giovedì 3 settembre 2009

Gelosia capitolo 1 terza parte

Squadra speciale Lipsia
Pairing:Jan-Miguel
Rating:NC17 nei prossimi capitoli
I personaggi non mi appartengono, mi limito a fantasticare su questi stupendi commissari tedeschi.

Ore dopo Jan giaceva sul suo divano, con il capo appoggiato su un cuscino e lo sguardo fisso sul soffitto. Indossava solo i jeans, il torace nudo era imperlato di sudore vista la serata estremamente afosa e i piedi scalzi. Il suo animo era tormentato da sentimenti contrastanti: delusione, gelosia, desiderio, rabbia e non era da lui essere così indeciso sul modo di comportarsi. Fino a quel momento era sempre stato certo di tutto e soprattutto di quello che provava o non provava nei confronti di Miguel e si trovava ad essere geloso di lui e di quell’insignificante barista. Doveva essere impazzito, sì, non c’era altra spiegazione.
Era ancora immerso nei suoi pensieri quando udì bussare alla porta. Guardò l’orologio, erano quasi le undici, chi poteva essere? Si alzò e a piedi nudi si diresse verso l’ingresso. Aprì la porta e davanti al suo viso penzolarono delle birre. Sorrise e dopo un istante il viso di Miguel fece capolino, era il suo modo di proporre una tregua. Il moro sgranò leggermente gli occhi e lasciò vagare lo sguardo sul torace nudo dell’amico. Il cuore cominciò a battergli con forza, perché quella reazione solo ora? Scosse la testa, Jan lo lasciò passare e lo seguì in salotto senza dire una parola.
“Che facevi? Dormivi?”
“No, non preoccuparti, Miguel”gli fece segno di sedere sul divano “Come mai qui?”gli domandò porgendogli una birra e aprendone una per sé.
“Volevo vedere come stavi”rispose abbassando leggermente la testa.
“Sto bene”
“Davvero? Chissà perché non ti credo”lo scrutò con attenzione.
“È un tuo problema, io sto benissimo”
“Dannazione, Jan”scattò in piedi versando un po’ di liquido sul pavimento “Si può sapere cosa ti prende? È da quando siamo stati in quel locale che sembri un altro”
“Non è vero, è solo la tua immaginazione”negò, ma Miguel non gli credeva.
Gli si avvicinò “Jan, è con me che stai parlando, ti conosco da troppi anni per non capire che qualcosa ti turba”
Il biondo abbassò lo sguardo “Non è niente, mi passerà”
Miguel fece un profondo sospiro e gli appoggiò una mano sulla spalla “Jan, se ti turba questo caso e dover fare coppia con me posso occuparmene da solo. L’ultima cosa che voglio è turbarti, metterti a disagio”pronunciò queste parole con dolore, ma per il bene di Jan avrebbe fatto qualunque cosa.
“No, non voglio”replicò “ e poi, questa inchiesta è stata affidata ad entrambi ”
“Perché solo poche ore fa hai detto che non volevi più far credere di essere il mio compagno? Credevo non volessi più fingere di essere gay”per la prima volta dopo anni non riusciva a comprendere cosa passasse per la sua testa.
“Lo so, ma…”
“Jan, non riesco più a capirti e la cosa mi turba più di quanto vorrei”gli occhi neri di Miguel erano fissi sul suo viso.
“Mi dispiace”finalmente lo guardò e si perse in quelle pozze scure che tanto lo turbavano “non so cosa mi prende”
“Dimmi solo che non sei arrabbiato per qualcosa che ho fatto, non sopporterei che tu ce l’avessi con me”
“No, Miguel”gli sfiorò una guancia “non potrei mai avercela con te, per me sei tutto”
“Dici sul serio? Ero certo che fossi arrabbiato per ieri sera”
“Sono arrabbiato con me stesso”scosse la testa.
“Con te stesso?”alzò un sopracciglio, di cosa stava parlando?
“Con il mio comportamento ho rischiato di mandare all’aria l’intera operazione e…”
Miguel lo fissò senza capire e Jan continuò “Con la mia gelosia, stavo per venire a prendere a pugni quel bastardo”negli occhi blu apparve una strana luce “non sai che sforzo ho dovuto fare per non alzarmi dal tavolo ed intervenire”
Miguel restò senza parole, lo aveva sperato, ma non avrebbe mai creduto potesse essere vero.
“Scusami, sono un idiota, dimentica quello che ho detto”Jan si pentì di esserselo lasciato sfuggire, ora che avrebbe pensato di lui.
“Perché dovrei?”si mosse maggiormente contro di lui fino ad essere ad un soffio dal suo viso “Era da tanto che speravo di sentirtelo dire”
Jan era senza parole, il viso del suo collega era così vicino, poteva percepire il suo alito caldo così inebriante. Sorrise e, come attratte da una forza invisibile, le loro labbra si unirono per un istante. Immediatamente si staccarono confusi e Miguel si schiarì la gola, leccandosi poi le labbra per risentire il sapore di Jan “Mi sa che questo caso ci sta confondendo le idee ”mormorò abbassando lo sguardo e grattandosi la testa, non voleva che potesse leggergli negli occhi il desiderio che provava.
“Mi sa che hai ragione”il cuore del biondo batteva con violenza nel petto, ancora non riusciva a realizzare di aver baciato Miguel, di aver posato le labbra su quelle carnose e invitanti di lui. Era vero, quel caso li stava davvero portando sull’orlo di un precipizio.
Miguel fece una risatina nervosa, poi prese un’altra bottiglia di birra e la sorseggiò nervosamente “Hai qualche idea su come venire a capo di questo caso così spinoso?”
“No”sospirò voltandogli le spalle, era attratto da lui, ormai non poteva più negarlo.
“Jan, dovremmo tornare sul luogo del delitto”propose “sono sicuro che l’assassino ritornerà lì per trovare un’altra vittima”
“Pensi che il barista sappia qualcosa?”domandò, quel ragazzo non lo convinceva, sentiva che non aveva raccontato tutto.
Miguel rise “Possiamo convincerlo a parlare”
“Immagino come, quello voleva portarti a letto”
“Questo non significa che io ci starei”replicò, poi aggiunse tentando di ingelosirlo “anche se non era niente male”
Jan provò una fitta in pieno petto a quelle parole, che intendeva? Che forse gli piaceva? Dentro di sé provava una gelosia feroce che non credeva di poter mai provare “Non pensi avesse un bel corpo?”gli chiese poi divertito.
“Cosa vuoi che ne sappia, Miguel? Non ho mai considerato gli uomini da quel punto di vista, né tanto meno osservato il loro corpo”scattò seccato, ma non era vero, il corpo di Miguel lo aveva considerato eccome “C’è qualcosa che vuoi dirmi?”
“Non hai il senso dell’umorismo, tu, non ti rendi neanche conto quando ti sto prendendo in giro”
“Secondo me sei serio, invece”replicò non troppo convinto delle sue giustificazioni.
Miguel lo fronteggiò e si avvicinò di nuovo “Non scherzare, non era il mio tipo”avanzò ancora “preferisco i biondi”lasciò vagare lo sguardo sul petto nudo di Jan e si leccò d’istinto le labbra “senza piercing o volgari tatuaggi che deturpano soltanto il corpo”
Jan fremette, ma non si allontanò, né indietreggiò, era come impietrito, ma in quell’istante lo sbattere di una porta lo fece scattare. La magia di quel momento svanì così come si era creata e un attimo dopo
Benny, il figlio di Jan fece capolino dalla porta e li fissò sorpreso di vederli in piedi in mezzo alla stanza.
“Benny? Che fai alzato?”era imbarazzato, se fosse entrato pochi minuti prima li avrebbe sorpresi a baciarsi
Non poteva neanche pensare ad una simile eventualità, cosa avrebbe pensato di suo padre? Si guardò, era a torso nudo, come spiegarlo? Il panico si impadronì di tutto il suo essere.
“Avevo sete, ma cosa fate?”
“Bevevamo una birra”si affrettò a dire suo padre.
“Ciao Benny”lo salutò lo spagnolo “come sei diventato grande”
“È passato del tempo dall’ultima volta in cui sei venuto a trovare papà a casa, come mai non vieni più spesso come prima?”
“Ho avuto da fare”si passò la mano tra i capelli quasi rasati “ma vedrò di rimediare”e lo sguardo si posò su Jan che, imbarazzato, evitava i suoi occhi.
Le labbra del ragazzino si aprirono in un sorriso “Grande, buonanotte”e tornò nella sua stanza.
“Io vado, Jan”
“Sì, forse è meglio”quella serata aveva rischiato di trasformarsi in un film a luci rosse perché immagini di lui e Miguel avvinti sul divano avevano cominciato a farsi strada nella sua mente.
“Notte”aggiunse ferito che volesse mandarlo via e si avviò verso la porta a passo deciso. Jan temeva forse che se fosse rimasto avrebbe approfittato della situazione e lo avrebbe baciato? Forse sarebbe accaduto davvero perché lo desiderava, per quanto teneva troppo alla loro amicizia per rischiare di prendersi un pugno in faccia, ma soprattutto, non poteva rischiare che Jan lo odiasse.
“A domani”mormorò il biondo seguendolo, ma Miguel in un attimo fu fuori la porta chiudendosela alle spalle.
L’altro restò impietrito a fissare il punto in cui era sparito, maledicendosi per aver incasinato le cose tra loro. Sì, avrebbero dovuto risolvere quel caso al più presto, non poteva rischiare di compromettere la loro amicizia.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ammazza l'arrivo di Benny... quello che i due tenevano da troppo tempo dentro sta finalmente venendo fuori! E non solo da parte di Miguel, che è palese, anche e soprattutto da parte di Jan che oltre ad essere geloso di lui se ne sente indicibilmente attratto. Mi piace come chiudi: "Sì, avrebbero dovuto risolvere quel caso al più presto, non poteva rischiare di compromettere la loro amicizia." ma questa amicizia deve finire per forza!!! Sì, per diventare amore....*____________*

Jivri'l ha detto...

Ok, Giusy è cottaXD...mi piace tantissimo anche questa scena, la tensione fra loro aumenta, sono curiosa di leggere il seguito. Brava Ale!!!