domenica 28 dicembre 2008

Il poeta della porta accanto capitolo 2

Capitolo II

La sera seguente, William si presentò a casa di Alex e Amber in perfetto orario e da gentiluomo quale era, portò una pianta di ciclamini rosa per la ragazza che restò molto impressionata da quel gesto così gentile e galante. William indossava un paio di jeans scuri e una polo rossa, mentre i padroni di casa avevano optato per un semplice abito lilla lei e una camicia e jeans lui.
Alex sembrava a suo agio in compagnia dell’uomo, quasi come se avesse perso quella timidezza che lo aveva caratterizzato fin dal primo momento in cui si erano conosciuti. Lo portò a vedere il suo studio che in realtà, si trovava nello scantinato al quale si accedeva dal retro.
Accese la luce e William si guardò intorno meravigliato nel vedere decine di rotoli ammassati e ogni genere di progetti e modellini.
“Questo è il mio regno, Amber non scende mai, dice che c’è troppa confusione. Devo ritenermi miracolato, ha la mania dell’ordine, non troverei più nulla se dovesse mettere mano a qualcosa”ridacchiò seguito da William.
“Sono impressionato”si avvicinò ad un tavolo sul quale era aperto un progetto che occupava quasi tutta la superficie “e questo?”
“L’ultimo progetto che mi è stato assegnato, un palazzetto dello sport, in una cittadina qui vicino”si portò alle sue spalle
“Per questo, vi siete trasferiti?”
Alex annuì e aggiunse “Dovrei terminarlo tra qualche mese, ma, come ben vedi, sono indietro con il lavoro”
“Sono certo ce la farai”mormorò voltandosi di scatto e guardandolo con una strana luce negli occhi.
“Lo spero”aggiunse rendendosi conto della loro vicinanza, i loro visi potevano quasi sfiorarsi.
“Sarà meglio tornare di sopra”indietreggiò di un passo, inciampando in un rotolo che era scivolato al suolo, ma William si accorse che stava per perdere l’equilibrio e gli circondò la vita con un braccio.
Il giovane non riuscì a fermarsi e trascinò con sé il povero William che si trovò steso su di lui, mentre Alex finiva supino al suolo tra un mare di scartoffie.
“Ti sei fatto male?”gli domandò il biondo fissandolo con apprensione.
“No, ho la testa dura, ma non potrei dire lo stesso della mia schiena”ridacchiò “e tu? Stai bene? Mi spiace di averti trascinato con me”
“A me no”replicò senza staccare gli occhi dai suoi “sto bene su di te”
“Come?”balbettò, non poteva aver detto davvero quelle parole.
“Niente”scosse la testa, si alzò e gli porse una mano per aiutarlo “meglio tornare prima che la tua metà torni a reclamarti”
Il giovane annuì, ma non riuscì a togliersi dalla testa quello che era appena accaduto, la sua mente non poteva avergli giocato un brutto scherzo, aveva davvero udito le sue parole. Arrossì al pensiero mentre ritornavano in cucina e quando Amber gli chiese il motivo del suo strano rossore rispose che era dovuto alla caduta e intraprese il racconto dell’avvenimento arricchendolo di particolari esilaranti per divertirla.
La cena si svolse tra un racconto e l’altro, Amber parlò del suo lavoro, di come lei e Alex si fossero conosciuti, in fila al botteghino del cinema, una sera in cui lui era stato bidonato dal suo appuntamento al buio e di come lei, un paio di passi dietro, incuriosita da quel ragazzo goffo che ogni tanto controllava l’orario al suo orologio, gli aveva rivolto la parola ed erano finiti per sedersi vicini continuando a chiacchierare. Alla fine del film erano andati a prendere una cioccolata e si erano scambiati i numeri. Amber aggiunse che non aveva neanche voltato l’angolo che lui l’aveva richiamata.
“Che bella storia”dichiarò William alla fine del racconto.
“Sì, vero”la ragazza strinse la mano del suo Romeo sorridendogli “da allora siamo inseparabili”
Alex ricambiò il sorriso e le strizzò l’occhio, le aveva fatto promettere di non domandare nulla al loro ospite del proprio matrimonio dopo averle raccontato della separazione e sperava che lei si ricordasse del loro patto. Sapeva che non c’era ragazza più curiosa e impicciona di lei.
“William, Alex mi ha detto che scrivi poesie”
“Sì, ho pubblicato un libro un anno fa e ora sono al lavoro per terminarne un altro, ma, da due anni, insegno inglese al liceo di questa città. Non si può vivere di sola poesia”confessò candidamente.
“Un mestiere difficile”aggiunse Alex.
“Se ti va, uno di questi giorni, potrei farti leggere qualcosa”gli propose William con entusiasmo, desiderava renderlo partecipe delle sue passioni..
“Sì, mi piacerebbe”replicò senza guardarlo, si sentiva indifeso sotto il suo sguardo bruciante e l’ultima cosa che voleva era che Amber potesse accorgersi del suo imbarazzo.
“Sempre se a te non dispiace che prenda in prestito il tuo fidanzato”si rivolse ad Amber.
“Io sono sempre in ospedale, mi fa piacere se non resterà solo con quei dannati progetti che lo fanno diventare isterico”replicò lei alzando le spalle.
“Non sono dannati e non mi fanno diventare isterico”protestò mettendo il broncio e alzando la voce“si tratta del mio lavoro e si dia il caso che a me piaccia, Amber”gli dava fastidio che la sua ragazza parlasse male del suo lavoro, soprattutto davanti ad un estraneo.
“Non te la prendere, tesoro”Amber gli scoccò un bacio e tornò in cucina per prendere il dolce.
“Scusa”arrossì Alex.
“E di cosa? Non hai nulla di che scusarti e poi, qualche battibecco fa bene alla coppia”si rattristò leggermente.
Il ragazzo si morse il labbro, pensando che forse questo gli aveva portato alla mente brutti ricordi.
Amber tornò con una torta al cioccolato con panna e tagliò tre fettine porgendo la prima all’ospite.
Gli occhi di William si illuminarono e quando portò alle labbra la forchetta gemette, era semplicemente sublime “Deliziosa, l’hai fatta tu?”domandò alla ragazza.
“No, merito del mio tesoro”sfiorò la guancia del fidanzato “è un genio, vero? Io sono negata ai fornelli, mentre Alex cucina pressoché tutto”
Il biondo ne fu impressionato, non l’avrebbe mai creduto, non sembrava il tipo che amasse trascorrere del tempo in cucina “Sei davvero bravo, sai? È buonissima, avresti potuto aprire una pasticceria”si leccò le labbra senza staccare gli occhi dal viso del suo interlocutore.
“Dai, non esagerare, Will”la sua vicinanza era una tortura, ogni suo gesto era terribilmente erotico e lui non sapeva come scacciare questi sentimenti, non erano giusti, non poteva provarli. Amava Amber e non poteva farle questo. Scosse la testa e volse lo sguardo verso il suo ospite che continuava a fissarlo in attesa.
“Alex? A che pensavi?”lo rimproverò lei“Non hai sentito quello che ti ha chiesto William?”
“Scusa, era sovrappensiero, cosa hai detto?”
“Volevo sapere quale è il dolce che ti riesce meglio, anche se, a giudicare da questa, credo sia questa al cioccolato”commentò William portando alle labbra la forchetta.
“Non so, la mia preferita è la crostata di mirtilli, ma non saprei dirti se è quella che mi viene più buona”
“Adoro i mirtilli, ma il cioccolato resta uno dei miei peccati”commentò con voce calda e ammiccante.
“Sì, il cioccolato è…”tossì “peccaminoso”concluse con un filo di voce.
Amber si alzò per sparecchiare e William fece per seguirla, ma lei lo bloccò “No, sei un ospite, resta qui con Alex”
“Non vuoi una mano si offrì il fidanzato?”ma la ragazza era già sgattaiolata via con i piatti sporchi.
“Sai, non credevo che un ingegnere edile potesse essere così bravo a cucinare dei dolci”lo adulò.
Il bruno sogghignò “Sono un uomo pieno di sorprese”
“Non stento a crederlo”mormorò languido “hai altre qualità nascoste?”
“Forse”
“Magari, un giorno mi dirai quali sono”si sporse in avanti appoggiando il mento su una mano.
“Vedremo, tu, invece? Hai qualche qualità nascosta?”
“Parecchie”rispose senza modestia.
Alex scoppiò a ridere seguito da lui che aggiunse “Devi farmi provare un altro dei tuoi capolavori, anche se, dovrei stare attento alla linea, non ho ancora trovato una palestra decente in questo buco di città”
“Io non ho ancora avuto modo di cercarla, siamo qui solo da un paio di settimane, ma ho intenzione di tenermi in forma, sto prendendo qualche chilo”si toccò il ventre.
“Io trovo tu stia bene, proporzionato e un paio di chili non si notano quasi”lasciò vagare lo sguardo lungo il corpo del ragazzo.
Il giovane arrossì e troncò quell’argomento “Potrei farti la crostata di mirtilli, allora, visto che piacciono anche a te”
“Sarebbe perfetto, sembra abbiamo molte cose in comune”si alzò “ora, dovrei andare, vi ho annoiato con la mia presenza fin troppo”
“No, ma che dici? Sei tutt’altro che noioso, Will”
“Ti ringrazio, Alex”si avviò verso la cucina per salutare Amber “Siete stati molto gentili, ma è ora di andare”
“Ti accompagno”Alex gli appoggiò una mano sulla spalla e lo accompagnò fino alla porta d’ingresso.
Una volta all’esterno calò un silenzio imbarazzante tra i due, poi ad un tratto parlarono entrambi “Allora…io”e scoppiarono a ridere.
“Prima tu”gli disse William fissandolo con i suoi grandi occhi blu.
“Sono contento tu sia venuto, sai non conosciamo nessuno, a parte te, nel vicinato”
“Anche io ne sono stato felice”mormorò leggermente deluso che fosse solo per quel motivo “e la tua cucina è davvero squisita, Alex”
“Grazie”arrossì, non era abituato a così tanti complimenti da parte di un altro uomo “è una cosa che mi piace”
“Vedo, ma anche io non me la cavo male tra i fornelli, sai?”
“Davvero? Spero che allora, un giorno, ricambierai il favore”si autoinvitò a casa sua.
“Con piacere, ti farò il filetto in salsa al vino rosso, vedrai, ti leccherai le labbra”posò sullo sguardo sulla sua bocca socchiusa, quasi come se non sapesse come agire, poi scosse la testa e alzò gli occhi, due pozze scure lo scrutavano come se volessero leggergli dentro l’anima“Ora vado”balbettò e si avviò con passo veloce lungo il vialetto. Alex lo osservò rientrare, poi sospirò e chiuse la porta, c’era qualcosa in quell’uomo che gli suscitava dei desideri che non riusciva a spiegare e che lo terrorizzavano. Tornò in cucina da Amber, l’osservò pulire i piatti e si sentì in colpa nei suoi confronti. Le arrivò alle spalle e le circondò la vita con un braccio “Lo farò io domani, vieni a letto”le baciò il collo voglioso, strappandole un gemito.
Lei si voltò e lo baciò con passione lasciandosi andare tra le sue braccia “Scusami per prima, non volevo sminuire il tuo lavoro davanti a William”mormorò tra un bacio e l’altro.
“Lascia stare, non importa”le sfiorò le labbra con un dito, poi la trascinò verso la camera da letto, aveva voglia di fare l’amore con lei, di dimostrarle tutto il suo amore.
I giorni trascorsero veloci, William restava chiuso in casa a scrivere, mentre Alex era immerso nel lavoro tanto da non avere tempo per passare dal giovane come gli aveva promesso. Un sabato decise di fargli una visita, era solo in casa e si annoiava. Afferrò la giacca e attraversò la strada, le luci erano accese, sbirciò da una finestra, ma di lui non c’era traccia. Fece per allontanarsi dalla finestra quando lo vide, stava scendendo le scale di corsa, con un semplice asciugamano legato alla vita e i capelli bagnati. Sgranò gli occhi, era di una bellezza mozzafiato, lasciò vagare lo sguardo lungo il suo corpo muscoloso, fino agli addominali scolpiti e si ritrovò eccitato. William si avvicinò al tavolino nell’ingresso, sul quale si trovava il telefono che stava squillando come impazzito. Rispose e cominciò a gesticolare nervosamente, ma da fuori, Alex non riuscì a sentire cosa stesse dicendo, poi improvvisamente lui urlò “Vai al diavolo”e riattaccò sbattendo la cornetta.
Alex scattò come una molla ed indietreggiò per non farsi vedere, ma inciampò in un vaso e perse l’equilibrio cadendo all’indietro. Si sentì un rumore di cocci e lui imprecò, il vaso era in pezzi, come gli avrebbe spiegato la sua presenza lì?
Si alzò e cominciò a raccogliere i cocci, sperava di portarli via per impedirgli di accorgersene, ma finestra si aprì e la sua testa bionda fece capolino.
“Alex?”gli occhi blu erano attoniti, era davvero stupito di vederlo in quella posa così inusuale.
Il bruno arrossì imbarazzato, William era ancora a torso nudo, cercò di abbassare lo sguardo, ma non ci riuscì e balbettò qualche scusa.
“Vedi…io…”
“Che fai lì?”gli domandò con gli occhi blu che brillavano come zaffiri.
“Sono inciampato”rispose solo “scusa, ti ho rotto il vaso” con occhi tristi gli mostrò un coccio, ma le labbra del padrone di casa si aprirono in un sorriso “Non importa, è solo un vaso, ne ho tanti, dai, entra”e la sua testa sparì dalla finestra.
La porta d’ingresso si aprì e William apparve, tenendosi l’asciugamano con una mano “Scusami, ma ero sotto la doccia quando è squillato il telefono”
“Se vuoi, torno in un momento più appropriato”
“No, non importa, entra che è da tempo che non ci vediamo”lo lasciò entrare e gli si avvicinò maggiormente “mi sei mancato, sai, Alex?”
“Anche tu”balbettò, anche lui gli era mancato immensamente e quando non aveva più resistito era andato a fargli visita.
“Davvero?”chiuse la porta e poi lo spinse contro il legno pressandosi su di lui.
“Will?”era sconvolto, cosa stava accadendo? Sentì l’erezione del giovane premergli contro la coscia e deglutì rumorosamente senza sapere come comportarsi.
“Sì, Alex?”si inumidì le labbra con la lingua.
“Io non so cosa mi stia accadendo”balbettò focalizzando lo sguardo sulla bocca carnosa di William “ma non riesco a smettere di pensare a te”
Il biondo si sporse in avanti e lo baciò dolcemente, poi gli sussurrò “Anche io, è una cosa così tremenda?”
Il cuore di Alex fece un balzo nel petto, le gambe gli divennero come gelatina “Noi, non possiamo”
William fece un profondo sospiro e si allontanò rassegnato “Vado a vestirmi, torno tra un attimo”
Quelle parole lo gettarono nel panico, non voleva andasse via, gli afferrò la mano per bloccarlo, William si voltò a stupito e lui gli solleticò il palmo con le dita e lo attirò a sé “No, non andare”e lo baciò con passione. Aveva preso la sua decisione

1 commento:

Unknown ha detto...

Avevo sbagliato a scrivere il commento, lo avevo messo sul post del natale, sorry! Ecco il commmento:
Davvero carina questa fic, si sente una tensione erotica tra Alex e Will che è palpabile, direi che buca lo schermo del pc!!! Toglierei suolo e ci metterei pavimento, perché la scena che cadono insieme è deliziosa e questo piccolo neo non la deturpa certo però... E un paio di altre cosette. Amber, fatti da parte, il testosterone incalza!! ghghghgh