martedì 2 giugno 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 6



Capitolo VI

William sedeva su una panchina, di fronte al liceo, era appena suonato l’intervallo e aveva bisogno di prendere una boccata d’aria invece di restare, come gli altri giorni, nella sala insegnanti. Accese una sigaretta, erano mesi che non fumava, ma era nervoso e solo quello poteva calmarlo. Alex lo aveva baciato e poi se ne era pentito, di nuovo, glielo aveva letto negli occhi. Era stufo del suo comportamento, perché non prendeva una decisione? Perché continuava ad illuderlo? Non si rendeva conto che in questo modo gli faceva del male? Detestava il suo modo di agire, era da egoista. Scosse la testa, la sua vita si era di nuovo complicata e pensare che si era trasferito in quella cittadina per non avere problemi e per rifarsi una vita, ma il passato continuava a ritornare. Steven aveva lasciato l’Inghilterra per incontrarlo, ma era pronto a rivederlo?
Era trascorso un anno dall’ultima volta, ma dentro di sé provava la stessa sensazione di rabbia come se fosse stato solo ieri e non sapeva cosa aspettarsi da quell’incontro. Sospirò e abbassò la testa, poi si portò la sigaretta alle labbra e inspirò una boccata.
“Will?”una voce che non udiva da tempo lo chiamò facendolo impietrire.
Si voltò e lo vide, il suo vecchio amico era lì, davanti a lui che lo guardava con un sorriso timido sulle labbra “Steven”sussurrò, lasciando vagare lo sguardo lungo il suo corpo.
Era come lo ricordava, ma sembrava un po’ più adulto, forse era dovuto al pizzetto che aveva fatto crescere sotto il mento.
Indossava un cappotto blu scuro, un maglione color petrolio e dei jeans, i capelli rossi erano più lunghi rispetto all’ultima volta che lo aveva visto e gli occhi verdi sembravano spenti, privi della vitalità che un tempo li aveva contraddistinti.
“Ciao, Will, come stai?”si avvicinò di qualche passo, le mani sepolte nelle tasche del cappotto.
“Come hai fatto a sapere che ero qui?”
“Ho chiesto in giro”alzò le spalle “desideravo vederti”
“Lo so, Beth, mi ha riferito che eri partito”
“Ah, te lo ha detto”sospirò tristemente “sì, volevo vederti Will, spiegarti”
I lineamenti del biondo si indurirono, gli faceva ancora male pensare a quello che era accaduto e a come aveva tradito la loro amicizia “Davvero? Dopo un anno?”si alzò dalla panchina e si avvicinò “E cosa vorresti spiegarmi?”la voce era fredda.
“Will, ti prego, ascoltami”cacciò le mani e cercò di toccarlo, ma lui si scansò.
“Eravamo amici, eri come un fratello per me, come hai potuto?”strinse i pugni con forza, gli rivolse un’espressione piena di dolore.
“Lascia che ti spieghi come sono andate le cose”lo supplicò “ti prego, poi potrai cacciarmi via”
William sospirò e annuì, Steven cominciò a raccontare “Ero venuto a casa vostra per parlarti, ma tu non c’eri. Ian mi ha offerto da bere, abbiamo bevuto qualche bicchiere di birra e…”
“Steven, è vecchia la scusa che eri ubriaco e che non sapevi quello che facevi”lo interruppe.
“Sono crollato, Will, sul divano”confessò.
“Eravate nel nostro letto”sibilò “vi ho visto, con i miei occhi”.
“Io non so come sono finito nel vostro letto, ero svenuto”scosse la testa “deve avermi trasportato Ian in camera”
“No, non ti credo”davvero pretendeva potesse credere a una cosa del genere?
“Perché dovrei mentirti, Will? Sei…”si corresse “eri il mio migliore amico, ti adoravo, anzi, se devo essere sincero, io ero innamorato di te, perché avrei dovuto compiere un gesto del genere?”
“Tu, cosa?”spalancò la bocca per la sorpresa.
“Sì, ti amavo, ma sapevo che eri felice con lui”
“Io non….capisco”balbettò incredulo “perché allora, hai voluto rovinare tutto? Distruggere quello che avevo costruito?”
“Credevo fossi tu, non Ian”confessò tutto d’un fiato “ecco, ora lo sai”
“Cosa? Come hai potuto scambiarmi per Ian? Lui è moro e io biondo, non abbiamo nulla in comune”
“Will, te lo giuro”gli prese una mano tra le sue “ero mezzo addormentato quando ho sentito una mano sfiorarmi i capelli, scendere lungo il collo”
“E tu, hai pensato fossi io?”gli domandò scettico, non gli credeva.
“Sì, lo so, ero un illuso a pensare che potessi volere me, che potessi entrare nel letto, sfiorarmi, baciarmi e…”mormorò con un filo di voce “fare l’amore con me”
“Mio dio”gemette William abbassando la testa, non riusciva a credere alle sue orecchie, Steven era innamorato di lui “Steven non avevo idea di quello che provassi per me”
“Lo so, non ti ho mai detto nulla per paura di perderti, ma è accaduto ugualmente, ti ho perso per sempre”
William lo fissò sconvolto “Steven”
“Mi sono tolto un peso, lo custodivo in me da così tanto tempo che non credevo sarei mai riuscito a rivelarlo a qualcuno, né tanto meno a te”.
“Perché non mi hai spiegato, in quel momento, come stavano le cose?”
“Non ho potuto, ero ancora stordito, non mi rendevo conto, ma quando ho capito mi sono sentito una tale merda, te lo giuro, Will, ti ho cercato al cellulare, per ore”grosse lacrime si formarono nei suoi grandi occhi verdi “ho parlato con Beth, ma lei non ti aveva sentito, ero disperato, ho temuto potessi commettere qualche sciocchezza”
“Non volevo vedere o sentire nessuno, Steven, ero furioso con il mondo intero”
“Ti ho fatto del male”
“Sì, me ne hai fatto”dichiarò “Hai fatto l’amore con l’uomo che amavo”
“Ian si è infilato nel letto e mi ha baciato, mi ha accarezzato e io, annebbiato dall’alcool ho creduto fossi tu, mi sono lasciato andare”
“Perché Ian avrebbe dovuto fare una cosa del genere? Mi amava”insistette.
“Come puoi ancora affermare una cosa del genere? Ha sedotto il tuo migliore amico, ti ha tradito”
“Lo so, ma era il mio mondo”abbassò lo sguardo verso il terreno.
“Era un vero bastardo egoista” provava solo disprezzo per quell’uomo che gli aveva portato via il suo migliore amico
“Ora, basta, è una storia ormai finita da tempo”gli voltò le spalle, le iridi erano colme di lacrime, ma non voleva lasciarle scendere, non avrebbe più pianto per quell’uomo.
“Voglio che tu sappia che non avrei mai fatto nulla per separarti da lui, eri felice con lui”
“Lo so”sospirò voltandosi e guardandolo “ti credo”
“Davvero?”c’era sollievo nella sua voce “Oh, Will”lo attirò in un abbraccio e affondò il viso nel suo collo “Se solo sapessi quanto mi sei mancato”
“Anche tu, mi sei mancato, Steven”gli accarezzò i capelli.
In quel momento si sentì suonare la campanella che annunciava la fine della ricreazione.
“Ora, è meglio che vada”si staccò e cercò di ricomporsi.
“Dove vai?”
“Torno in albergo”rispose osservandolo critico “sai, non sei cambiato per niente, Will”
“Tu, invece, sei un po’ più adulto, ma sai che ti dico?”alzò un sopracciglio, poi gli sfiorò il pizzetto “Non ti dona”
Il rosso scoppiò a ridere “Allora, forse, lo taglierò”si voltò per andarsene, ma la mano dell’amico lo bloccò “Questa sera, vieni a cena da me, va bene? Abbiamo molte cose di cui parlare”
“Certo”gli occhi gli brillarono “Ciao, a stasera”e si allontanò salutandolo con la mano.
William sospirò, poi ripensò alle sue parole, come aveva potuto Ian ingannarlo in quel modo? Perché aveva voluto umiliarlo in quel modo seducendo il suo migliore amico? Sferrò un pugno contro la panchina, poi si avviò verso l’ingresso, aveva altre due ore di lezione.
Alex era stato trascinato al centro commerciale da Amber e sballottato da un negozio all’altro, fino a quando, esausto, con molti pacchi e meno soldi, era tornato a casa. Sulla strada del ritorno i due si fermarono in un ristorante cinese per comprare la cena da portare a casa.
Arrivati nel vialetto Alex parcheggiò l’auto e uscì prendendo le buste che Amber gli porgeva con un sorriso “Tesoro, fai attenzione, ci sono delle cose fragili”e si avviò verso la porta d’ingresso.
Il giovane sospirò afflitto, era diventato un facchino, ormai, lanciò un’occhiata verso la villa di William, le luci erano accese e un irrefrenabile desiderio di vederlo lo colse. Ripensò al bacio che gli aveva dato la sera precedente e si sentì in colpa, nei confronti di Amber perché l’aveva tradita, ma anche in quelli di William perché lo aveva illuso. Decise di invitarlo a cena, magari, avrebbero avuto la possibilità di parlare e di chiarire la situazione.
“Amber? Che ne pensi di invitare William a cena? Abbiamo involtini e maiale in abbondanza”le propose, raggiungendola sulla porta.
“Certo, mi fa sempre piacere la sua compagnia”
Lui le porse le buste e corse verso casa sua, ma quando fu davanti alla porta attese qualche istante, si sentiva un po’ in imbarazzo dopo il modo in cui era scappato via l’ultima volta. Fece un profondo sospiro e bussò, la porta si aprì e William apparve, indossava un grembiule bianco da cucina e le mani erano sporche di farina. Lo fissò stupito “Alex, ciao”
“Ciao, Will”gli faceva sempre uno strano effetto vederlo.
“Come stai?”gli domandò socchiudendo la porta alle spalle quasi come se nascondesse qualcosa.
“Bene, tu?”
“Bene”ma non gli sembrò molto convinto, poi notò che teneva la porta semi chiusa e la cosa lo insospettì.
“Senti, abbiamo comprato cibo cinese per un esercito, ti va di mangiarlo con noi?”gli propose perdendosi nei suoi grandi occhi blu.
“Devo rinunciare, ho un ospite a cena”confessò indicando il grembiule che indossava sugli abiti e sorridendo.
“Ah, capisco”mormorò deluso, avrebbe desiderato trascorrere la serata in sua compagnia “sarà per un’altra volta, allora”
“Certo”gli sorrise “adoro il cibo cinese”
“Anche io”
“Will?”chiamò una voce dall’interno, la porta si aprì di scatto e una testa rossa fece capolino osservando con curiosità colui che si trovava sul vialetto “Salve”
Alex sgranò gli occhi, chi poteva essere quel ragazzo? Era davvero bello, con le iridi del colore degli smeraldi e la pelle diafana come la porcellana.
William si voltò verso di lui e gli sorrise, circondandogli la vita con un braccio “Sei qui”
Il moro provò una fitta nello stomaco nel vedere l’intimità tra loro, ma cercò di fare l’indifferente, in fondo, non aveva alcun diritto di essere geloso
“Perché non entri? Ti raggiungo subito”gli disse avvicinando il viso al suo e cacciando la lingua tra i denti.
Geloso, strinse i pugni e disse “Io vado, ciao, Will”
“Sì, ciao e grazie per l’invito” lo salutò con una mano.
Si voltò e s’incamminò con passo veloce nel vialetto, desiderava allontanarsi al più presto da quella casa e soprattutto, da quello spettacolo.
Udì la voce del giovane, dal marcato accento inglese domandare “Chi era, Will?”
“Alex, uno dei vicini, dai rientriamo”
Quelle parole gli provocarono una fitta in pieno petto, era solo questo per lui? Un vicino? Aumentò il passo e quando fu in casa chiuse la porta con un calcio, lo detestava.
“Alex?” la testa della ragazza fece capolino dalla cucina fissandolo stupita “Che ti prende? E dov’è William?”“Aveva un ospite”sibilò raggiungendola e sedendo a tavola, ma lei notò che il suo umore era mutato.
“Che hai?”
“Niente, sono solo stanco”mentì abbassando lo sguardo verso il contenitore del maiale in salsa agrodolce.
“Hai visto chi era? Si trattava forse di una ragazza?”gli domandò maliziosa.
“No, un ragazzo, avrà la sua età, ma non ho idea di chi sia e neanche mi interessa”alzò le spalle, non desiderava trattare quell’argomento, era troppo deluso dalle parole di William.
“Strano che non lo abbia mai visto con una ragazza, deve essere ancora innamorato della moglie”commentò Amber.
“Non credo proprio”borbottò furioso
“Che hai, tesoro?”gli domandò addentando un involtino primavera “Sembri seccato”
“Niente”rispose brusco.
“Non ti credo, Alex, c’è qualcosa”insistette.
“Sono un po’ deluso, tutto qui, credevo fossimo amici, ma a quanto pare…”
“Tesoro”gli prese la mano “che ti ha detto per ridurti in questo stato?”
“Lascia perdere, non mi interessa quello che pensa di me”
“Ma perché parli così?”stava cominciando a preoccuparsi per la sua reazione.
“Non mi va di parlarne, va bene?”scattò in piedi e uscì dalla stanza entrando nel soggiorno.
Amber lo seguì, ma che gli era preso? Non lo aveva mai visto in quello stato.
“Alex? Parlami, ma che ti accade?”
“Niente, Amber, sono solo stressato per il lavoro”mentì “e ora anche Will”
“Will?”mormorò stupita “Che è accaduto tra voi?”
Alex sedette sul divano e appoggiò la testa e Amber gli sedette accanto “Perché non vuoi confidarti con me?”
“Ti piace vivere qui, Amb?”le domandò cambiando discorso.
“Certo, non è New York, ma mi trovo bene, la gente è simpatica e disponibile, c’è solo…”si bloccò.
“Cosa?”
“La signora Pattinson, quell’impicciona, è sempre alla finestra a spiare tutti e tutto”fece una smorfia “Non puoi fare un passo senza sentire il suo sguardo”
“Non mi ero mai accorto di nulla”confessò il giovane ingenuamente, poi ripensò alle volte che doveva averlo visto entrare da William e impallidì “Credi che stia sempre a spiare? Anche noi?”
“Sì, l’altro giorno, mi ha chiesto dove fossi andato e quando saresti tornato, è davvero un’impicciona, ha anche detto che William ti aveva cercato perché doveva chiederti non so che favore”
“Cosa?”sgranò gli occhi, non riusciva a credere alle sue orecchie “E come sapeva che ero partito? E soprattutto, come sapeva che Will mi aveva cercato?”
“Lo ha visto e gli ha parlato, te l’ho detto, sa tutto di tutti e io detesto quel genere di persone”
Alex deglutì “Ti ha detto altro?”
“No”alzò le spalle “ma scommetto che sa i vizi di tutto il quartiere, meno male che non abbiamo nulla da nascondere”commentò la ragazza rivolgendo un sorriso al fidanzato.
“Già, meno male”ripeté con il cuore in gola “senti, io vado a letto”si alzò dal divano e si diresse al piano superiore
Amber sospirò ipotizzando cosa potesse essere accaduto tra Alex e William e soprattutto cosa lo preoccupasse in quel modo. In quel momento notò un foglio di carta che faceva capolino tra i cuscini.
Lo prese e lo aprì, ma impallidì quando lesse le parole che vi erano scritte, si trattava di una poesia d’amore. Non riusciva a crederci, Alex aveva un’altra, quella poesia doveva essere per lui oppure, no, non poteva essere, doveva aver chiesto a William di scrivere una poesia per chissà quale sciacquetta.
“Bastardo”sibilò richiudendo il foglio e riponendolo in tasca, dentro di sé provava una grande rabbia, non riusciva a credere che Alex la stesse tradendo.
Lo raggiunse in camera, era già nel letto, tra le lenzuola, gli occhi erano chiusi, le labbra semiaperte. Non l’avrebbe perso, avrebbe lottato per il suo uomo, non era da lei mettersi da parte o lasciarsi battere da una sgualdrina qualunque. Fu tentata di svegliarlo, di chiedergli una spiegazione, ma poi ci rinunciò e gli si stese accanto e lo osservò dormire, porgendo l’orecchio a qualunque suono o sussurro nel timore di udire un nome che non fosse il suo.


Will sedeva sul divano con Steven, tuttavia pensava ad Alex e, soprattutto, alla sua reazione nel momento in cui l’amico era apparso sulla porta.
Aveva sgranato gli occhi ed era impallidito. Sorrise, aveva un po’ calcato la mano nel suo atteggiamento affettuoso, però era stato forte il desiderio di fargliela pagare per il modo in cui lo aveva respinto. Se solo avesse ricambiato i suoi sentimenti… ma perché continuava ad illudersi? Alex non lo avrebbe mai amato per tre semplici motivi: era etero, fidanzato e fedele. Era meglio rassegnarsi.
Steven gli appoggiò una mano sulla gamba distogliendolo dai propri pensieri, quindi si voltò a guardarlo perdendosi nei suoi splendidi occhi.
“Che hai?”gli domandò notando il suo silenzio.
“Niente, Steven”.
“Tesoro, è con me che stai parlando”lo rimproverò “mi accorgo quando c’è qualcosa che ti preoccupa”.
“Non ho niente, davvero”abbozzò un sorriso “mi sembra solo così irreale che tu sia qui” mentì.
“Sì, anche a me”lo fissò con tenerezza sfiorandogli una guancia con un dito “ho davvero temuto che non ci saremmo mai più parlati”.
“Abbiamo corso questo rischio, Steven, ero davvero furioso con te e Ian”gli confessò il biondo.
“Senti, mi vuoi dire chi era quel fusto di prima?”.
“Perché me lo chiedi?”gli domandò Will stupito.
“Perché ho visto come ti guardava, piccolo”sorrise “era geloso di me e te”.
“Stai scherzando vero? Alex, geloso?”scoppiò a ridere. Una risata amara.
“Credimi, lo è, mi ha fulminato con lo sguardo, avrebbe voluto incenerirmi”.
“Alex è etero, fidanzato e fedele”disse pensieroso.
“E con questo? Anche tu eri etero e poi vedi come è andata a finire”replicò malizioso.
“Ci siamo baciati, Steven”gli confessò.
“Davvero?”si avvicinò maggiormente “Non va bene”era geloso.
“Non so cosa pensare, prima mi bacia e dopo se ne pente, non credo di poter andare avanti in questo modo”lo fissò triste “non capisce che mi spezza il cuore?”.
“Oh, piccolo”gli accarezzò la guancia “non sopporto di vederti in questo stato”
Lo attirò in un abbraccio e lo strinse a sé “Vedrai che capirà quello che prova per te, anche se preferirei di no”.
William restò di sasso di fronte a quelle parole e lo fissò “Steven, ma…”.
“Io ti amo ancora, Will”gli sussurrò con gli occhi che gli brillavano.
Posò le labbra sulle sue e lo baciò con dolcezza, William si lasciò sfuggire un gemito e Steven ne approfittò per spingersi all’interno e approfondire il bacio.
Il biondo gli infilò una mano nei capelli e ne artigliò una ciocca, mentre l’altro braccio gli circondò la vita.
“Will”ansimò, per anni aveva sognato il momento di baciarlo, di toccarlo…e finalmente era arrivato, non poteva essere più felice.
Lo spinse supino, le labbra si spostarono sul mento scendendo fino al collo, il sapore della sua pelle era inebriante, la mano s’insinuò sotto la maglia sfiorandogli il ventre.
“Will”sussurrò salendo verso il capezzolo.
Dalle labbra del biondo sfuggì un lamento di piacere, chiuse gli occhi per godere di quel tocco, tuttavia, intanto che le dita dell’amico gli stimolavano la pelle, nella sua mente si affacciò l’immagine di Alex.
Sgranò gli occhi riprendendo il controllo, non era giusto fare l’amore con lui.
Lo bloccò allontanandolo con le braccia “No, Steven, non possiamo”.
“Perché?”domandò, però il suo sguardo fu eloquente e annuì suo malgrado “Scusami, la mia era un’illusione, che magari, potessi ricambiare i miei sentimenti, ma il tuo cuore appartiene ad un altro e…”.
“Mi dispiace, non provo per te quel genere di amore, per me sei come un fratello e sono così felice di averti ritrovato”gli spiegò.
“Anche io, Will e mi dispiace di averci…provato” pareva mortificato.
“Non sei stato solo tu, anche io desideravo baciarti”lo rassicurò “forse ne avevo bisogno per capire quello che davvero provavo”confessò pensieroso.
Si rese dolorosamente conto che amava Alex e nessun altro.
A quelle parole mise il broncio e William scoppiò a ridere “Ti adoro, lo sai, questo, vero?”.
“Ma ami quel moretto lì”incrociò le braccia seccato “non hai tutti i torti, ha un corpo niente male”.
“Che scemo che sei”gli sferrò uno scappellotto, ma poi si rattristò pensando ad Alex e sospirò “lui non mi ama”.
Abbassò la testa, Steven gli accarezzò i capelli per cercare di farlo stare meglio e lui si rilassò appoggiando il capo sulla sua spalla “Resti da me, questa notte?”gli propose lasciandosi coccolare.
“Certo”.
“Puoi prendere il mio letto, dormirò sul divano”gli disse staccandosi e alzandosi.
“No, non voglio privarti del letto, dormirò io su questo, davvero”.
“Sei un ospite, Steven”lo aiutò ad alzarsi “prenderai il letto e fine della storia”.
“Va bene, ma mi sento un usurpatore”.
“Non dire stupidaggini, vieni, ti mostro la tua camera”.
Lo condusse al piano di sopra, mentre sentiva che il suo animo era in subbuglio, avrebbe voluto correre da Alex e confessargli i propri sentimenti, ma non poteva farlo.

1 commento:

Jivri'l ha detto...

Bellissimo!!!!!!Alex cosi geloso che sembra fuori di sé è uno spettacolo da non perdere, ma anche Will ha calcato la mano. Mi piace,poi, vedere Amber cosi determinata nei confronti del proprio fidanzato.
Prevedo scintille fra i tre!Non vedo l'ora di leggere la continuazione. Complimenti cara, è ancora più bello di quando lo avevi postato precedentemente.