No, ho la testa dura, ma non potrei dire lo stesso della mia schiena”ridacchiò, ma quel contatto lo turbò “e tu? Stai bene? Mi spiace di averti trascinato con me”
“A me no”replicò senza staccare gli occhi dai suoi “sto bene su di te”
“Come?”balbettò incredulo.
“Niente”scosse la testa, si alzò e gli porse una mano per aiutarlo “meglio tornare prima che la tua metà torni a reclamarti”
Il giovane annuì arrossendo e non riuscì a togliersi dalla testa quello che era appena accaduto. Ritornarono in cucina e quando Amber gli chiese il motivo del suo strano rossore, raccontò quello che era accaduto arricchendolo di particolari esilaranti per divertirla.
La cena si svolse tra un racconto e l’altro, Amber parlò del suo lavoro, di come lei e Alex si fossero conosciuti, in fila al botteghino del cinema, una sera in cui lui era stato bidonato dal suo appuntamento al buio e di come lei, un paio di passi dietro, incuriosita da quel ragazzo goffo che ogni tanto controllava l’orario al suo orologio, gli aveva rivolto la parola ed erano finiti per sedersi vicini continuando a chiacchierare.
Alla fine del film erano andati a prendere una cioccolata e si erano scambiati i numeri. Amber aggiunse che non aveva neanche voltato l’angolo che lui l’aveva richiamata.
“Eri così tenero, amore”si strinse a lui “se non lo avessi fatto ti avrei chiamato io, Alex”
Il giovane sorrise “Come potevo lasciarmi scappare la ragazza più carina di New York?”replicò.
“Che bella storia”dichiarò William “siete molto innamorati”
“Sì, lo siamo”Amber intrecciò le dita a quelle del suo fidanzato, poi si morse le labbra, era terribilmente curiosa di sapere qualcosa di più sul suo nuovo vicino, ma Alex le aveva fatto promettere che non avrebbe domandato nulla sulla sua vita sentimentale.
Resistette alla tentazione e gli domandò “Hai scritto qualche nuova poesia ultimamente, William?”
“Sì, una proprio ieri”rispose posando le iridi su Alex “spero di pubblicare presto una seconda raccolta”
“Hai pubblicato qualcosa, quindi”intervenne il moro.
“Sì, due anni fa”
“Alex mi ha detto che insegni al liceo della città”continuò il suo interrogatorio.
“Sì, inglese, anche se mi piacerebbe poter vivere con la mia poesia”confessò candidamente.
“Un mestiere difficile”aggiunse Alex rapito dalle sue parole.
“Se ti va, uno di questi giorni, potrei farti leggere qualcosa”gli propose William con entusiasmo.
“Sì, certo”replicò con un sorriso, non era un grande estimatore della poesia, ma era certo che quelle scritte da lui gli sarebbero piaciute.
“Sempre se a te non dispiace che prenda in prestito il tuo fidanzato”si rivolse ad Amber.
“Io sono sempre in ospedale, mi fa piacere se non resterà solo con quei dannati progetti che lo fanno diventare isterico”replicò lei alzando le spalle.
“Non sono dannati e non mi fanno diventare isterico”protestò seccato alzando la voce “si tratta del mio lavoro e si dia il caso che a me piaccia, Amber”gli dava fastidio che parlasse male del suo lavoro, soprattutto davanti ad un estraneo.
“Ragazzi, non litigate”William cercò di calmare le acque e i due cercarono di abbozzare per non fare una scenata davanti a lui.
Alex borbottò qualcosa di incomprensibile e la ragazza distogliendo lo sguardo dal fidanzato mormorò “Ne riparliamo dopo”si alzò per tornare in cucina a prendere il dolce.
“Scusa”arrossì Alex.
“Non importa, non è stato nulla”abbozzò un sorriso “sembrate molto uniti e un semplice battibecco non causerà danni, almeno spero”appoggiò la mano calda su quella di Alex.
“Will”si perse in quelle pozze blu, socchiuse le labbra per dire qualcosa, ma il ritorno di Amber lo costrinse a tacere e a ritirare prontamente la mano.
La ragazza tagliò tre fettine della torta al cioccolato e la prima la porse all’ospite.
Gli occhi di William s’illuminarono e, quando portò alle labbra la forchetta, gemette, era semplicemente sublime “Deliziosa, l’hai fatta tu?”domandò alla ragazza.
“No, Alex”sfiorò la guancia del fidanzato “è un genio, vero? Io sono negata ai fornelli, mentre lui cucina pressoché tutto”
Il biondo ne fu impressionato “Sei davvero bravo, sai? Non ho mai mangiato niente di così buono, avresti potuto aprire una pasticceria”si leccò le labbra senza staccare gli occhi dal viso del suo interlocutore.
“Dai, non esagerare, Will”la sua vicinanza era una tortura, ogni suo gesto era terribilmente erotico e tentatore. Imprecò mentalmente, ma Amber lo richiamò “Alex? A che pensavi? Sembravi lontano anni luce. Non hai sentito quello che ti ha chiesto William?”
“Scusa, era sovrappensiero, cosa hai detto?”
“Volevo sapere quale è il dolce che ti riesce meglio, ma, a giudicare da quello che provano le mie papille, credo sia questa al cioccolato”commentò William portando alle labbra la forchetta.
“Non so, la mia preferita è la crostata di mirtilli, ma non saprei dirti se è quella che mi viene più buona”
“Adoro i mirtilli, ma il cioccolato resta uno dei miei peccati”commentò con voce calda e ammiccante.
“Sì, il cioccolato è…”tossì “peccaminoso”concluse con un filo di voce.
Amber si alzò per sparecchiare e William fece per seguirla, ma lei lo bloccò “No, sei un ospite, resta qui con Alex”
“Non vuoi una mano?” si offrì il fidanzato, ma la ragazza era già sgattaiolata via con i piatti sporchi.
“Sai, non credevo che un ingegnere edile potesse essere così bravo a cucinare dei dolci”lo adulò.
Il bruno sogghignò “Sono un uomo pieno di sorprese”
“Non stento a crederlo”mormorò languido “hai altre qualità nascoste?”
“Forse”
“Magari, un giorno mi dirai quali sono”si sporse in avanti appoggiando il mento su una mano.
“Vedremo, tu, invece? Hai qualche qualità nascosta?”
“Parecchie”rispose senza modestia.
Alex scoppiò a ridere seguito da lui che aggiunse “Devi farmi provare un altro dei tuoi capolavori, anche se, dovrei stare attento alla linea, non ho ancora trovato una palestra decente in questo buco di città”
“Io non ho ancora avuto modo di cercarla, siamo qui da poco, ma ho intenzione di tenermi in forma, sto prendendo qualche chilo”si toccò il ventre.
“Io trovo tu stia bene, proporzionato e un paio di chili cosa vuoi che siano?”lasciò vagare lo sguardo lungo il corpo del ragazzo.
Il giovane arrossì e troncò quell’argomento “Potrei farti la crostata di mirtilli, allora, visto che piacciono anche a te”
“Sarebbe perfetto, sembra abbiamo molte cose in comune”si alzò “ora, dovrei andare, vi ho annoiato con la mia presenza fin troppo”
“No, ma che dici? Sei tutt’altro che noioso, Will”
“Ti ringrazio, Alex”si avviò verso la cucina per salutare Amber “Siete stati molto gentili, ma è ora di andare”
“Ti accompagno”Alex gli appoggiò una mano sulla spalla e lo accompagnò fino alla porta d’ingresso.
Una volta all’esterno calò un silenzio imbarazzante tra i due, poi ad un tratto parlarono entrambi “Allora…io”e scoppiarono a ridere.
“Prima tu”gli disse William fissandolo con i suoi grandi occhi blu.
“Sono contento tu sia venuto”
“Anche io ne sono stato felice”mormorò “e la tua cucina è davvero squisita, Alex”
“Grazie”arrossì, non era abituato a così tanti complimenti da parte di un altro uomo “è una cosa che mi piace”
“Vedo, ma anche io non me la cavo male tra i fornelli, sai?”
“Davvero? Spero che allora, un giorno, ricambierai il favore”si autoinvitò a casa sua.
“Con piacere, ti farò il filetto in salsa al vino rosso, vedrai, ti leccherai le labbra”posò sullo sguardo sulla sua bocca socchiusa, quasi come se non sapesse come agire, poi alzò lo sguardo, due pozze scure lo scrutavano come se volessero leggergli dentro l’anima.
“Ora vado”balbettò e si avviò con passo veloce lungo il vialetto. Alex lo osservò rientrare, poi sospirò e chiuse la porta, tornando da Amber, l’osservò pulire i piatti e si sentì in colpa. Le arrivò alle spalle circondandole la vita con un braccio “Mi dispiace per aver alzato la voce, tesoro”si scusò lui.
“Dispiace anche a me, non volevo sminuire il tuo lavoro davanti a William”mormorò voltandosi e baciandolo.
“Lascia stare, non importa”le sfiorò le labbra con un dito, poi la trascinò verso la camera da letto, aveva voglia di fare l’amore con lei.
I giorni trascorsero veloci, senza che i due giovani avessero più modo di rivedersi, William restava chiuso in casa a scrivere, mentre Alex era immerso nel lavoro tanto da non avere tempo per passare dal giovane come gli aveva promesso. Giunse il week end e il giovane Alex decise di recarsi da William per fargli una visita, visto che era solo in casa e si annoiava. Afferrò la giacca e attraversò la strada, le luci erano accese, sbirciò da una finestra, ma di lui non c’era traccia. Fece per allontanarsi dalla finestra quando lo vide, stava scendendo le scale di corsa, con un semplice asciugamano legato alla vita. Sgranò gli occhi davanti alla sua bellezza mozzafiato, lasciò vagare lo sguardo lungo il suo corpo muscoloso, fino agli addominali scolpiti e si ritrovò eccitato. William si avvicinò al tavolino nell’ingresso, sul quale si trovava il cellulare che stava squillando come impazzito. Rispose e cominciò a gesticolare nervosamente, ma da fuori, Alex non riuscì a sentire cosa stesse dicendo, poi improvvisamente lo udì urlare “Vai al diavolo”.
William riattaccò sbattendo con forza il telefonino sul legno, Alex scattò come una molla indietreggiando per non farsi vedere, ma inciampò in un vaso e perse l’equilibrio cadendo all’indietro. Si sentì un rumore e lui imprecò, il vaso era in pezzi.
“Cazzo”imprecò “William mi ucciderà”
Si alzò e cominciò a raccogliere i cocci, sperava di portarli via per impedirgli di accorgersene, ma finestra si aprì e la sua testa bionda fece capolino.
“Alex?” era davvero stupito di vederlo in quella posa così inusuale.
Il bruno arrossì imbarazzato, William era ancora a torso nudo, cercò di abbassare lo sguardo, ma non ci riuscì e balbettò qualche scusa “Vedi…io…”
“Che fai lì?”gli domandò con gli occhi che brillavano come zaffiri.
“Sono inciampato”rispose solo “scusa, ti ho rotto il vaso” con occhi tristi gli mostrò un coccio, ma le labbra del padrone di casa si aprirono in un sorriso “Non importa, è solo un vaso, ne ho tanti, dai, entra”e la sua testa sparì dalla finestra.
La porta d’ingresso si aprì e William apparve, tenendosi l’asciugamano con una mano “Scusami, ma ero sotto la doccia quando è squillato il telefono”
“Se vuoi, torno in un momento più appropriato”
“No, non importa, entra, è tanto che non ci vediamo”lo lasciò entrare e gli si avvicinò maggiormente “mi sei mancato, Alex”
“Anche tu”balbettò, aveva sentito immensamente la sua mancanza.
“Davvero?”chiuse la porta e lo spinse contro il legno pressandosi su di lui.
“Will? Cosa…?” sentì l’erezione del giovane premergli contro la coscia e ansimò chiudendo gli occhi “non farlo”
“Mio dio, Alex”gemette muovendosi contro di lui “non sai cosa mi fai”.
Il moro riaprì gli occhi “Cosa mi sta accadendo, Will?”
“È la stessa cosa che sta accadendo a me”replicò inumidendosi le labbra “si chiama desiderio”
“Non posso provarlo, è sbagliato”obiettò.
“So che ami Amber, ma questo non cambia quello che provi per me”insistette sfiorandogli le labbra con le sue “non lo senti?”
“Sì”sussurrò percependo la sua erezione attraverso la stoffa dell’asciugamano, poi inclinò la testa da un lato e lasciò che lo baciasse.
La bocca di William si posò ferma su quelle di Alex, poi con la lingua domandò accesso e finalmente il moro aprì le labbra per accogliere quel bacio che aveva atteso fin dal primo momento in cui i suoi occhi si erano posati su di lui.
Il cuore di Alex fece un balzo nel petto, le gambe gli divennero come gelatina e il cervello smise di formulare pensieri coerenti.
William approfondì quel bacio allacciando la lingua alla sua, mentre le mani gli s’insinuarono sotto la camicia sfiorandogli il torace.
Alex riuscì a ritrovare un barlume di lucidità e lo allontanò “Will, non possiamo”
“Perché?”
“Io…”non riuscì a trovare una scusa valida.
“Lasciati andare”gli sussurrò in un orecchio.
Alex lo fissò per qualche istante e poi prese la sua decisione.

3 commenti:

Jivri'l ha detto...

Wow! Dopo una cena nella quale Amber sembra quasi del tutto assente, finalmente tra i due personaggi scoppia la passione! Voglio vedere che decisione ha preso Alex. Bravissima per il contenuto grammaticale e stilistico, ultimamente stai migliorando sempre di più!^__^

Alex G. ha detto...

Si, vedrai il capitolo successivo quanti colpi di scena.

Jivri'l ha detto...

Non vedo l'ora!XD