martedì 9 giugno 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 7



Capitolo VII

Il giorno seguente, Alex uscì a fare la spesa, ma non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva visto la sera precedente: William in compagnia di quel ragazzo, ma erano soprattutto le sue parole a rimbombargli ancora nella mente. Che stupido era stato a pensare che William tenesse alla loro amicizia, in realtà aveva voluto solo portarselo a letto e quando non ci era riuscito aveva trovato qualcun altro. Era furioso, con William perché lo aveva preso in giro e con sé stesso per essersi lasciato abbindolare. Raggiunse in pochi minuti il market e prese un carrello, cacciò dalla tasca la lista delle cose da comprare, aveva deciso di preparare una cenetta romantica per Amber, per farsi perdonare del comportamento della sera prima.
Percorse il corridoio principale diretto verso lo scaffale del vino, poi avrebbe dovuto prendere la carne. Improvvisamente si bloccò, William era davanti a lui, intento a scegliere una bottiglia di vino rosso.
Imprecò, non era pronto ad incontrarlo. Il poeta si voltò e i loro sguardi s’incrociarono
“Alex”lo salutò, il cuore aumentò i suoi battiti.
“Ciao, Will”lo raggiunse, ma, al contrario del biondo, non era per niente felice di rivederlo “anche tu qui?”
“Sì, avevo bisogno di alcune cose”posò la bottiglia nel carrello che aveva accanto, poi sbirciò in quello dell’amico e alzò un sopraciglio, sembrava avesse in programma una cena romantica “ma, a quanto vedo, anche tu,”
“Già”e volse lo sguardo verso le bottiglie di vino alla ricerca di quella giusta.
“Ti consiglio questo”gli sussurrò con voce calda e profonda “l’ho provato ed è delizioso, corposo e ricco”
“Grazie, seguirò il tuo consiglio”mormorò senza guardarlo “Hai una cena?”
“Sì, ho un…”balbettò leggermente “ospite, anche questa sera”
“Ah, capisco”strinse le labbra, sapeva di chi si trattava, del suo nuovo ragazzo.
Un moto di gelosia lo pervase e quasi come se volesse fargliela pagare replicò “Io ho in programma una cenetta romantica per Amber” e sorrise maligno.
William lo fissò stranito, sembrava quasi che provasse piacere nel riferirglielo “Alex, c’è qualcosa che non va?”
“No, perché me lo domandi?”
“Sembra tu sia, non so, freddo, quasi disturbato dalla mia presenza”rispose scrutando la sua espressione.
Questa volta Alex posò le iridi su di lui ma non replicò e William cambiò espressione, c’era incredulità nei suoi occhi “Cosa ti prende? Sai che puoi dirmi tutto, siamo amici”
“Strano, credevo di essere solo un tuo vicino”gli faceva ancora male ripensare alla sua frase.
Il biondo fremette rendendosi conto che aveva udito le parole dette a Steven “Alex, non…”
“Lascia stare, ho capito fin troppo bene”distolse lo sguardo e prese due bottiglie posandole nel carrello “ma sai che ti dico? Non me ne frega nulla”
Si voltò per andarsene, ma William lo bloccò posandogli una mano sul braccio “Non è come pensi”
“E allora, com’è?”era geloso marcio, non sopportava l’idea di William con un altro, ma non voleva ammetterlo.
“Io…”cercò di parlare, ma lui lo fermò “Perché hai detto che ero solo il tuo vicino, se mi consideri tanto amico? Non volevi che il tuo amichetto sapesse che hai una cotta per me?”lo accusò.
I lineamenti del biondo s’indurirono “Sei ingiusto, Alex, è stata una cosa detta così, non lo pensavo. Lo sai quello che provo per te”accorciò le distanze tra loro.
“Volevi solo divertirti, fottere la mia mente, oltre che me, non è vero?”avvicinò le labbra al suo orecchio “Per tua sfortuna, ho capito i tuoi giochetti, ma ho visto che ti sei già consolato”
“Tu non sai un accidente” William sibilò furioso, ma come osava accusarlo di una cosa del genere?
“No, hai ragione, non so nulla di te e neanche voglio saperlo” e si allontanò, aveva altre cose da comprare prima di tornare a casa.
“Vai al diavolo, Alexander James”gli urlò stringendo i pugni.
Si mosse nella direzione opposta, doveva uscire da quel posto.
Quando Alex rientrò trovò Amber sul sentiero di guerra, lo attendeva seduta sul divano, le braccia conserte e gli occhi stralunati, sembrava furiosa.
Alex posò la busta della spesa sul tavolo e le sorrise “Che c’è, tesoro?”
La ragazza non rispose, ma gli mostrò il foglio piegato in quattro facendolo impallidire, si sfiorò la tasca e si rese conto di aver perso la poesia.
“Vuoi spiegarmi?”
“Di che si tratta?”finse di non capire.
“Lo sai benissimo, non mentirmi”si alzò dal divano e lo raggiunse sventolandogli il foglio davanti agli occhi.
“È una poesia”confessò pronto a subire la sua ira.
“Per chi è? L’ha scritta William, vero?”
“Vedi, non è come…pensi”balbettò, non sapeva come giustificare quella poesia.
“Spiegami, sono tutta orecchi, amore”
“Me l’ha data lui, è vero, per me”confessò, poi improvvisamente gli venne un’idea “per te”
“Cosa? Per me?”alzò un sopracciglio, non era per niente convinta, sembrava un ultimo tentativo per nascondere un suo tradimento “Davvero pensi che ti creda?”
“È la verità, tesoro”cercò di convincerla “volevo qualcosa di bello per te e William mi ha dato questa”era un vero genio.
“Alex, mi stai dicendo la verità? Non sopporterei altre menzogne”
“Sì, piccola, pensi avrei potuto tradirti?”le sfiorò una guancia.
“Sei un cialtrone, Alex”mise il broncio “ma è stato un pensiero tenerissimo”lo baciò con dolcezza sulle labbra “è davvero bella”
“Sì, è davvero bravo”mormorò tristemente, detestava mentirle, ma non aveva potuto fare altrimenti.
“Grazie, amore”gli sorrise e strinse al petto il foglio.
Alex si morse le labbra, anche se aveva litigato con William considerava quella poesia un ricordo prezioso e, averla persa, lo rattristava.
“Di niente, piccola”abbottò un sorriso.
Amber lo lasciò solo e lui sospirò di sollievo.
Trascorse una settimana, ma la situazione tra Alex e William non accennò a risolversi, i due si evitavano tanto che da quella sera al market non avevano più avuto occasione di incontrarsi.
Anche il rapporto con Amber sembrava giunto al capolinea, non facevano altro che litigare: lui le rinfacciava di lavorare troppo, di trascurarlo, mentre Amber lo accusava di essere distante, freddo e di avere un’altra anche se in precedenza i suoi timori si erano dimostrati infondati.
Un pomeriggio, dopo l’ennesimo litigio Alex prese un borsone, afferrò degli abiti urlando “Basta, Amber, non ti ho tradito”
“Davvero? E allora, perché sei così distante?”
“Io distante?”sgranò gli occhi “Ma se tu non fai altro che lavorare ed evitarmi? Ormai ti vedono più i tuoi colleghi di me”
“Ma come osi? Vorresti rinfacciarmi che lavoro troppo? E tu? Stai sempre dietro quel cavolo di tavolo e non mi degni di uno sguardo e poi, da quando William non frequenta più questa casa sei intrattabile”gli puntò un dito contro.
“Non pronunciare più quel nome, capito?”sibilò “Con me ha chiuso”
“Diamine, vuoi spiegarmi il perché? È una settimana che sei intrattabile e scommetto che lui c’entra in tutto questo”non riusciva a capire “Eravate così amici, cosa vi ha portato a…”ma lui la bloccò
“Non mi va di parlarne e poi, era di noi che discutevamo, Amber, non di un estraneo”era esasperante “Da quando siamo arrivati in questa città sei cambiata”
“Non è vero, sono sempre la stessa, sei tu ad essere diverso, non mi ami più, Alex?”gli domandò.
“Non è questo il punto, ci stiamo allontanando”
“E di chi è la colpa?”la ragazza era al culmine della sopportazione “Dimmi la verità, c’è un’altra, vero?”
Alex strinse i pugni “Ancora con questa storia? No, non c’è un’altra”
“Vorrei crederti, ma sento che il tuo cuore non mi appartiene più, sei distante”gli occhi chiari si riempirono di lacrime “Ti prego, dimmi cosa ti sta accadendo”
“Basta, non ne posso più, me ne vado”si diresse giù per le scale portandosi dietro il borsone, inseguito dalla sua fidanzata che continuava ad urlare “Non puoi andartene, Alex”
“Sì, posso e lo farò, voglio restare lontano da te, da questo posto, fino a quando non avrò deciso cosa fare”
“Mi stai lasciando?”non riusciva a credere alle sue orecchie “Non ti permetterò di mandare tutto in malora”
“Non puoi impedirmelo, la mia vita è un inferno, lo capisci?”era al culmine della sopportazione.
Questa frase la lasciò senza parole, non riusciva a credere fossero arrivati a quel punto di rottura. Gli occhi le si riempirono di lacrime “Tornerai?”
Alex la guardò per un istante, poi uscì senza rispondere, non sapeva nulla in quel momento.
Amber si lasciò scivolare sul pavimento e scoppiò a piangere disperata.


Alex era via da quasi una settimana quando Amber si presentò alla porta di William, desiderava parlare con qualcuno, ringraziarlo per quella poesia così bella e colma d’amore e magari, anche, chiedergli il motivo di tutto quel rancore che Alex provava per lui. Bussò, cercando di trovare una scusa plausibile per la sua presenza lì e, quando lui aprì la porta, non seppe cosa dire tranne “Ciao, William”
Il giovane la fissò stranito, che ci faceva davanti al suo vialetto? Alzò un sopracciglio “Amber, ciao, qual buon vento ti porta qui?”
“Mi sentivo un po’ sola in quella grande casa e poi, c’era qualcosa di cui volevo parlarti”
“Davvero? E di che si tratta?”c’era qualcosa di strano in lei.
“Non mi fai entrare?”
“Sì, scusa”e si scansò per lasciarla passare.
“Bella casa, è la prima volta che vengo”commentò guardandosi intorno.
“Grazie”l’introdusse nel suo studio “come stai? È da qualche tempo che non ci vediamo”
“Insomma”si rattristò “invece, tu?”
“Potrei stare meglio”sospirò facendole segno di sedere.
“Cosa è accaduto?”gli domandò incapace di resistere oltre, doveva sapere.
“Ho molti pensieri e…”si bloccò non sapendo cosa inventare.
“Capisco, mi spiace, le cose non ti vanno bene?”
Non rispose e alzò le spalle “Tu, piuttosto, di che volevi parlarmi?”
“Di questa”e cacciò il foglio dalla tasca.
William impallidì riconoscendolo “Ah, vedi, io…”balbettò.
“Grazie”
“Cosa?”strabuzzò gli occhi “Grazie? Ma di che parli?”
“Mi ha detto tutto”
“E tu mi ringrazi?”era sconvolto.
“Sì, è bellissima, ti ringrazio”Il biondo era sempre più confuso, ma un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente “Te l’ha data?”
“ Veramente l’ho trovata, non so perché me la teneva nascosta poiché era per me”
“E già”strinse le labbra, era come pensava, messo alle strette doveva aver inventato una scusa plausibile.
“Ma non è servita a molto”sospirò tristemente.
“Che intendi dire?”
“Siamo al capolinea”confessò con il cuore in mille pezzi “è andato via, una settimana fa”confessò.
William scattò in piedi “Lui, cosa?”
“Se n’è andato, non lo sento da una settimana e comincio a temere che non tornerà più”
“Non riesco a crederci, ma come è potuto….”si appoggiò alla scrivania “cavolo, sembravate così uniti”
La ragazza sospirò “Avevamo dei problemi, ma è da un po’ che la situazione è diventata insopportabile e credo che anche tu abbia a che fare con tutto questo”
“Io?”deglutì.
“Da quando avete litigato è intrattabile, scontroso, nervoso e non vuole sentire neanche pronunciare
il tuo nome”
“Ci sono state delle incomprensioni”replicò distogliendo lo sguardo.
“Ha detto che con lui hai chiuso, ma che è successo?”
“Uno scambio di opinione”rispose semplicemente
“Sembrava molto arrabbiato, William”insistette.“Lo so”
“Se tornerà spero risolverete”dichiarò la ragazza con gli occhi lucidi.
“Se tornerà?”ripeté con gli occhi fuori dalle orbite Come? No”il cuore gli si fermò di colpo.
La bionda alzò la testa e lo fissò stupita dalla sua reazione, sembrava davvero sconvolto “William, dimmi la verità, ti ha mai detto qualcosa?”
“No, Amber, io credevo che tra voi andasse tutto bene”mentì, in realtà, qualcosa aveva palesato.
“Temo si veda con qualcuno”gli occhi le si riempirono di lacrime.
William scattò “Dici? Cosa te lo fa pensare?”
“È una sensazione”
Il giovane le si avvicinò e le si accovacciò davanti “Non ti ha mai tradito”
Amber posò le iridi chiare su di lui e annuì “Lo spero, William, ma è meglio che vada, ti ho fatto perdere fin troppo bene”
“Non dirlo, mi ha fatto piacere, vedrai che Alex tornerà presto, piccola”
Lei strinse al petto il libro che le aveva prestato e gli sorrise “Grazie per avermi ascoltata”
La riaccompagnò alla porta, ma quando l’aprì restò impietrito, nel vialetto vi era un uomo sulla quarantina, con capelli neri, vestito con un cappotto nero. Gli sorrise e lo salutò“Ciao Will”
“Ian”sussurrò incredulo.
Amber uscì e trovandosi davanti quello sconosciuto disse “Salve”ma, quando si accorse dell’espressione dell’amico, aggrottò la fronte “William?”
“Grazie di essere venuta, Amber”mormorò inespressivo.
La ragazza scese i due scalini “Ciao e grazie per il libro”la tensione era palpabile tra i due uomini, ma chi poteva mai essere quel tipo così impettito e sofisticato? Si avviò lungo il vialetto e con la coda dell’occhio vide un movimento alla finestra della signora Pattinson, doveva aver osservato tutto.
Scosse la testa stizzita, un giorno o l’altro si sarebbe fatta sentire, detestava essere spiata. Si volse verso William, ma lui era ancora impietrito davanti alla porta, con gli occhi blu fissi sullo sconosciuto.
Sospirò leggermente, poi attraversò la strada e ritornò in casa, doveva prepararsi per il turno in ospedale.
William strinse la mascella, non si sarebbe mai aspettato di trovarselo davanti alla porta, quello doveva essere un incubo.
“Ciao, Will”ripeté l’altro abbozzando un sorriso.
“Ian”la sua voce fu un sussurro “cosa fai qui?”
“Non mi fai entrare?”
“No”replicò duramente “perché dovrei?”
“Non ti è ancora passata? È trascorso un anno, dannazione, per quanto ancora mi terrai il broncio?”
“Il broncio? Ian, non meriti neanche una risposta. Non hai ancora compreso la gravità delle tue azioni, vero?”era davvero incredibile.
“Tesoro, Will, ti prego, quando perdonerai questo mio piccolo errore?”
“Piccolo?”il biondo sgranò gli occhi “Non ti perdonerò mai, Ian, capito?”sibilò “Vattene, non voglio vederti”fece per chiudere la porta, ma l’uomo lo fermò mettendo la mano “No, non lasciarmi fuori”
“Non voglio parlarti, Iam, in che lingua devo dirtelo?”
“Mi manchi, amore, ti prego, non fare così”la sua voce si addolcì.
“Come hai fatto a sapere che vivevo qui?”
“Ho le mie risorse, tesoro”sorrise “ora, perché non mi fai entrare, così parliamo?”
“Steven è stato qui, abbiamo fatto un’interessante chiacchierata”gli occhi erano come braci “non potrai continuare con le tue menzogne
“Steven? È stato qui? Lo hai perdonato? Quel ragazzo ha delle doti non indifferenti”sorrise maligno.
William non rispose alla sua provocazione, ma dentro provò una grande rabbia per quelle allusioni.
Ian scosse la testa “Sei prevedibile, Will, cosa ti ha detto per farti cadere tra le sue braccia?”
“Non azzardarti”sibilò “hai insozzato quello che c’era tra noi e non potrò mai perdonarti per questo”
“Io? Il sesso si fa in due, tesoro”
“Non quando sei mezzo ubriaco come lo era lui”era furioso “ma come hai potuto farlo? Hai approfittato di lui, ma perché?”
“Credi a lui e non a me”
“Sì, gli credo, Ian perché, al contrario di te, Steven non mi ha mai mentito”
“Non vuoi sentire anche la mia versione?”gli domandò con calma.
“Non c’è niente che potresti dirmi che faccia cambiare l’opinione che ho di te, Ian”replicò William. “Dimmi solo una cosa, perché te lo sei scopato?”c’era solo rancore nei suoi occhi, il dolore era scomparso, ormai non provava più nulla per quell’uomo.
“Abbassa la voce, Will, non vorrai senta tutto il vicinato”
“Rispondi”gli ordinò sferrando un pugno contro la porta.“Entriamo, Will”
“E va bene, ma solo perché non voglio dare spettacolo”e rientrò seguito dal suo ex amante.
“Ecco, ora siamo dentro, di quello che devi e poi sparisci”incrociò le braccia al petto in attesa.
“Hai ragione, sono un bastardo, ti ho tradito, ma l’ho fatto perché ero geloso”cominciò a raccontare “mi ha confessato di amarti, credeva fossi te, così, non ci ho visto più e mi sono infilato nel letto e…”
William era sconvolto, non riusciva a credere alle sue parole “Cosa? Ian, ma ti rendi conto della bassezza nella quale sei caduto? Non puoi essere l’uomo di cui mi sono innamorato”
“Sono sempre io, il tuo Ian”gli sfiorò una guancia ma lui si scansò disgustato
“E qual’era il tuo piano? Scopartelo e…?”
Il bruno non rispose e fu allora che comprese “Volevi che vi scoprissi, vero? Sapevi che se vi avessi trovato a letto insieme avrei rotto la nostra amicizia. Sei malato”gli rivolse uno sguardo colmo di disprezzo “Mi fai davvero schifo, come ho fatto ad amarti?”
“Will, piccolo, ascoltami, io ti amavo, ero accecato dalla gelosia”gli appoggiò le mani sulle spalle, ma lui si scansò “Non osare toccarmi”
“Lo so, non ho scuse, ma perché non riesci a perdonare questo mio errore? È trascorso un anno”
“Davvero non capisci? Non potrò mai perdonarti, avrei dato tutto per te, per la nostra storia, ma tu mi hai tradito, con il mio migliore amico e per cosa? Per una vendetta?”era disgustato, esterrefatto.
“Quel ragazzino era tutto per te, Will, ero geloso, quello che vi univa io non l’avrei mai avuto”gli confessò cercando di fargli comprendere le sue ragioni, ma l’altro sembrava irremovibile.
“Tu avevi tutto me stesso, Ian”la sua voce era rotta dai singhiozzi “io ti amavo, eri l’unico, ho mandato a puttane il mio matrimonio per te. Come potevi dubitare che il mio cuore non ti appartenesse?”
“Lo so, amore, lo so, ma io sentivo che la vostra amicizia era diversa, vi legava un sentimento così profondo e io…”scosse la testa “ne ero geloso, ora so che ho sbagliato, ma ero accecato, non ragionavo lucidamente”
“No, non è così, eri lucido nel tuo piano per distruggere un’amicizia che durava da anni”protestò puntandogli il dito contro.
“Ti amo, Will”gli confessò poi, sperava lo avrebbe perdonato.
“Io no”replicò gelido “non potrei amarti dopo il male che mi hai fatto. Quello che provavo per te è sparito nel giorno in cui ti ho trovato a letto con Steven”affermò con decisione.
“C’è un altro, vero? È Steven? Stai con lui, adesso?”
“No, ma anche se ci fosse un altro non sarebbero affari tuoi, ora…”gli indicò la porta “vattene, ho da fare”
“Va bene”si avviò nell’ingresso “mi dispiace per il male che ti ho fatto, Will, ti ho perso per sempre ed è solo colpa mia”
“A cosa pensavi? Che ti avrei perdonato?”
Ian lo fissò senza rispondere e William mormorò “Addio, Ian”mormorò.
L’uomo annuì e dopo avergli lanciato un’ultima occhiata aprì la porta e uscì.
William si appoggiò alla parete e si prese la testa tra le mani, cominciando a piangere, come poteva, quell’uomo, essere stato così crudele? Aveva sempre temuto di essere lui l’immaturo, all’interno della coppia, colui che doveva dipendere da Ian, ma la realtà era ben diversa, era Ian l’immaturo.
Si asciugò gli occhi e si alzò in piedi, ora che tutto era finito, che quell’uomo era solo un ricordo avrebbe potuto ricominciare, rifarsi finalmente una vita, amare ancora.
Pensò ad Alex, era suo destino innamorarsi delle persone sbagliate, ma presto sarebbe stato felice.

1 commento:

Jivri'l ha detto...

Adoro quando Alex fa il geloso, e in questa nuova versione Amber è molto più determinata a tenersi Alex, questo mi incuriosisce su ciò che accadrà quando verrà a sapere del rapporto tra Will e il suo uomo. Bella la scena fra Ian e Will. Complimenti cara.