venerdì 30 gennaio 2009

Il poeta della porta accanto capitolo 7

Capitolo VII

Il giorno seguente, Alex uscì a fare la spesa, il progetto per il centro sportivo lo preoccupava e lo teneva occupato più di quanto volesse, non aveva tempo per fare altro e la sua vita privata rischiava di risentirne. Raggiunse in pochi minuti il market e prese un carrello, cacciò dalla tasca la lista delle cose da comprare, quella sera aveva deciso di preparare una cenetta romantica per Amber, per farsi perdonare del comportamento della sera prima.
Percorse il corridoio principale diretto verso lo scaffale del vino, poi avrebbe dovuto prendere la carne. Improvvisamente si bloccò, William era davanti a lui, intento a scegliere una bottiglia di vino rosso. Imprecò, non era pronto ad affrontarlo. Il poeta si voltò e i loro sguardi s’incrociarono, le labbra del biondo si allargarono in un sorriso “Alex”
“Ciao, Will”lo raggiunse “anche tu qui?”
“Sì, avevo bisogno di alcune cose”posò la bottiglia nel carrello che aveva accanto, poi sbirciò in quello dell’amico e alzò un sopraciglio, sembrava avesse in programma una cena romantica a giudicare dalle cose che aveva all’interno “ma anche tu, a quanto vedo”
“Già”e volse lo sguardo verso le bottiglie di vino alla ricerca di quella giusta.
“Ti consiglio questo”gli sussurrò con voce calda e profonda “l’ho provato ed è delizioso, corposo e ricco”
“Grazie, seguirò il tuo consiglio”mormorò senza guardarlo.
William lo fissò stranito, sembrava così freddo nei suoi confronti “Alex, c’è qualcosa che non va?”
“No, perché me lo domandi?”
“Sembra tu sia, non so, distante”rispose scrutando la sua espressione.
Questa volta Alex posò le iridi su di lui “Davvero?”
“Alex, ormai, ti conosco, capisco quando c’è qualcosa che non va. Sai che puoi dirmi tutto, siamo amici”
“Davvero?”rise “Strano, credevo fossi solo un tuo vicino”gli faceva ancora male ripensare alla sua frase.
William fremette, non credeva lo avesse udito “Alex, io non…”
“Lascia perdere, ho capito fin troppo bene”nei suoi occhi c’era dolore “ma sai che ti dico? Non me ne frega nulla”sibilò prendendo due bottiglie e posandole nel carrello “Ci vediamo, Will”fece per andarsene, ma il biondo lo bloccò “Non è come pensi”
“Ah no? E allora, com’è? Chi era quel ragazzo? Una nuova conquista o un tuo ammiratore? No, lasciami indovinare, è un tuo collega di scuola”era geloso marcio, non sopportava l’idea di William con un altro, ma non voleva ammetterlo.
“No, non è così, lasciami spiegare”cercò di parlare, ma lui lo fermò “Perché gli hai detto che ero solo il tuo vicino se invece, mi consideri tanto amico?”
“Non lo so, mi dispiace, Alex, è stata una cosa detta così, non lo pensavo. Tu lo sai quello che provo per te”accorciò le distanze tra loro.
“Credevo di saperlo, ma a quanto pare…”avvicinò le labbra al suo orecchio “volevi solo divertirti, fottere la mia mente, oltre che me”
William sibilò furioso “Non sai un accidente”
“No, hai ragione, non so nulla di te e neanche voglio saperlo” e si allontanò, aveva altre cose da comprare prima di tornare a casa.
Il biondo strinse i pugni, la rabbia non lo faceva ragionare lucidamente. Come osava accusarlo in quel modo? Il cuore si era frantumato in mille pezzi, gli occhi blu si riempirono di lacrime, ma non poteva farlo, Alex non meritava le sue lacrime.
Si mosse nella direzione opposta, doveva uscire da quel posto il prima possibile, non voleva rischiare di incontrarlo, non nello stato in cui era.


I giorni trascorsero veloci, la relazione tra Amber e Alex sembrava quasi giunta al capolinea, tanto che ormai quasi non si parlavano più e se lo facevano era per litigare. Lui le rinfacciava di lavorare troppo, di trascurarlo, mentre Amber lo accusava di essere distante, freddo e di avere u’altra. Naturalmente Alex negava fermamente, non l’aveva mai tradita, almeno non materialmente, ma spesso lo sorprendeva con lo sguardo perso nel vuoto oppure, lo sentiva sospirare, era certa che le stesse nascondendo qualcosa. Era diverso, soprattutto da quando William non frequentava più la loro casa, Alex non lo nominava mai, segno che avevano litigato.
Dopo l’ennesimo litigio lui aveva deciso di partire per qualche giorno dicendole di aver bisogno di tempo per riflettere, di stare da solo e, dopo aver preso un borsone, era andato via con la sua auto.
Amber sapeva che era la fine della loro storia e che quel periodo di pausa non avrebbe cambiato le cose. Quando fu sola si buttò sul letto e scoppiò in lacrime.
Alex era via da qualche giorno quando Amber si presentò alla porta di William, desiderava parlare con qualcuno, si sentiva così sola in quella grande casa, ma ciò che la spronava era conoscere il motivo del loro litigio.
Bussò, cercando di trovare una scusa plausibile per la sua presenza lì e quando lui aprì la porta lo salutò dicendo tutto d’un fiato “Ciao, William, mi piacerebbe leggere un tuo libro”
Il giovane la fissò stranito, si conoscevano da più di due mesi e lei non aveva mai mostrato alcun interesse per il suo lavoro, cosa l’aveva portata a desiderare di leggere le sue poesie? L’aveva forse mandata Alex? No, non poteva essere, da quel giorno al supermarket non lo aveva più visto e sapeva che stava cercando di evitarlo. Restò senza parlare per qualche istante, poi annuì “Certo”avrebbe indagato.
“Non mi fai entrare?”
“Sì, scusa”e si scansò per lasciarla passare.
“Bella casa, è la prima volta che vengo”commentò guardandosi intorno.
“Grazie”l’introdusse nel suo studio “come stai? È da qualche tempo che non ci vediamo”
“Insomma”si rattristò, ma non voleva parlare dei suoi problemi con Alex “invece, tu?”
“Potrei stare meglio”sospirò avvicinandosi alla libreria e cercando la raccolta.
“Cosa è accaduto?”gli domandò incapace di resistere oltre, doveva sapere.
“Ho molti pensieri e…”
“No, io intendo, tra te e Alex”
“Ci sono state delle incomprensioni”prese il libro che stava cercando e glielo porse “che ti ha detto?”
“Niente”scrutò la sua reazione “per questo lo sto chiedendo a te”
Lui non rispose e Amber continuò “William, eravate amici, Alex è diventato un altro da quando non vi vedete più, cosa è accaduto?”
Il biondo sospirò “Non mi sembra giusto parlarne, chiedilo a lui”
“Sembra più facile a dirsi che a farsi”mormorò, doveva prima tornare per potergli chiedere qualcosa.
William la fissò corrugando la fronte, ma che intendeva dire?
Amber continuò “Spero che risolviate le cose, era felice quando era con te”si voltò per andarsene, poi cambiò idea.
“Lui non vuole parlarmi e se devo dirti la verità, neanche io, non ora” replicò, non aveva dimenticato le sue accuse infamanti “forse tra qualche tempo”
“Non potresti neanche se volessi, è andato via e non so quando tornerà”gli rivelò sconvolgendolo.
“Cosa?”sgranò gli occhi “Ma di che stai parlando?”
“È partito, ha preso i suoi disegni, un borsone ed è andato chissà dove”gli spiegò “è quasi una settimana”sospirò tristemente.
“Per quale motivo?”
“Per stare lontano da me, immagino, vedi, le cose vanno male”sedette su una poltroncina.
“Non riesco a crederci, Alex sembrava così…innamorato”
“Sì, certo”scosse la testa “magari, ha anche un’altra e ora è con lei”
“No, non è così”replicò fermamente.
La bionda alzò la testa e lo fissò “Come lo sai? Ti ha detto qualcosa?”
“Lo so, capito?”distolse lo sguardo, temeva avrebbe capito, altrimenti “Era innamorato, mi parlava di te e non ti avrebbe mai tradito”lo sapeva a sue spese quanto fosse fedele.
“Vorrei crederti, ma allora perché è scappato?”scoppiò in lacrime.
William le si avvicinò e si accovacciò “Non lo so, ma te lo garantisco, non ti ha tradito”
Amber posò le iridi chiare su di lui e annuì “Grazie, William, ora, è meglio che vada, ti ho fatto perdere fin troppo bene”
“Non dirlo, mi ha fatto piacere, spero che Alex torni presto, piccola”la strinse in un abbraccio.
Lei strinse il libro che le aveva prestato al petto e gli sorrise “Grazie per avermi ascoltata”
La riaccompagnò alla porta, ma quando l’aprì restò impietrito, nel vialetto vi era un uomo sulla quarantina, con capelli neri, vestito con un cappotto nero. Gli sorrise e lo salutò“Ciao Will”
Amber uscì e trovandosi davanti quello sconosciuto disse “Salve”ma quando si accorse dell’espressione del poeta aggrottò la fronte “William?”
“Grazie di essere venuta, Amber”mormorò inespressivo.
La ragazza scese i due scalini “Ciao e grazie per il libro”la tensione era palpabile tra i due uomini, ma chi poteva mai essere quel tipo così impettito e sofisticato? Si avviò lungo il vialetto e con la coda dell’occhio vide un movimento alla finestra della signora Pattinson, doveva aver osservato tutto.
Scosse la testa stizzita, un giorno o l’altro si sarebbe fatta sentire, detestava essere spiata. Si volse verso William, ma lui era ancora impietrito davanti alla porta, con gli occhi blu fissi sullo sconosciuto. La curiosità la stava divorando, desiderava sapere, ma doveva reprimere quello che provava, lei non era certo come la signora Patterson.
Attraversò la strada e ritornò in casa, doveva prepararsi per il turno in ospedale.
William strinse la mascella, non si sarebbe mai aspettato di trovarselo davanti alla porta, quello doveva essere un incubo.
“Ciao, Will”ripeté l’altro abbozzando un sorriso.
“Ian”la sua voce fu un sussurro “cosa fai qui?”
“Non mi fai entrare?”
“No”replicò duramente “perché dovrei?”
“Non ti è ancora passata? È trascorso un anno, dannazione, per quanto ancora mi terrai il broncio?”
“Fino a quando non gelerà l’inferno, Ian”sibilò “vattene, non voglio vederti”fece per chiudere la porta, ma l’uomo lo fermò mettendo la mano “No, non lasciarmi fuori”
“Non voglio parlarti, Iam, in che lingua devo dirtelo?”
“Mi manchi, amore, ti prego, non fare così”la sua voce si addolcì.
“Come hai fatto a sapere che vivevo qui?”
“Ho le mie risorse, tesoro”sorrise “ora, perché non mi fai entrare, così parliamo?”
“No, so tutto, Ian, Steven è stato qui, abbiamo fatto un’interessante chiacchierata”gli occhi erano come braci.
“Steven? È stato qui? Immagino che lui tu lo abbia perdonato”
William non rispose e Ian scosse la testa “Sei prevedibile, Will, cosa ti ha detto per farti cadere tra le sue braccia?”
“La verità, di come lo hai sedotto dopo averlo fatto ubriacare”
“E tu, naturalmente, gli credi”
“Certo che gli credo”sibilò.
“Non vuoi sentire anche la mia versione?”gli domandò con calma.
“No, non hai scusanti, sei un bastardo, era il mio migliore amico, perché hai voluto farmi questo? Perché te lo sei scopato?”
“Abbassa la voce, Will, non vorrai senta tutto il vicinato”
“Rispondi”gli ordinò sferrando un pugno contro la porta.“Entriamo, Will”
“E va bene, ma solo perché non voglio dare spettacolo”e rientrò seguito dal suo ex amante.
“Ecco, ora siamo dentro, parla e poi sparisci”incrociò le braccia al petto in attesa.
“Hai ragione, sono un bastardo, ti ho tradito, ma l’ho fatto perché ero geloso, lui ti amava”cominciò a raccontare “me lo ha confessato, credeva fossi te, ha detto che mi amava, ma pensava di parlare con te. A quel punto non ci ho visto più, mi sono infilato nel letto e…”
William era sconvolto, non riusciva a credere alle sue parole “Cosa? Ian, ma ti rendi conto della bassezza nella quale sei caduto? Non ti conosco, non sei l’uomo che amavo”
“Sono sempre io, il tuo Ian”
“E qual’era il tuo piano? Scopartelo e…?”
Il bruno non rispose e fu allora che comprese “Volevi che vi scoprissi, sapevi che sarei tornato e che se vi avessi trovato a letto insieme avrei rotto la sua amicizia. Ian, sei malato”gli rivolse uno sguardo colmo di disprezzo “Mi fai davvero schifo, come ho fatto ad amarti?”
“Will, piccolo, ascoltami, io ti amavo, ero accecato dalla gelosia”gli appoggiò le mani sulle spalle, ma lui si scansò “Non osare toccarmi”
“Lo so, non ho scuse, ma perché non riesci a perdonare questo mio errore? È trascorso un anno”
“Davvero non capisci? Non potrò mai perdonarti, mi fidavo di te, avrei dato tutto per te, per la nostra storia, ma tu mi hai tradito, con il mio migliore amico e per cosa? Per una vendetta?”era disgustato, esterrefatto.
“Quel ragazzino era tutto per te, Will, ero geloso, ogni volta che eravate insieme tu eri un altro, quello che vi univa io non l’avrei mai avuto”gli confessò cercando di fargli comprendere le sue ragioni, ma l’altro sembrava irremovibile.
“Tu avevi tutto me stesso, Ian”la sua voce era rotta dai singhiozzi “io ti amavo, eri l’unico, ho mandato a puttane il mio matrimonio per te. Come potevi dubitare che il mio cuore non ti appartenesse?”
“Lo so, amore, lo so, ma io sentivo che la vostra amicizia era diversa, vi legava un sentimento così profondo e io…”scosse la testa “ne ero geloso, ora so che ho sbagliato, ma ero accecato, non ragionavo lucidamente”
“No, non è così, eri lucido nel tuo piano per distruggere un’amicizia che durava da anni”protestò puntandogli il dito contro.
“Ti amo, Will”gli confessò poi, sperava lo avrebbe perdonato
“Io no”replicò gelido.
“Non ti credo”
“Questo è un problema tuo, ma sappi che quello che provavo per te è sparito nel giorno in cui ti ho trovato a letto con Steven”affermò con decisione.
“C’è un altro, vero? È Steven? Stai con lui, adesso?”
“No, ma anche se ci fosse un altro non sarebbero affari tuoi, ora…”gli indicò la porta “vattene, ho da fare”
“Va bene”si avviò nell’ingresso “mi dispiace per il male che ti ho fatto, Will, ti ho perso per sempre ed è solo colpa mia”
“A cosa pensavi? Credevi che sarei stato arrabbiato solo con Steven? Che ti avrei perdonato?”
Ian lo fissò senza rispondere e William mormorò “Addio, Ian”mormorò.
L’uomo annuì e dopo avergli lanciato un’ultima occhiata aprì la porta e uscì.
William si appoggiò alla parete e si prese la testa tra le mani, cominciando a piangere, come poteva, quell’uomo, essere stato così crudele? Temeva di essere lui l’immaturo, all’interno della coppia, colui che doveva dipendere da Ian, ma la realtà era ben diversa, era Ian l’immaturo. Si asciugò gli occhi e si alzò in piedi, ora che tutto era finito, che Ian era solo un ricordo avrebbe potuto ricominciare, rifarsi finalmente una vita, amare ancora. Pensò ad Alex, era suo destino innamorarsi delle persone sbagliate, ma presto sarebbe stato felice.

1 commento:

Unknown ha detto...

La cosa che più mi piace di questa storia è la passione di William, questo poeta così passionale e, forse, addirittura poco razionale. Si ritrova a giurare che "no no, non ti ha tradito" alla fidanzata del suo amore segreto. Quando il baci appassinati che si sono scambiati bruciano ancora nel suo cuore. Come è potuto essere così insesibile e cinico durante l'incontro al market? Ma ora che è partito William è preoccupato. Non è ancora pronto per riappacificarsi. E poi Ian, quel bastardo insensibile, che osa presentarsi alla sua porta. Viscido come pochi, il nostro poeta lo manda a quel paese! E fai bene. Il tuo cuore caldo e appassionato può scioglieri solo con una persona... brava ale, mi piace molto il romanticismo pacato che traspare dal tuo scritto. La psicologia dei personaggi è delineata. Unico difetto, un po' troppo condensato. Succedono tante cose, forse troppe, e questo la fa assomigliare ad una fic, che va bene se fic deve essere ma se diventerà un romanzo, ti conisiglio di diluire un po' tutto. Magari per farci conoscere un po' meglio i persosaggi. In ogni caso adoro sempre più questa coppia, e, con il rischio di ripetermi, questo appassionato William che mi ricorda anche un pochino il mio avvocato Hartmann, senza il cinismo e la spregiudicatezza, ovviamente. Un dolce William insomma. A proposito di passione, ora (non dico subito, anzi, senza fretta) tra lui e Alex la prima notte d'amore... mi aspetto autentiche scintille!!! ghhghghghg