martedì 30 giugno 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 9 NC17




Quando furono finalmente in camera William chiamò il servizio in camera e ordinò la cena, Alex doveva essere affamato e anche lui, se doveva essere sincero, non mangiava dall’ora di pranzo.
Il giovane ingegnere era ancora sulla soglia, si limitava a fissare l’amico intento a parlare al telefono, quasi non riusciva a credere che fosse lì con lui. Lo aveva desiderato con tutto se stesso, ma in quel momento non sapeva come comportarsi.
William posò il telefono “Alex? Vuoi fare una doccia prima di cena?”
Si riscosse dai suoi pensieri “Okay”e si diresse verso il bagno.
Quando udì l’acqua scorrere William sospirò, sembrava l’ombra del ragazzo che conosceva e che tanto amava, ma cosa gli stava accadendo? Doveva scoprire cosa lo aveva portato a lasciare Amber e a bere fino a perdere ogni controllo.
Si avvicinò alla finestra e osservò la strada all’esterno, la notte era serena, in cielo la luna era quasi piena e il vento aveva spazzato via tutte le nubi.
“Sono contento tu sia qui, Will”mormorò Alex alle sue spalle.
Si voltò e lui era a pochi passi, un asciugamano stretto alla vita e un altro tra le mani che utilizzò per asciugarsi i capelli, trattenne il respiro, era la prima volta che lo vedeva quasi nudo. Lasciò vagare lo sguardo e sentì i jeans diventare stretti pensando a quello che poteva celare sotto l’asciugamano.
“Stai bene?”gli domandò avvicinandosi, era preoccupato per lui.
“Sì, grazie, niente di meglio che una doccia ristoratrice per far passare una brutta sbornia”abbozzò un sorriso.
“Alex, ma perché…?”fu interrotto da un leggero bussare.
“Vado io”scattò il moro raggiungendo in un istante la porta, era il servizio in camera, prese il carrello e ringraziò.
Richiuse la porta e William fu dietro di lui facendolo fremere “Ho una fame da lupi”
“Mangiamo, allora” spinse il carrello verso il tavolino e gli indicò una sedia.
Quando furono sazi, Alex si stese sul letto, aveva ancora addosso solo l’asciugamano, ma non gli andava di cambiarsi, era troppo stanco. Volse lo sguardo verso il biondo che sedeva accanto al tavolino, era taciturno, il cuore perse un battito, era così bello, ma forse apparteneva già ad un altro.
“Sto bene, ora, se vuoi, puoi tornare a casa”mormorò, ma era l’ultima cosa che desiderava.
William strinse la mascella “Proprio non sopporti la mia presenza qui, vero?”sembrava volesse mandarlo via.
Alex distolse lo sguardo senza rispondere e William continuò “Vuoi dirmi cosa ti sta accadendo? Scappi dalla città, lasciando Amber disperata, ti ubriachi costringendo la polizia ad arrestarti. Non ti riconosco più”
“Non ti devo alcuna spiegazione, Will”replicò “e poi, potrei dire lo stesso di te, credevo di conoscerti, ma sbagliavo”
“E con questo cosa cazzo vorresti dire?”lo fissò con gli occhi come braci “Stiamo parlando di te, non di me”.
“William, lascia perdere, non importa”
“Eh, no, Alex, non te la caverai così, ora mi dici di cosa stai parlando”
“Vuoi sapere di cosa sto parlando? Bene, te lo dirò”si alzò affrontandolo “Chi era quel rosso dell’altra sera e cosa è per te? Ho visto, sai, il modo in cui vi guardavate e sfioravate”la gelosia lo stava lacerando “eravate molto intimi, è il tuo nuovo fidanzato?”
William sgranò gli occhi, non riusciva a credere che fosse geloso “No, Alex, non è così. Si trattava di Steven”
“E chi cazzo è questo Steven? Dici il suo nome come se io dovessi sapere di chi si tratta”
“Perché te ne ho parlato, è quel mio amico di Londra”
A quel punto Alex realizzò “Quello che non vedi da un anno?”si morse la lingua e in un attimo si sentì un idiota.
“Sì, lui”
“Da quello che ho visto, le cose tra voi vanno più che bene, eravate così intimi”distolse lo sguardo, c’era dolore nell’ultima frase.
“Ci siamo chiariti e sai…”mormorò non sapendo come raccontargli quello che era accaduto tra loro su quel divano.
“E cosa?”incrociò le braccia al petto.
“Mi ha detto di essere innamorato di me, da sempre”gli rivelò “e mi ha baciato, anzi, ci siamo baciati”
“Cosa?”il cuore smise di battere, sentì il pavimento cedergli sotto le gambe “Capisco, immagino vorrai andare, stare con lui, non ti trattengo, William”la sua voce era glaciale.
“Immagini male, piccolo, io qui sto benissimo e poi, Steven è tornato in Inghilterra” gli si avvicinò “per me è solo un amico e che tra noi non potrà esserci altro”.
“Perché lo hai baciato?”
“Non lo so, piccolo, davvero, ma voglio che tu sappia che non è lui che mi fa battere il cuore, che popola tutti i miei sogni”William accorciò maggiormente le distanze, i loro visi potevano quasi sfiorarsi.
Alex percepiva il suo alito caldo, il cuore ricominciò a battere, le gambe gli tremavano, non osava neanche muoversi per non rompere quell’atmosfera.
“Perché sei partito?”gli domandò improvvisamente “Hai litigato con Amber, vero?”
“Sì, non potevo sopportare più…”scosse la testa “avevo bisogno di riflettere, di capire quello che voglio davvero”confessò “e non potevo farlo lì”
“E lo hai capito, quello che vuoi davvero?” gli sfiorò il braccio nudo con la punta delle dita.
“Sì”
Gli alzò il mento con una mano costringendolo a guardarlo “Bene, perché mi sento perduto senza di te”
“Dici sul serio?”sorrise incredulo, non avrebbe mai sperato di udirgli pronunciare quelle parole.
Per tutta risposta William appoggiò le labbra sulle sue in un leggero bacio, Alex gemette, ma senza esitare socchiuse la bocca lasciandolo entrare, le loro lingue s’incontrarono dando inizio ad una danza. La passione li accese, Alex lo spinse sul letto stendendosi su di lui e continuando a baciarlo, lo desiderava più di ogni altra cosa e questa volta non si sarebbe tirato indietro.
William si staccò leggermente, gli occhi erano scuri di passione, le labbra gonfie per i baci e le gote arrossate “Forse dovremmo fermarci”gli posò le mani sul petto.
“Fermarci?”gli sfiorò il bordo superiore della bocca con la punta della lingua “Non lo voglio io e non lo vuoi neanche tu, Will”
“Sei sicuro?”non osava sperare “Ti desidero disperatamente, Alex, sono mesi che non penso ad altro”
“Mai stato più sicuro”gli accarezzò il torace attraverso la camicia “non voglio più negare quello che provo te”
Il biondo sorrise, si sporse in avanti e lo baciò nuovamente, poi invertì le posizioni e in un attimo fu su di lui, sfilandogli l’asciugamano e liberando l’erezione, ormai evidente.
“Sei così bello”sospirò lasciando scivolare la mano lungo il suo corpo ormai nudo, la pelle era incandescente, poi ridacchiò posando lo sguardo sul membro ormai semi eretto “Noto che non stavi mentendo, cucciolo”
Alex arrossì, e William lo baciò di nuovo, poi si spogliò velocemente, bramava sentire la pelle di Alex contro la sua, aveva atteso così tanto che non intendeva più attendere neanche un solo istante. Una volta che gli abiti furono sul pavimento, cercò il suo sguardo nel timore di leggervi qualche ripensamento, ma tutto quello che vide fu un grande desiderio, Alex lo voleva e non avrebbe cambiato idea. Si sporse in avanti e appoggiò le labbra sul collo, succhiando leggermente la pelle, inebriato dai sospiri provenienti dal suo compagno, scese a lambire una spalla, la mordicchiò, adorava il suo sapore, scese ancora, catturò un capezzolo tra i denti, lo mordicchiò, lo succhiò, fino a quando non divenne duro come un sassolino, Alex si contorse sotto di lui per il piacere “Will”gemette “non fermarti”
Un lampo apparve nelle iridi blu, passò all’altro capezzolo bagnandolo con la lingua, adorava i suoi mugugni di piacere. Discese fino al ventre, disegnando dei piccoli cerchi attorno all’ombelico, sentì Alex fremere e questo lo spronò a continuare con quella lenta e dolce tortura. Succhiò e mordicchiò la carne fino a quando non urlò di piacere “Will”
Il giovane poeta alzò la testa e gli rivolse un sorrisetto maligno poi con le mani gli allargò le gambe e si insinuò, circondando il membro ormai eretto con la mano. Mosse la mano su e giù, Alex chiuse gli occhi e si abbandonò completamente alla sua esperienza, era in paradiso.
Lo lappò, passò la lingua calda lungo tutta la lunghezza, poi lo lasciò scivolare nel suo antro caldo cominciando a succhiare.
Alex si lasciò sfuggire un lamento e gli artigliò con forza i ricci, mentre William muoveva la testa ciucciandolo sempre con maggiore vigore.
“Cazzo, Will, continua”riaprì gli occhi e osservò la testa bionda del suo amante muoversi su e giù, era lo spettacolo più erotico che avesse mai visto.
Sentì una scossa lungo la schiena, segno che il picco era vicino, poi diede una spinta di reni e raggiunse l’orgasmo più potente di tutta la sua esistenza, riversandosi nella bocca di William.
Appoggiò la testa sul materasso e ansimò senza avere la forza di dire nulla, il cuore gli batteva furiosamente nel petto, non credeva sarebbe stato così intenso.
Lo attirò a sé cercando le sue labbra “È stato stupendo, Will”
Il biondo gli accarezzò una guancia e sorrise “Questo non era che l’inizio, la notte è ancora lunga. Voglio sentirti in me, Alex, vuoi?”
“Will, io, non…”balbettò.
“Lo so che è la prima volta, ma io mi fido di te, piccolo”gli posò una scia di baci sul mento lambendo il pomo d’Adamo e scendendo lungo la gola “non vuoi fare l’amore con me? Prendermi?”
Alex sorrise “Ti voglio con tutto me stesso, Will, ma non voglio farti del male”era preoccupato.
“Non me ne farai”gli garantì sogghignando.
“Non ho un preservativo”si morse il labbro superiore, non pensava ne avrebbe avuto bisogno.
“Io non faccio sesso da tanto, non credo che rischiamo a non usarlo e poi voglio sentirti senza nulla che si frapponga fra noi”
“Io ho fatto l’amore solo con Amber per un bel pezzo, quindi…”aggiunse il moro.
“Non ricordarmelo”replicò con una smorfia, stava male solo al pensiero.
“Sei geloso?”rise prendendolo in giro.
“Sì, puoi neanche immaginare quanto stavo male sapendoti con lei”
“Povero piccolo”lo baciò sul naso “ma ora sono con te e ho intenzione di restarci”
Il cuore di William impazzì nel sentirgli pronunciare quelle parole così importanti, invece di parlare lo attirò in un abbraccio e gli lambì le labbra con un bacio che li infiammò entrambi.
Alex lo spinse supino invertendo le posizioni e insinuandosi tra le gambe, ma era terribilmente nervoso, temeva di sembrare inadeguato davanti a William. Lasciò scendere la mano lungo un fianco, le dita lo sfiorarono con delicatezza, il suo tocco fu come una carezza.
“Alex”gemette, quando gli sfiorò la fessura tra le natiche con un dito, ma si accorse della sua titubanza, dell’indecisione nel modo in cui lo toccava e cercò di rassicurarlo “Alex, lascia che sia io condurti, va bene?”sostituì il dito con il suo e cominciò a sfiorare il bordo facendo dei piccoli cerchi, ansimò senza staccare lo sguardo da lui.
Alex era eccitato oltre ogni limite, vedere William toccarsi in quel modo e darsi piacere, era uno spettacolo ad altro contenuto erotico.
Si penetrò leggermente, muovendo avanti e indietro il dito, allargò maggiormente le gambe e ansimò “Immagino che sia tu a farlo, Alex”gli sussurrò socchiudendo le labbra.
“Will”gli schiaffeggiò la mano e la sostituì con la sua, non resisteva, doveva toccarlo, sfiorarlo, dargli piacere.
Spinse in profondità, strappandogli un ennesimo gemito che lo indusse a continuare nella sua tortura. Aggiunse un secondo dito, poi un terzo, continuando a spingere e costringendolo a inarcare la schiena per l’orgasmo che lo investì come un fiume in piena.
“Scusa”arrossì il biondo pulendosi con il lenzuolo.
Il moro si morse il labbro inferiore, poi ridacchiò “Sei talmente sexy, Will” e si mosse lungo il suo corpo lasciandogli una scia di baci infuocati che partivano dal collo e scendevano fino alla scapola e continuarono lungo il torace scolpito e glabro.
William ansimò, come mai sapeva che corde sfiorare per farlo eccitare nuovamente? Era appena venuto, ma sentiva che presto sarebbe accaduto di nuovo se avesse continuato in quel modo “Alex, non torturarmi”
L’altro sorrise e gli mordicchiò l’interno coscia, salendo fino all’inguine, evitando, di proposito, il suo membro bisognoso di cure, voleva farlo soffrire ancora un po’ prima di accontentarlo. Finalmente gli sfiorò l’erezione con la lingua e William trattenne il respiro, gli occhi blu erano colmi di passione, il desiderio per lui lo stava consumando.
“Alex, mio dio, dove hai imparato?”singhiozzò quando lo circondò con le labbra spingendolo fino in gola e cominciando a leccarlo e succhiarlo. Il sapore di William era inebriante, non ne avrebbe mai avuto abbastanza. Alle sue parole lasciò andare il suo membro e ridacchiò “Talento naturale”
“Interessante”sghignazzò “Ora, ti voglio dentro di me, ti prego”
“Non aspetto altro, amore”
William sorrise, lo aveva appena chiamato amore, era la prima volta che lo faceva, era pazzo di gioia, lo attirò a sé e gli circondò le spalle con le braccia. Lo baciò con trasporto, mentre Alex si faceva largo tra le sue natiche spingendosi all’interno lentamente.
“Alex”gemette mordendosi le labbra e allacciando gli occhi ai suoi, voleva guardarlo mentre facevano l’amore, fargli sapere che lui l’unico con il quale intendeva stare. Quando fu completamente dentro, cominciò a muoversi, ma sempre con estrema lentezza, temeva di fargli male.
“Will, tutto bene? Ti sto facendo male?”era preoccupato, ma lui per tutta risposta gli allacciò le gambe ai fianchi per aumentare la penetrazione.
“Muoviti, di più”mosse il bacino per assecondare le sue spinte.
“Will, mio dio”aumentò i colpi fino a toccare punti che costrinsero il suo amante ad urlare “Alex, ti amo”e sprizzò il suo seme sul ventre del moro che si bloccò, sconvolto. Aveva davvero udito quelle paroline o le aveva solo immaginate? William si accorse del suo stato e lo fissò preoccupato. Si morse il labbro pentendosi quasi di quella sua rivelazione, ma dopo un attimo, Alex ricominciò a muoversi con vigore fino a quando non raggiunse l’orgasmo riversandosi in lui.
Si accasciò sul suo torace ansimante, poteva udire i battiti accelerati del cuore di William, una melodia rilassante. Chiuse gli occhi e sorrise, era stata l’esperienza più intensa e coinvolgente di tutta la sua esistenza, non solo aveva fatto l’amore con un uomo per la prima volta e gli era piaciuto talmente che sarebbe stato pronto a rifarlo, ma William gli aveva dichiarato il suo amore.
Non poteva essere più felice. Il poeta giaceva sotto di lui, immobile, solo il petto che si alzava e abbassava velocemente indicava che non stesse dormendo, ma che stesse riflettendo su quello che era accaduto. Si sentiva un idiota, un inguaribile romantico, lasciarsi andare in quel modo.
Aveva letto sconcerto e confusione negli occhi del compagno, forse, se non fosse stato dentro di lui sarebbe scappato a gambe levate. Fissò il soffitto in cerca di una scusa, qualcosa per giustificare le sue parole, ma non trovò nulla di plausibile e convincente, così si limitò a tacere.
Alex si mosse leggermente, poi gli baciò il torace madido di sudore “Non dici nulla? È stato così orrendo?”
William incontrò i suoi occhi imploranti e socchiuse le labbra sorpreso. Orrendo? Come poteva pensarlo? Era stato semplicemente magnifico, Alex era così diverso da Ian che a letto voleva avere il controllo di tutto, sentiva di amarlo profondamente “Alex, io…”balbettò, poi scosse la testa e mormorò “… direi che è stato grandioso”
“Sì, decisamente”si strinse a lui.
“Senti, Alex, per prima, io…”sospirò “mi dispiace, non volevo sconvolgerti dicendoti che… insomma, che ti amo, è solo che è quello che provo”
Abbassò lo sguardo e vide che aveva gli occhi chiusi, poi lo sentì russare debolmente e si rese conto che si addormentato, non aveva udito neanche una parola di quello che aveva detto.
“Alex?”lo chiamò, poi sorrise, gli accarezzò i capelli umidi di sudore e chiuse a sua volta gli occhi addormentandosi stravolto.



Il mattino seguente, Alex si svegliò colpito dai raggi del sole, due forti braccia lo stringevano, abbassò lo sguardo e sorrise osservando il suo amante biondo che dormiva con la testa leggermente piegata in basso e le braccia che gli circondavano la vita. Gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte e gli posò un bacio sulle labbra, la sua confessione l’aveva colto di sorpresa contribuendo a confonderlo maggiormente. E se fosse stato solo l’impeto del momento a trascinarlo a pronunciare quelle due paroline così magiche e piene di significato? Sospirò tristemente, poi cercando di non svegliarlo si liberò dal suo abbraccio e sgusciò via dal letto. Gli avrebbe fatto una sorpresa portandogli qualcosa di buono per la colazione, sapeva quanto il suo Will fosse goloso di dolci. Sorrise, lo considerava già suo, rivide agli avvenimenti della notte precedente e arrossì ricordando quello che gli aveva fatto e il piacere che aveva provato. Si rivestì lentamente, poi quando fu presentabile, afferrò la giacca che giaceva abbandonata sulla sedia e uscì dalla stanza.
Durante il tragitto dall’hotel al bar non fece altro che pensare a cosa dire ad Amber. Era andato via trattandola male, dicendole cose che non pensava, ma era arrabbiato, esasperato. Avrebbe dovuto chiederle scusa, ma anche troncare quel rapporto ormai inesistente che li legava, lei meritava qualcuno che l’amasse con tutto se stesso e anche lui.
Raggiunse il bar, entrò e si avvicinò al bancone, c’erano ciambelle d’ogni tipo, brownies e tortine alla frutta e al cioccolato. Era indeciso su cosa comprare, ma poi ricordò la passione di William per i mirtilli e per la sua torta al cioccolato, così prese un paio di tortine ai mirtilli, due al cioccolato e qualche ciambella ricoperta di zucchero. Improvvisamente immagini erotiche del suo Will con le labbra sporche di zucchero e il corpo ricoperto di cioccolato fecero capolino nella sua testa facendolo eccitare.
Scosse la testa, pagò e prese la busta che il commesso gli porgeva. Doveva tornare da lui al più presto.
Quando varcò la porta della camera, William era in piedi, davanti alla sedia che si stava rivestendo, sembrava pensieroso, ma quando lo vide sulle labbra apparve un dolce sorriso “Ciao”
“Ciao, ho preso la colazione”
“Per un attimo ho temuto fossi andato via”gli confessò il biondo provando un po’ di vergogna anche solo per aver pensato una cosa del genere.
Alex divenne serio “Che sciocco, non avrei mai potuto”
“Scusa, è solo che non trovandoti quando mi sono svegliato, ho pensato…”scosse la testa “mi dispiace”
“Non importa”gli porse il sacchetto di carta “ti ho portato qualcosa per addolcirti il risveglio”
“Davvero?”un lampo apparve nei suoi grandi occhi blu, sbirciò all’interno e si leccò le labbra “Buoni, cosa ho fatto per meritarti, Alex?”
“Non saranno come quelle che cucino io, ma sono buone, le ho già assaggiate qualche giorno fa”commentò scrutandolo, sembrava quasi un bambino davanti a tutti quei dolci.
“La tua torta al cioccolato era divina”lo adulò “non credo di aver mai assaggiato qualcosa di così delizioso in tutta la mia vita”
“Esagerato”ridacchiò il moro “ma sono contento la pensi così”
“Dico solo la verità, dolcezza”appoggiò il sacchetto sul tavolo, poi lo raggiunse circondandogli la vita con le braccia. Lo attirò in un bacio e lo spinse verso il letto.
Alex ansimò e lo lasciò fare, non desiderava altro che fare l’amore con lui “Will, ti voglio”sussurrò una volta che furono stesi sulle lenzuola di cotone.
“Alex”ansimò quando il moro gli sbottonò i jeans e cominciò a dargli piacere.
Ore dopo giacevano tra le lenzuola uno tra le braccia dell’altro, ansimanti e senza forze, ma felici. Alex aveva le dita tra i capelli di William e glieli accarezzava dolcemente, mentre il biondo poggiava la testa sul suo torace e con gli occhi chiusi ascoltava i battiti accelerati del suo cuore.
Sorrise e gli sfiorò il petto “Adoro questo suono”
“Sembra che voglia esplodere, mi fai questo effetto, Will”ridacchiò Alex “non avrei mai creduto di poter provare qualcosa del genere, né tanto meno, di trovarmi in una camera d’albergo, a fare l’amore con te”
“Ora sai cosa avresti perso se non avessi ceduto al mio fascino”lo prese in giro.
Alex ridacchiò, poi William divenne improvvisamente serio “Alex? Cosa accadrà, ora?”
“Che intendi?”alzò la testa e lo fissò senza capire.
“Quando torneremo alla vita reale, cosa accadrà?”ripeté, c’era ansia nella sua voce.
Lo sentì sospirare “Non ne ho idea, potremmo fare finta che non esista, per il momento?”
William alzò la testa dal suo petto e allacciò le iridi blu a quelle del suo amante “Non possiamo fingere, Alex. Ho bisogno di sapere” la sua era quasi una supplica “Ho sofferto a causa di Ian e non ho intenzione di ricascarci”il tono era duro.
Alex tacque e William continuò “Cosa è per te, quello che c’è tra noi?” era molto serio, per lui era una questione di grande importanza “Un’avventura?”
“Cosa? No”replicò.
“Ti chiedo solo una cosa, se è stata solo un’avventura dimmelo, così eviterò di farmi illusioni e di fare la figura del completo idiota”voleva sembrare deciso, ma in realtà, fu scosso da un leggero tremito.
“No, Will, ti ho detto che non lo è”gli garantì senza distogliere lo sguardo “non sono il tipo da una botta e via e mi ferisce che tu debba chiedermelo”si alzò dal letto e raggiunse i suoi vestiti che giacevano abbandonati sul pavimento.
“Che stai facendo?”
“Mi rivesto”
“Per quale motivo? Dai, torna a letto” e si mosse per attirarlo nuovamente sul letto “mi dispiace di aver dubitato di te”
“Will, non ti fidi di me, vero?”nella voce c’era dolore.
“Certo che mi fido di te”scosse la testa e gli cinse la vita con le braccia “io ti amo” gli sussurrò in un orecchio.
Alex si voltò sorridendo, non era come aveva temuto, lo amava davvero.
“Anche io ti amo, piccolo Will” lo spinse supino sul letto stendendosi su di lui
Il corpo del biondo si rilassò e le labbra si aprirono in un debole sorriso, era così felice che il cuore sembrava volesse esplodere “Sei sicuro? Non lo dici solo per dire? So che ami Amber e…”non ebbe la possibilità di terminare la frase perché Alex gli intrappolò le labbra in un ennesimo bacio cercando la sua lingua e ingaggiando una lotta senza tregua.
“Cazzo, Alex”si staccò per mancanza d’aria
“Ora sai che non amo Amber”gli sorrise.
William ridacchiò “Mi fai impazzire, lo sai?”gli sfiorò il labbro superiore gonfio.
“Bene, è questo il mio intento, farti impazzire di piacere”
“Sei un vero sadico”lo rimproverò con un sorrisetto malizioso.
“Sei talmente sensuale, Will, non posso fare a meno di te, del suo corpo, del…”
“Non cambiare discorso, è una cosa seria”lo riprese “hai pensato cosa dirle?”
Alex si morse le labbra, per poche ore aveva dimenticato di non essere libero, di avere una ragazza che lo aspettava a casa “No, l’ho trattata molto male, dovrò chiederle scusa”
“Capisco”mormorò, mordicchiandosi il labbro, non si sentiva così vulnerabile da quando si era innamorato di Ian.
“Anche se torno da lei non cambia quello che provo per te”lo costrinse a guardarlo.
“Tornerai da lei?”alzò un sopracciglio stupito da quella frase.
“Sai quello che intendo”
“No, non lo so, tornerai da lei come se niente fosse?”sgranò gli occhi, il cuore era in frantumi.
“No, Will, no, non devi neanche pensare una cosa del genere, con Amber è tutto finito dal momento in cui i miei occhi si sono posati su di te”
“Sì, certo, questo però non ti bloccava dal fare l’amore con lei”lo rimproverò “e a darle la mia poesia”
Alex abbassò lo sguardo colpevole “Lo so, mi spiace, ma lei l’ha trovata e io non sapevo come giustificarla, mi ha accusato di tradirla e… ”
“Non potevi confessarle che te l’avevo data io”sospirò.
“No, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente, amore”
“Non puoi neanche immaginare quello che ho provato quando me lo ha detto e quando ho saputo che eri partito il mio cuore si è spaccato in due”
“Mi spiace, ma ero confuso, non sapevo cosa volessi”
“Per questo hai affogato i tuoi dispiaceri nell’alcool?”aveva visto le bottiglie vuote che aveva lasciato in camera e che la sera precedente si era ubriacato fino a diventare violento.
Lo sentì sospirare “Anche per questo, ma soprattutto perché pensavo a te e a quel tipo, Steven, ero geloso marcio, ma in fondo, me lo meritavo. Ti ho respinto, quella sera al pub, non avevo alcun diritto di essere geloso o di pensare che saresti stato libero per sempre. Ho bevuto, chiuso nella mia camera, ho perso il conto delle birre che ho scolato, poi ho deciso di mangiare qualcosa ed è stato allora che sono approdato in quel locale”parlò come un fiume in piena.
William ascoltò senza interrompere e il giovane continuò il suo racconto “Era un rock pub, con oggetti e poster alle pareti, un jukebox d’epoca, ti sarebbe piaciuto”
“Devo andarci”ridacchiò.
“Peccato che io non possa più avvicinarmi dopo aver spaccato il jukebox”
“Cosa ti aveva fatto quel poverino per subire la tua ira?”gli domandò sgranando gli occhi blu.
“Non sopportavo la canzone che ne usciva”mormorò, si vergognava da morire.
“Che canzone? Alex, non riesco a capire”
“Bitter sweet symphony dei Verve”
“Ah”improvvisamente ricordò il momento in cui l’avevano ascoltata insieme.
“Già, non potevo sopportarla, desideravo farla tacere, mi ricordava te, i momenti trascorsi insieme”
“Alex, tesoro”aumentò la stretta.
“Sono un idiota, reagire in quel modo, ho anche rischiato di farmi molto male”si guardò la mano fasciata.
“No, amore, non sei un idiota”avvicinò il viso al suo e gli posò un bacio a fior di labbra sulla fronte.
“Non so cosa mi sia scattato per farmi agire in quel momento, sapevo solo che dovevo farla finire, che non sopportavo di udirne neanche una sola nota perché mi faceva troppo male”
“Mi dispiace”
“Non devi, non è colpa tua, Will”scosse la testa “ero io a non essere conscio dei miei sentimenti, ma ora…”gli rivolse un sorriso maligno “ho altro in mente”
“Davvero? E cosa?”finse di non sapere a cosa si stesse riferendo.
“Da dove comincio?”lasciò vagare la mano lungo il corpo del suo amante.
“Alex”ansimò, la sua mano era bollente sulla sua pelle ormai incandescente “Mio dio”
“Non mi stancherei mai di sfiorarti, di fare l’amore con te, di assaporarti” e gli intrappolò la bocca in un bacio appassionato che li lasciò entrambi senza fiato.
“Alex”gli artigliò i capelli tra le dita e tirò fino a fargli male “se fai così non lasceremo mai questa camera”
“Perché dovresti volerla lasciare?”gli catturò il labbro inferiore tra i denti.
“È mattina”cercò di protestare, ma lui gli stava rendendo pressoché impossibile resistere.
“E con questo? Stai cercando di liberarti di me?”si finse offeso.
“No”ridacchiò.
“Dai, amore, sono solo le dieci e mezzo”replicò il moro allargandogli le gambe con una mano.
William sgranò gli occhi e scattò “Cosa? Le dieci e mezzo? Merda”lo spinse via leggermente e balzò fuori dal letto raccogliendo i pantaloni dal pavimento “Merda, merda”
“Che cazzo ti prende?”Alex era esterrefatto “Torna a letto”
“Non posso”cercò di infilare i jeans “Tra due ore devo essere a lezione”
“Datti malato, prenditi un giorno per te, per noi”
“Vorrei, ma non posso, non sarebbe professionale agire in questo modo, poi i ragazzi hanno il compito in classe, oggi”
Alex sospirò e non insistette più, sapeva quanto William fosse ligio al dovere.
“Vestiti, dai”lo incitò vedendo che lui restava steso tra le lenzuola.
“Perché?”obiettò sorpreso.
“Non torni con me?”
“No”si morse il labbro colpevole, era tentato a farlo, ma non poteva.
“Perché?”era deluso, credeva sarebbero tornati in città insieme.
“Ho da fare qui, ho un incontro di lavoro, nel pomeriggio”gli spiegò.
“Capisco”mormorò tristemente.
“Sei arrabbiato?”
“No”il biondo scosse la testa “Non preoccuparti, pensa al tuo lavoro, ci vedremo quando tornerai”terminò di vestirsi, poi appoggiò le mani sul letto e si sporse in avanti per baciarlo un’ultima volta “Ti aspetto”
“Conterò i minuti che mi separano da te”gli sfiorò una guancia.
“Anche io” si raddrizzò e dopo aver preso tutta la sua roba uscì lasciando il suo amante solo.
Alex si adagiò tra le lenzuola e sospirò, era felice, terribilmente felice.

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